LA CORDIGLIERA DEI SOGNI (v.o. sott.ita)

L’esplorazione del territorio va di pari passo con l’esplorazione nella storia, per svelare l’anima più profonda del Cile. Proprio come ci ha abituati Guzmán. Nel documentario, vincitore del Festival di Cannes, le alte cime della cordigliera si caricano di una moltitudine di significati simbolici, spesso contraddittori, stratificati come la roccia. La poesia visiva del paesaggio si sovrappone alle testimonianze dei cittadini cileni, che rivivono i loro ricordi della dittatura di Pinochet. Una nostalgia, un senso di frustrazione schiacciante che non affligge solo il popolo cileno ma anche la sua Cordigliera, le voci umane si fondono con quella silente della roccia, in un commovente grido di avvertimento alle nuove generazioni, affinché non si rassegnino mai.

JODOROWSKY’S DUNE (v.o. sott.ita)

Nel 1975 dopo il successo di El Topo e La montagna sacra Alejandro Jodorowsky era il cineasta intellettuale più ricercato del mondo, aveva carta bianca e quello che voleva era realizzare il film più importante della storia del cinema, traendo spunto dai romanzi della saga di Dune di Frank Herbert. Il suo Dune, doveva essere un film rivoluzionario in grado di cambiare la mentalità delle giovani generazioni fornendo nuovi modelli di riferimento.
Per fare questo il regista aveva coinvolto un team incredibile che comprendeva i designer H.R. Giger, Moebius e Chris Foss oltre all’esperto di effetti speciali Dan O’Bannon, le musiche dei Pink Floyd e attori come David Carradine, Mick Jagger, Salvador Dalì e Orson Welles.

LA CORDIGLIERA DEI SOGNI (v.o. sott.ita)

L’esplorazione del territorio va di pari passo con l’esplorazione nella storia, per svelare l’anima più profonda del Cile. Proprio come ci ha abituati Guzmán. Nel documentario, vincitore del Festival di Cannes, le alte cime della cordigliera si caricano di una moltitudine di significati simbolici, spesso contraddittori, stratificati come la roccia. La poesia visiva del paesaggio si sovrappone alle testimonianze dei cittadini cileni, che rivivono i loro ricordi della dittatura di Pinochet. Una nostalgia, un senso di frustrazione schiacciante che non affligge solo il popolo cileno ma anche la sua Cordigliera, le voci umane si fondono con quella silente della roccia, in un commovente grido di avvertimento alle nuove generazioni, affinché non si rassegnino mai.

DUE (Deux, v.o. sott. ita)

Interpretato da una coppia di attrici leggendarie, Barbara Sukowa e Martine Chevallier, il film affronta un tema inconsueto come l’amore tra due donne mature, mescolando dramma, suspense e ironia. Le protagoniste, Nina e Madeleine, si amano infatti in segreto da decenni e tutti, compresi i parenti di Madeleine, pensano che siano solo vicine di casa, vivendo entrambe all’ultimo piano dello stesso palazzo. Quando la routine di ogni giorno viene sconvolta da un evento imprevisto, la famiglia di Madeleine finisce per scoprire la verità e l’amore tra le due è messo a dura prova… Già accolto con entusiasmo ai festival di Toronto, Rotterdam e Roma, rappresenterà la Francia nella corsa all’Oscar per il Miglior film straniero.

LA CORDIGLIERA DEI SOGNI v.o. sott.ita

L’esplorazione del territorio va di pari passo con l’esplorazione nella storia, per svelare l’anima più profonda del Cile. Proprio come ci ha abituati Guzmán. Nel documentario, vincitore del Festival di Cannes, le alte cime della cordigliera si caricano di una moltitudine di significati simbolici, spesso contraddittori, stratificati come la roccia. La poesia visiva del paesaggio si sovrappone alle testimonianze dei cittadini cileni, che rivivono i loro ricordi della dittatura di Pinochet. Una nostalgia, un senso di frustrazione schiacciante che non affligge solo il popolo cileno ma anche la sua Cordigliera, le voci umane si fondono con quella silente della roccia, in un commovente grido di avvertimento alle nuove generazioni, affinché non si rassegnino mai.

CORPUS CHRISTI v.o. sott.ita

Daniel è un ventenne che vive una trasformazione spirituale mentre sconta la sua pena in un centro di detenzione. Daniel vorrebbe farsi prete ma questa possibilità gli è preclusa per la sua fedina penale. Uscendo dal centro di detenzione, gli è assegnato un lavoro presso un laboratorio di falegnameria in una piccola città, ma al suo arrivo, una serie di equivoci lo porta ad essere scambiato per un sacerdote e inizia a professare in una piccola parrocchia. La comparsa di questo giovane e carismatico predicatore diventa l’occasione per la comunità, scossa da una tragedia avvenuta qualche tempo prima, per cominciare a rimarginare le sue ferite.

JODOROWSKY’S DUNE v.o. sott.ita

Nel 1975 dopo il successo di El Topo e La montagna sacra Alejandro Jodorowsky era il cineasta intellettuale più ricercato del mondo, aveva carta bianca e quello che voleva era realizzare il film più importante della storia del cinema, traendo spunto dai romanzi della saga di Dune di Frank Herbert. Il suo Dune, doveva essere un film rivoluzionario in grado di cambiare la mentalità delle giovani generazioni fornendo nuovi modelli di riferimento.
Per fare questo il regista aveva coinvolto un team incredibile che comprendeva i designer H.R. Giger, Moebius e Chris Foss oltre all’esperto di effetti speciali Dan O’Bannon, le musiche dei Pink Floyd e attori come David Carradine, Mick Jagger, Salvador Dalì e Orson Welles.

FOTOGRAFIA XX > Inizio Corso Base 2020 / 2021

Detour con gioia e un pizzico di orgoglio vi invita a partecipare alla XX Edizione dei Corsi di Fotografia di Patrizia Copponi, ex-reporter d’assalto che da più di venti anni ha deciso di dedicare la sua vita all’insegnamento, condividendo con grande passione e instancabile disponibilità la sua conoscenza tecnica e storica dell’argomento. La docente, Patrizia Copponi, è fotoreporter dal 1980. Ha collaborato con i maggiori settimanali, quotidiani e mensili italiani ed esteri. Si occupa da decenni dell’Organizzazione di attività culturali sulla comunicazione visiva e dell’insegnamento della Fotografia. Insegna al Detour dal 2012 con dedizione e passione.

On the Road Film Festival 8: Una settimana alla scadenza delle iscrizioni ordinarie

On the Road Film Festival, giunto alla sua settima edizione consecutiva, è un festival cinematografico di rilevanza internazionale articolato in due sezioni competitive, sezioni fuori concorso, focus ed eventi collaterali, che traccia un percorso inedito di cinema indipendente ispirato al viaggio, alle geografie erranti, agli attraversamenti di terre selvagge e agli spaesamenti metropolitani.
Strada e frontiera ne sono le parole-chiave, da intendersi in ogni possibile declinazione, simbolica, geografica o temporale: il viaggio che percorre strade dimenticate, sentimentali o artistiche, la digressione da itinerari prestabiliti, il cammino individuale e gli esodi collettivi, il valicare di frontiere fisiche o mentali.
Sede principale del festival  il leggendario cinema Detour di Roma, e con incursioni nell’area metropolitana e nell’intero territorio laziale. 

ON THE ROAD FILM FESTIVAL 8 Call for Entries

On the Road Film Festival, giunto alla sua settima edizione consecutiva, è un festival cinematografico di rilevanza internazionale articolato in due sezioni competitive, sezioni fuori concorso, focus ed eventi collaterali, che traccia un percorso inedito di cinema indipendente ispirato al viaggio, alle geografie erranti, agli attraversamenti di terre selvagge e agli spaesamenti metropolitani.
Strada e frontiera ne sono le parole-chiave, da intendersi in ogni possibile declinazione, simbolica, geografica o temporale: il viaggio che percorre strade dimenticate, sentimentali o artistiche, la digressione da itinerari prestabiliti, il cammino individuale e gli esodi collettivi, il valicare di frontiere fisiche o mentali.
Sede principale del festival  il leggendario cinema Detour di Roma, e con incursioni nell’area metropolitana e nell’intero territorio laziale.