ore 21.00

THE NUCLEAR PARTY

Documentario realizzato da Luigi Politano e Luca Manes (Italia 2015, 30′)

Prodotto da Re:Common

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Con i suoi pittoreschi borghi medievali e una natura rigogliosa e incontaminata, il Somerset è una delle regioni più belle e visitate dell’Inghilterra meridionale. Un idillio rurale, che nelle ultime settimane è finito sotto la luce dei riflettori per uno dei più grandi progetti infrastrutturali del pianeta. È proprio su un tratto di costa del Somerset, non lontano dal confine con il Galles, che il Regno Unito si appresta a costruire la prima centrale nucleare da oltre due decenni a questa parte. Hinkley Point C sorgerà nei pressi del mare, accanto a un impianto in fase di smantellamento e a un altro ancora in funzione, ma che in teoria a breve dovrebbe andare in pensione. Sarà un impianto di terza generazione che produrrà 3.200 megawatt di energia ed è destinato a entrare negli annali come il più costoso della storia del nucleare civile. 

Sullo sfondo, rimangono i timori per la salute e l’ambiente che lo sfruttamento dell’atomo porta con sé. La popolazione dell’area sembra accettare passivamente il nuovo impianto, sebbene rimangano importanti “sacche di resistenza”. Gli attivisti della Stop Hinkley Point Campaign ci hanno manifestato tutte le loro preoccupazioni sui pericoli posti dalle frequenti alluvioni che flagellano la regione e sulle evidenti conseguenze dell’erosione costiera.

In Europa il nucleare è una fonte energetica in via di estinzione. Basta guardare il numero molto basso degli impianti in costruzione per rendersene conto. I cittadini della stragrande maggioranza dei Paesi del Vecchio Continente, tra cui il nostro, da tempo non si fidano più dell’atomo. I costi proibitivi sono poi un ostacolo spesso insormontabile per la realizzazione di nuove centrali. Molte di quelle vecchie sono ancora in funzione ma, una volta terminato il loro ciclo di vita, saranno smantellate. Come se non bastasse, è la stessa tecnologia a mettere i bastoni tra le ruote ai sostenitori dell’atomo. Mentre si studia già il nucleare di quarta generazione – che dovrebbe comportare costi ridotti, meno scorie e un livello molto elevato di sicurezza – in Europa si arranca con le centrali di terza. 

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