Roma, Detour | Venerdi’ 27 Giugno
cinema Detour in collaborazione con Lucky Red
ore 20.30 APERITIVO CON I VINI NATURALI
ore 21.00 RESISTENZA NATURALE
di Jonathan Nossiter (Italia, 2014, 85′, V.O. italiano, English subtitles)
a seguire incontro con il regista Jonathan Nossiter
Quattro aziende vinicole italiane: Pacina di Giovanna Tiezzi e Stefano Borsa (Toscana), La distesa di Corrado Dottori e Valeria Bochi (Marche), La stoppa di Elena Pantaloni (Emilia), La Cascina degli Ulivi di Stefano Bellotti (Piemonte). Quattro “vignaioli”, quattro portavoce della rivoluzione del vino naturale, che credono nel loro sforzo per difendere un’espressione ecologica, progressista, economicamente sostenibile dell’agricoltura.
Dieci anni dopo Mondovino il mondo del vino è cambiato, così come il mondo che lo circonda. La globalizzazione non è piu’ una minaccia, è vita quotidiana. Questi ribelli del vino naturale, uniti contro il “Nuovo Ordine Economico Mondiale”, offrono un modello di resistenza tanto incantato e gioioso, quanto concreto.
Un’animazione di Chiara Rapaccini e Loïc Sturani e 15 sequenze estratte da film e documentari completano il montaggio del film, come un contrappunto, una prova, una verifica, un commento del regista al suo stesso film.
“Questo titolo è una mise en abyme, per non dire un manifesto, ma discreto, umile (cioè vicino alla terra, humus – umiltà), senza la pretesa di essere una creazione, privo di quell’applicazione scolastica di alcuni militanti… una mera invenzione, una trovata. Questo film è un vino giovane, dell’ultima estate, non decantato, frutto di cinque giorni di riprese in Italia, da quattro vignaioli naturali e dall’amico Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna. La telecamera si muove, vive, palpita, segue le emozioni di chi filma, lo stesso Jonathan Nossiter e sua moglie Paula Prandini, cerca, mostra la sua soggettività radicale in tutta onestà. Certamente sarebbe stato impossibile esplorare così intimamente i pensieri, profondi o leggeri, dei vignaioli del film appoggiando la telecamera su un treppiedi e inquadrando rigidamente le affermazioni di ciascuno. È questo aspetto libero, bottinante, informale, è questo ascolto flottante dell’obiettivo a consentire di cogliere tali istanti di spontaneità. Per riuscire a condividere un pranzo tra amici mentre si regge una telecamera, per riuscire a parlare e a filmare dicendo ciò che dicono, in grande fiducia, ovvero per riuscire a essere insieme l’amico e il cineasta, a commuoversi e a riprendere l’emozione, a mettere in scena senza troppo voler guastare l’acqua viva del momento vissuto, serve molto lavoro a monte e abilità… come per la vigna.” (Olivier Beuvelet)
Four Italian winegrowers live a life we all dream of: Giovanna Tiezzi and Stefano Borsa in their converted 11th century monastery and winery in Tuscany find a way to grow grains, fruits and wine that creates a link to their ancient Etruscan heritage ; Corrado Dottori and Valerio Bochi, refugees from industrial Milan in their grandfather’s farmstead in the magical Marches labour for a rural expression of social justice; ex-librarian Elena Pantaleoni working her father’s vineyards in Emilia, strives to make her estate a utopian reality; and then Stefano Bellotti, the Pasolini of Italian agriculture, a radical farmer poet, disrupts everyone’s rules from his avant garde farm in the Piedmont. But these protagonists of a rapidly spreading European natural wine revolution have encountered fierce resistance. Not everyone believes in their struggle for an ecologically progressive, economically just and historically rich expression of Italian agriculture. With the help of their delightfully eccentric film curator friend Gian Luca Farinelli, these very contemporary peasants use the power of fiction films to combat the institutional lies that make any act of freedom today an act of dangerous dissent.10 years after Mondovino, the wine world has changed just like the world itself. The enemy is now far greater than the threat of globalization. It’s everywhere and nowhere. It’s them. And us. But these natural wine rebels against the “New World Economic Order”, offer a model of charmed and joyous resistance. “Natural Resistance” mixes documentary and fiction in the hope of stirring the hidden rebel inside all of us.
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