{:it}“Ho imparato a rialzarmi dopo le sconfitte più dure”. Una storia incredibile quella di Chantal Ughi tanto da sembrare finzione raccontata e girata con maestria da Simone Monetti. La colonna sonora di Francesco Motta ci accompagna in questo viaggio sottolineandone gli aspetti più profondi. “Lo stile del film è ipnotico […] un inno alla rigenerazione di sé, attuata a costo di recidere radici e peregrinare in tre continenti cambiando pelle e abitudini, non permettendo che la vita, mai, decidesse al proprio posto. […] Manetti costruisce un personaggio indimenticabile utilizzando con sfrontatezza un linguaggio più consueto per il cinema di finzione che per il documentario”, Federico Pedroni. Musiche originali di Francesco Motta. Migliore Opera Prima italiana al Biografilm Festival di Bologna. On the Road Film Festival 2016 BEST FILM AUDIENCE AWARD./ After a painful break-up with her boyfriend in NYC, Italian actress and fashion model Chantal Ughi discovered that Muay Thai was the only way to deal with her rage and to confront the violence she suffered as a child. Best Italian Debut Film at 2016 Bologna Biografilm.{:en}After a painful break-up with her boyfriend in NYC, Italian actress and fashion model Chantal Ughi discovered that Muay Thai was the only way to deal with her rage and to confront the violence she suffered as a child. She went to Thailand to train for four weeks, but ended up moving there for five years, training and fighting, modifying both mind and body and reaching the highest level possible in the martial art. Now, after a one-year hiatus, Chantal is back in the ring, ready to fight her demons and to reopen old wounds, as she attempts to become world cham
{:it}Se volete sapere da dove nascono le immagini che hanno reso celebre David Lynch e hanno portato le sue visioni nelle vostre Tv con Twin Peacks non potete perdere questo documentario. David Lynch ci accompagna con questo film in un intimo e personale viaggio nel tempo, raccontandoci gli anni della sua formazione artistica. Dall’infanzia nella tranquilla provincia Americana fino all’arrivo a Philadelphia, seguiamo le tappe del percorso che ha portato David Lynch a diventare uno dei più enigmatici e controversi registi del cinema contemporaneo. Originale miscela di immagini, musica ed estratti dai suoi primi film, “David Lynch: The Art Life” illumina gli oscuri meandri del suo mondo visionario, offrendo al pubblico la possibilità di comprendere sia l’artista che l’uomo. Grazie a “David Lynch: The Art Life” possiamo così scoprire le paure, le contraddizioni e gli sforzi che Lynch ha dovuto superare durante la propria carriera, incontrando le persone che hanno contribuito alla sua formazione. Appare così evidente che già da giovane Lynch vedeva il mondo in modo diverso, assimilandone le ombre e impiegando i propri sogni fino a creare gli affreschi visionari che hanno ipnotizzato il pubblico di tutto il mondo.{:en}David Lynch takes us on an intimate journey through the formative years of his life. From his idyllic upbringing in small town America to the dark streets of Philadelphia, we follow Lynch as he traces the events that have helped to shape one of cinema's most enigmatic directors. David Lynch the Art Life infuses Lynch's own art, music and early films, shining a light into the dark corners of his unique world, giving audiences a better understanding of the man and the artist. As Lynch states "I think every time you do something, like a painting or whatever, you go with ideas and sometimes the past can conjure those ideas and color them, even if they're new ideas, the past colors them."
{:it}Partendo dai campi di cotone dello Xinjiang, Nord-Ovest della Cina, passando per le filande e le officine di sartoria, fino alle passerelle del "Fashion Week" di Guangdong, nel Sud del Paese, il film segue l'intero percorso dell'oro bianco cinese, mostrando la precarietà estrema che caratterizza le condizioni di lavoro nei vari segmenti di questa filiera. Dalla semina al raccolto, per poi passare attraverso la filatura e la cucitura nelle fabbriche. Il lavoro è duro e sottopagato, i vestiti confezionati sono venduti per pochi spiccioli ai marchi internazionali. Ogni tappa del viaggio è incarnata da personaggi diversi: Ye e sua moglie, che conducono la dura vita dei coltivatori di cotone, lavorando per la loro piccola cooperativa; la giovane operaia Ping, che fila il cotone in una fabbrica dove i ritmi di lavoro sono intensissimi; Wei e sua moglie, che, dopo una giornata di lavoro pesante, passata a cucire e imballare jeans, scendono nel seminterrato della fabbrica, dove vivono in una piccola stanza, con un letto e una cucina di fortuna. La proiezione è il primo appuntamento del focus "Luci della Cina", in collaborazione con l'omonimo festival, all'interno del palinsesto della quinta edizione di On the Road FF 2017. {:en}Tens of millions of Chinese farm laborers work day and night on the various processes making up the cotton industry. They grow and harvest the cotton balls, spin them into yarn, weave fabrics and turn them into jeans. The production of cotton articles involves entire farming families. We accompany a horde of baggage-laden factory workers making the long journey in overflowing train carriages, singing happily about their tough lives. Before dawn, the uniformed cotton pickers are transported by trailer to the plantations. This film gives a face to the otherwise anonymous Chinese workers. Among themselves they express criticism of their working conditions, the low pay and the physical strain. Small groups of factory workers go about their daily routines: eating, sleeping and working. Great friendships develop in the dormitories, and there are conversations about the future and the possibility of protest. Should they stop working and return to work the fields of their home village? Despite it all, the thought of a regular job and the hope of promotion help to keep up the spirits of the young workers.
{:it}"Perché tanto livore bianco? Forse l’ossessione per una sorta di “demone della purezza” rivela l’oscurità che si agita nell’animo dei bianchi? Sono le domande inquietanti che vengono fuori vedendo il documentario capolavoro I am not your negro di Raoul Peck, basato su Remember this house, un manoscritto incompleto dello scrittore afroamericano James Baldwin. Un film che spinge a rovesciare i poli opposti, il bianco e il nero, con tutte le conseguenze del caso. Un documentario che merita di essere visto dal maggior numero possibile di spettatori, di essere proiettato e discusso nelle scuole. I am not your negro pervade l’animo nel profondo e finora è il film più bello del 2017..." Francesco Boille - Internazionale{:en}I Am Not Your Negro is a journey into black history that connects the past of the Civil Rights movement to the present of #BlackLivesMatter. It is a film that questions black representation in Hollywood and beyond. And, ultimately, by confronting the deeper connections between the lives and assassination of these three leaders, Baldwin and Peck have produced a work that challenges the very definition of what America stands for.
{:it}Le Monde ha scomodato Ernst Lubitsch, Frank Capra e Michael Moore per definire questo film di François Ruffin, giornalista e attivista, direttore di Fakir, bimestrale satirico, che nel 2013 ha messo nel mirino della sua macchina da presa l’uomo più ricco di Francia, Bernard Arnault, vate di LVMH, megagruppo del lusso, che tiene insieme tra gli altri marchi Fendi, Bulgari, Louis Vuitton, Givenchy, Moët & Chandon e Carrefour. "Pare che l'industriale e finanziere non l'abbia presa particolarmente bene. Le Parisien, il suo giornale di famiglia, si è rifiutato di scriverne. Ma il pubblico ha invaso lo stesso e in massa le sale, sghignazzando e applaudendo a ogni fine proiezione. La classe operaia non andrà più in paradiso, ma intanto si è presa una bella rivincita", Repubblica.{:en}A satirical documentary film that pits a pair of unemployed garment workers against the billionaire head of the luxury giant LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton has emerged as a sleeper hit in France, where it has become a rallying cry against a government proposal to overhaul the labor code.
{:it}Quando: mercoledì 7 giugno 2017, ore 16/19 Dove: Biblioteca Pier Paolo Pasolini, Viale dei caduti per la Resistenza 410/a (Spinaceto). Vuoi imparare come raccontare i tuoi viaggi e farli diventare un film? Hai un budget limitato ma vuoi documentare con originalità e forza espressiva l'esperienza di viaggio che ti cambierà la vita? Con: Thomas Kustler (regista); lezione/laboratorio: proiezione del film ROMA - ATENE di Thomas Kustler (Italia 2016) e incontro con il regista. Il workshop si svolge nell'ambito degli eventi di presentazione di COSMOPOLIS 2G Film Awards, il primo contest di cinema e video rivolto a giovani filmmaker, autori, artisti e musicisti di seconda generazione che vivono in Italia, ideato e promosso dall’associazione culturale Detour di Roma e sostenuto da SIAE e Mibact nell'ambito del bando "Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura", in collaborazione con Biblioteche di Roma, e Roma Multietnica.{:en}Cosmopolis Film Awards is the first film and video contest aimed at 2nd generation filmmakers and artists living in Italy. CFA is promoted by Detour Arthouse Cinema in Rome with the support of SIAE and Mibact, in connection with the invitation "Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura", in collaboration with Biblioteche di Roma and Roma Multietnica, targeted at young artists residing in the territory of Italy, aged less than 35 years during the entire 2017 calendar year. 2nd generation artists - filmmaker, screenwriters, authors, actors, etc. - are welcomed to attend and submit their audiovisual works. 2nd generation artists - filmmaker, screenwriters, authors, actors, etc. - are welcomed to attend and submit their audiovisual works. Thematic lines & topics: the discovery of the Other, new global cultures, relations between identities and communities of values, clash of cultures, daily life in urban/suburban contexts, etc. Films will be selected on the basis of their aesthetique and language skills. Winning films for each category will be screened to a public audience in the presence of the authors and members of the Selection Committee. Other screening events will be held at Public Libraries in the Municipality of Rome. Registration at the contest is free of charge Winners of each category will get cash prizes and other special mentions.
{:it}Un viaggio americano sulla strada della pianta più utile e più proibita al mondo. Perchè una pianta che esiste sulla terra da 38 milioni di anni è stata proibita negli ultimi 80 anni? Perché oggi negli Stati Uniti un numero di stati sempre maggiore ne legalizza e regolamenta l'uso medico e ricreativo? Un sorprendente viaggio terapeutico attraverso la frontiera della rilegalizzazione, tra coltivazioni biologiche e multinazionali del tabacco, tra scienziati illuminati e avide case farmaceutiche, tra chi passa gli anni in prigione e chi crea una nuova, gigantesca economia, sognando un mondo salvato dalla cannabis.{:en}An american journey on the road of the most useful and most prohibited plant in the world. Why is it that a plant that has been on the Earth for 38 million years, known and used for the last 5.000 years, has been prohibited for the last 80 years? Why, in the U.S., are an increasing number of states today legalizing and regulating its medical and recreational use? An amazing therapeutic journey crossing the borders of re-legalization: travelling through the valleys and mountains of organic growers vs. tobacco corporations, enlightened scientists and vested interests of the pharmaceutical companies; traversing the diverse experiences of those spending years in prison thanks to marijuana related offences and others helping to build this huge new industry...dreaming of a world saved by cannabis.
{:it}Le Monde ha scomodato Ernst Lubitsch, Frank Capra e Michael Moore per definire questo film di François Ruffin, giornalista e attivista, direttore di Fakir, bimestrale satirico, che nel 2013 ha messo nel mirino della sua macchina da presa l’uomo più ricco di Francia, Bernard Arnault, vate di LVMH, megagruppo del lusso, che tiene insieme tra gli altri marchi Fendi, Bulgari, Louis Vuitton, Givenchy, Moët & Chandon e Carrefour. "Pare che l'industriale e finanziere non l'abbia presa particolarmente bene. Le Parisien, il suo giornale di famiglia, si è rifiutato di scriverne. Ma il pubblico ha invaso lo stesso e in massa le sale, sghignazzando e applaudendo a ogni fine proiezione. La classe operaia non andrà più in paradiso, ma intanto si è presa una bella rivincita", Repubblica.{:en}A satirical documentary film that pits a pair of unemployed garment workers against the billionaire head of the luxury giant LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton has emerged as a sleeper hit in France, where it has become a rallying cry against a government proposal to overhaul the labor code.
{:it}Intima e approfondita indagine della vita di una delle intellettuali più influenti e provocatorie del ventesimo secolo. Appassionata e schietta, Sontag è stata una delle maggiori icone letterarie, politiche e femministe della sua generazione. Viene qui ricordata da amici, familiari, colleghi e compagni, attraverso materiali d'epoca e immagini d'archivio accompagnate da estratti dei suoi testi, letti dall'attrice Patricia Clarkson. Più di ogni altro intellettuale del suo tempo Sontag è stata seguita, filmata, fotografata. Pagine Nascoste, la rassegna di documentari su libri, scrittori e scritture che si è affermata negli anni come uno degli appuntamenti più seguiti del Festivaletteratura di Mantova approda al Cinema Detour. {:en}An intimate and nuanced investigation into the life of one of the most influential and provocative thinkers of the 20th century. Passionate and gracefully outspoken throughout her career, Susan Sontag became one of the most important literary, political and feminist icons of her generation. The documentary explores Sontag’s life through evocative experimental images, archival materials, accounts from friends, family, colleagues, and lovers, as well as her own words. REGARDING SUSAN SONTAG gives viewers the chance to watch Sontag while she examines the world.
{:it}Lì Sunita, una donna srilankese di mezz'età, divide le sue giornate tra il lavoro di badante e un figlio adolescente. Fra loro regna un silenzio pieno di tensioni. È una relazione segnata da molti conflitti. Essendo cresciuto in Italia, il figlio fa esperienza di un'ibridazione culturale difficile da capire per la madre, impegnata a lottare per vivere in un paese al quale non vuole appartenere. Realizzata da un giovane regista appartenente alla seconda generazione di immigrati srilankesi in Italia, quest’opera prima ambientata nel Nord Italia racconta con stile a tratti documentaristico il rapporto tra una madre sola e un figlio adolescente chiuso e ribelle. Al tempo stesso è uno spaccato della vita degli immigrati nel nostro paese, che vivono una vita spesso faticosa e piena di sacrifici e dove genitori e figli sono spesso divisi tra il desiderio di conservare la propria lingua e le proprie tradizioni e la voglia di integrarsi e sentirsi accettati. Un esordio maturo che è anche una voce che mancava nel nostro cinema: quella di chi è a metà tra due mondi e li ama entrambi.{:en}Per un figlio (පුතෙකුට) is a film by Suranga Deshapriya Katugampala, an Italian citizen of Sri Lankan (Ceylonese) origin. It is set in northern Italy, and portrays the relationship between an immigrant Sri Lankan mother and her adolescent and partially-acculturated son. It thus explores issues of multiculturalism and of small marginalised communities.[1] The principal rôle is played by Kaushalya Fernando.[2] In July 2016, the film received a special mention at the Mostra Internazionale del Nuovo Cinema (it) of Pesaro, in the Marche in eastern central Italy. In November 2016 it was presented at the Tallinn Black Nights Film Festival in Estonia.
{:it}Buffet e proiezione a cura della rivista di cinema online Schermaglie.it. Buffet alle 20.30. Proiezioni alle 21 (versione originale francese, sottotitoli in italiano). Il film: Rois et Reine è la storia del coronamento del sogno di NORA che sposerà presto il suo uomo ideale e del declino di ISMAEL, ricoverato per errore in un ospedale psichiatrico dal quale uscirà in uno stato pietoso. Queste due storie s’intrecciano a metà film, quando Nora va a far visita a Ismaël e gli chiede di adottare suo figlio, ELIAS. Scopriamo così che Nora ed Ismaël sono stati amanti. Poi le loro vite si dividono di nuovo.{:en}Nora Cotterelle, a woman in her 30s is caring for her ill father, Louis Jenssens. While Nora tries to present a facade that all is well with her life, she is twice divorced and has a son, Elias, whose father is dead. Elias has behavior problems caused by autism. Nora's present relationship is not going well, and she is soon to marry a businessman, while Elias is becoming increasingly withdrawn. A parallel storyline follows her former lover and second husband, Ismaël Vuillard, a musician, with whom she had lived for seven years. He is given to strange behaviour, and as a result he has been committed to a mental hospital, from which he is planning to escape...
{:it}“Un bellissimo film sulla sorgente della creatività e dell'arte” Concita De Gregorio - La Repubblica. David Lynch ci accompagna con questo film in un intimo e personale viaggio nel tempo, raccontandoci gli anni della sua formazione artistica. Dall’infanzia nella tranquilla provincia Americana fino all’arrivo a Philadelphia, seguiamo le tappe del percorso che ha portato David Lynch a diventare uno dei più enigmatici e controversi registi del cinema contemporaneo. Originale miscela di immagini, musica ed estratti dai suoi primi film, “David Lynch: The Art Life” illumina gli oscuri meandri del suo mondo visionario, offrendo al pubblico la possibilità di comprendere sia l’artista che l’uomo. Grazie a “David Lynch: The Art Life” possiamo così scoprire le paure, le contraddizioni e gli sforzi che Lynch ha dovuto superare durante la propria carriera, incontrando le persone che hanno contribuito alla sua formazione. Appare così evidente che già da giovane Lynch vedeva il mondo in modo diverso, assimilandone le ombre e impiegando i propri sogni fino a creare gli affreschi visionari che hanno ipnotizzato il pubblico di tutto il mondo.{:en}David Lynch takes us on an intimate journey through the formative years of his life. From his idyllic upbringing in small town America to the dark streets of Philadelphia, we follow Lynch as he traces the events that have helped to shape one of cinema's most enigmatic directors. David Lynch the Art Life infuses Lynch's own art, music and early films, shining a light into the dark corners of his unique world, giving audiences a better understanding of the man and the artist. As Lynch states "I think every time you do something, like a painting or whatever, you go with ideas and sometimes the past can conjure those ideas and color them, even if they're new ideas, the past colors them."
{:it}"Perché tanto livore bianco? Forse l’ossessione per una sorta di “demone della purezza” rivela l’oscurità che si agita nell’animo dei bianchi? Sono le domande inquietanti che vengono fuori vedendo il documentario capolavoro I am not your negro di Raoul Peck, basato su Remember this house, un manoscritto incompleto dello scrittore afroamericano James Baldwin. Un film che spinge a rovesciare i poli opposti, il bianco e il nero, con tutte le conseguenze del caso. Un documentario che merita di essere visto dal maggior numero possibile di spettatori, di essere proiettato e discusso nelle scuole. I am not your negro pervade l’animo nel profondo e finora è il film più bello del 2017..." Francesco Boille - Internazionale{:en}I Am Not Your Negro is a journey into black history that connects the past of the Civil Rights movement to the present of #BlackLivesMatter. It is a film that questions black representation in Hollywood and beyond. And, ultimately, by confronting the deeper connections between the lives and assassination of these three leaders, Baldwin and Peck have produced a work that challenges the very definition of what America stands for.
{:it}“Un bellissimo film sulla sorgente della creatività e dell'arte” Concita De Gregorio - La Repubblica. David Lynch ci accompagna con questo film in un intimo e personale viaggio nel tempo, raccontandoci gli anni della sua formazione artistica. Dall’infanzia nella tranquilla provincia Americana fino all’arrivo a Philadelphia, seguiamo le tappe del percorso che ha portato David Lynch a diventare uno dei più enigmatici e controversi registi del cinema contemporaneo. Originale miscela di immagini, musica ed estratti dai suoi primi film, “David Lynch: The Art Life” illumina gli oscuri meandri del suo mondo visionario, offrendo al pubblico la possibilità di comprendere sia l’artista che l’uomo. Grazie a “David Lynch: The Art Life” possiamo così scoprire le paure, le contraddizioni e gli sforzi che Lynch ha dovuto superare durante la propria carriera, incontrando le persone che hanno contribuito alla sua formazione. Appare così evidente che già da giovane Lynch vedeva il mondo in modo diverso, assimilandone le ombre e impiegando i propri sogni fino a creare gli affreschi visionari che hanno ipnotizzato il pubblico di tutto il mondo.{:en}David Lynch takes us on an intimate journey through the formative years of his life. From his idyllic upbringing in small town America to the dark streets of Philadelphia, we follow Lynch as he traces the events that have helped to shape one of cinema's most enigmatic directors. David Lynch the Art Life infuses Lynch's own art, music and early films, shining a light into the dark corners of his unique world, giving audiences a better understanding of the man and the artist. As Lynch states "I think every time you do something, like a painting or whatever, you go with ideas and sometimes the past can conjure those ideas and color them, even if they're new ideas, the past colors them."
{:it}"Perché tanto livore bianco? Forse l’ossessione per una sorta di “demone della purezza” rivela l’oscurità che si agita nell’animo dei bianchi? Sono le domande inquietanti che vengono fuori vedendo il documentario capolavoro I am not your negro di Raoul Peck, basato su Remember this house, un manoscritto incompleto dello scrittore afroamericano James Baldwin. Un film che spinge a rovesciare i poli opposti, il bianco e il nero, con tutte le conseguenze del caso. Un documentario che merita di essere visto dal maggior numero possibile di spettatori, di essere proiettato e discusso nelle scuole. I am not your negro pervade l’animo nel profondo e finora è il film più bello del 2017..." Francesco Boille - Internazionale{:en}I Am Not Your Negro is a journey into black history that connects the past of the Civil Rights movement to the present of #BlackLivesMatter. It is a film that questions black representation in Hollywood and beyond. And, ultimately, by confronting the deeper connections between the lives and assassination of these three leaders, Baldwin and Peck have produced a work that challenges the very definition of what America stands for.
{:it}Proiezione dello straordinario film del 1920 “Il Golem, e come venne al mondo” (Der Golem) di Paul Wegener, capolavoro dell’espressionismo tedesco e del cinema silenzioso tutto, sonorizzato live in modalità improvvisata da "Mu - duo". Der Golem narra la leggenda di un uomo artificiale, costruito e animato allo scopo di servire e proteggere la comunità del ghetto ebraico della Praga “magica” di Rodolfo II d’Asburgo da Rabbi Low, esperto di cabala e negromanzia. / “MU" è nato nel 2015 all’insegna dell’interazione giocosa e sincera di chitarra e violoncello nella loro dimensione più acustica e nuda, nel respiro stesso delle corde e del legno. Un uso accorto dell'elettronica è diventato parte del gioco più tardi, "lungo la strada". Adriano Lanzi e Federica Vecchio integrano i loro diversi linguaggi e background in una musica che è largamente improvvisata, oppure basata su composizione aperta e notazione alternativa (grafica, istruzioni verbali) e sul profondo ascolto reciproco. {:en}Live Soundtrack by MU duo (Federica Vecchio, Cello - Adriano Lanzi, Acoustic Guitar, Effects). In medieval Prague, Rabbi Loew observes the stars and concludes that trouble is brewing for his people. When the emperor issues a decree threatening the expulsion of Jews from the city, the rabbi, a master of magic, activates the Golem, a monstrous clay figure, to help save his congregation. The rabbi's daughter, Miriam is courted by two men, Famulus (Ernst Deutsch), the rabbi's assistant, and Knight Florian, a messenger for the emperor. Famulus re-activates the Golem to vanquish his rival, and the monster goes berserk. Stylized sets and moody cinematography elevated Der Golem above the standard features of its time, its central figure has been the focus of a number of films produced in various countries, and the name has become a generic descriptor for any lumbering creature which can't be easily controlled.
{:it}Un poeta palestinese e un giornalista italiano aiutano cinque profughi siriani e palestinesi, arrivati a Milano dopo essere sbarcati a Lampedusa, a raggiungere la Svezia senza essere arrestati dalle autorità. Coinvolgendo allora anche una giovane ragazza siriana con passaporto tedesco il gruppo inscena un corteo nuziale, visto che "nessuno oserebbe mai fermare un corteo nuziale". E così, durante il viaggio di quattro giorni tra Milano e Stoccolma, passando per la Francia, il Lussemburgo, la Germania e la Danimarca, i protagonisti raccontano le loro storie e i loro sogni sperando soprattutto in un futuro senza più né guerre né frontiere. Parte dei ricavati della serata sarà devoluto a sostenere il nuovo progetto del documentarista e attivista dei diritti umani Gabriele Del Grande, recentemente liberato dopo la detenzione in Turchia. In collaborazione con Zalab.{:en}A Palestinian poet and an Italian journalist meet five Palestinians and Syrians in Milan who entered Europe via the Italian island of Lampedusa after fleeing the war in Syria. They decide to help them complete their journey to Sweden – and hopefully avoid getting themselves arrested as traffickers – by faking a wedding. With a Palestinian friend dressed up as the bride and a dozen or so Italian and Syrian friends as wedding guests, they cross halfway over Europe on a four-day journey of three thousand kilometres. This emotionally charged journey not only brings out the stories and hopes and dreams of the five Palestinians and Syrians and their rather special traffickers, but also reveals an unknown side of Europe – a transnational, supportive and irreverent Europe that ridicules the laws and restrictions of the Fortress in a kind of masquerade which is no other than the direct filming of something that really took place on the road from Milan to Stockholm from the 14th to the 18th of November 2013.
{:it}Oltre 70.000 musulmani, più di cinquanta associazioni. Una Grande Moschea, ma anche tanti spazi provvisori, tra saloni privati e garage. Come rispondere a una domanda sempre più urgente? Qual è il posto dell’Islam nella città? Cosa può offrire una moschea a Roma? È il momento di discuterne, tutti assieme. Una moschea per Roma? consiste in tre laboratori partecipativi. I laboratori sono aperti a tutti e non richiedono conoscenze specialistiche. A partire dal 19 di maggio alle ore 19, a ingresso libero per tutti, i materiali del laboratorio saranno protagonisti di una mostra presso il Cinema Detour, Via Urbana 107, 00184, Roma. Le immagini e i video di Una moschea per Roma? diventeranno parte della sezione Preview 2017 di On the Road Film Festival. Alle 21 sarà proiettato il documentario ‘IO STO CON LA SPOSA’ (2014), diretto da Gabriele Del Grande, Antonio Augugliaro e Khaled Soliman Al Nassiry. Proiezione con tessera annuale Detour e offerta libera. Parte degli incassi sosterranno il nuovo progetto di Gabriele Del Grande, "Un Partigiano mi disse". In collaborazione con Zalab.{:en}Una moschea per Roma? consists of three series of public meetings to be undertaken in Rome during May 2017, ending one week before the start of Ramadan 2017. The meetings are open to everyone—Muslims and non-Muslims, institutional actors, various civic organisations as well as private citizens. Using creative approaches as stimuli, the project forms a platform for conflict management, applying social sciences with participatory arts to improve cross-cultural dialogue, co-design pathways for religious pluralism and impact policy-making around the potential building of Islamic spaces in Rome. The documentation produced for and during Una moschea per Roma? will be exposed, from 19 May on, at Cinema Detour, Via Urbana 107, 00184 Rome, as part of the On the Road Festival programme. The opening evening, 19 May 21:00, will see the screening of the documentary ‘Io sto con la sposa’, directed by Gabriele Del Grande, Antonio Augugliaro and Khaled Soliman Al Nassiry will be shown. Free Entrance to the exhibition. Membership only admission. Donations Welcome in support of Gabriele Del Grande's most recent project "Un Partigiano mi disse". In collaboration with ZALAB.
{:it}Lì Sunita, una donna srilankese di mezz'età, divide le sue giornate tra il lavoro di badante e un figlio adolescente. Fra loro regna un silenzio pieno di tensioni. È una relazione segnata da molti conflitti. Essendo cresciuto in Italia, il figlio fa esperienza di un'ibridazione culturale difficile da capire per la madre, impegnata a lottare per vivere in un paese al quale non vuole appartenere. Realizzata da un giovane regista appartenente alla seconda generazione di immigrati srilankesi in Italia, quest’opera prima ambientata nel Nord Italia racconta con stile a tratti documentaristico il rapporto tra una madre sola e un figlio adolescente chiuso e ribelle. Al tempo stesso è uno spaccato della vita degli immigrati nel nostro paese, che vivono una vita spesso faticosa e piena di sacrifici e dove genitori e figli sono spesso divisi tra il desiderio di conservare la propria lingua e le proprie tradizioni e la voglia di integrarsi e sentirsi accettati. Un esordio maturo che è anche una voce che mancava nel nostro cinema: quella di chi è a metà tra due mondi e li ama entrambi.{:en}Per un figlio (පුතෙකුට) is a film by Suranga Deshapriya Katugampala, an Italian citizen of Sri Lankan (Ceylonese) origin. It is set in northern Italy, and portrays the relationship between an immigrant Sri Lankan mother and her adolescent and partially-acculturated son. It thus explores issues of multiculturalism and of small marginalised communities.[1] The principal rôle is played by Kaushalya Fernando.[2] In July 2016, the film received a special mention at the Mostra Internazionale del Nuovo Cinema (it) of Pesaro, in the Marche in eastern central Italy. In November 2016 it was presented at the Tallinn Black Nights Film Festival in Estonia.
{:it}“Ho imparato a rialzarmi dopo le sconfitte più dure”. Una storia incredibile quella di Chantal Ughi tanto da sembrare finzione. Una donna che ha combattuto tutta la vita per trovare se stessa e la sua strada superando violenze e ostacoli emotivi ed emozionali. Un esempio per tutte le donne che cercano una via d'uscita dalla paura e dalla violenza di genere. Combattere, difendersi, vivere seguendo i propri sogni e le proprie passioni. Con coraggio. “Lo stile del film è ipnotico […] un atto d’amore gratuito e per questo fragoroso verso una donna indomita, un inno alla rigenerazione di sé, attuata a costo di recidere radici e peregrinare in tre continenti cambiando pelle e abitudini, non permettendo che la vita, mai, decidesse al proprio posto. […] Manetti costruisce un personaggio indimenticabile utilizzando con sfrontatezza un linguaggio più consueto per il cinema di finzione che per il documentario”, Federico Pedroni. Musiche originali di Francesco Motta. Migliore Opera Prima italiana al Biografilm Festival di Bologna. On the Road Film Festival 2016 BEST FILM AUDIENCE AWARD./ After a painful break-up with her boyfriend in NYC, Italian actress and fashion model Chantal Ughi discovered that Muay Thai was the only way to deal with her rage and to confront the violence she suffered as a child. Best Italian Debut Film at 2016 Bologna Biografilm.{:en}After a painful break-up with her boyfriend in NYC, Italian actress and fashion model Chantal Ughi discovered that Muay Thai was the only way to deal with her rage and to confront the violence she suffered as a child. She went to Thailand to train for four weeks, but ended up moving there for five years, training and fighting, modifying both mind and body and reaching the highest level possible in the martial art. Now, after a one-year hiatus, Chantal is back in the ring, ready to fight her demons and to reopen old wounds, as she attempts to become world cham
{:it}A grande richiesta dopo un anno di tutto esaurito, in esclusiva al Cinema Detour un'altra proiezione di questo capolavoro! Dopo ben 23 anni di attesa Alejandro Jodorowsky, il regista cult di Santa Sangre e di La montagna Sacra, con un'autobiografia immaginaria, rilegge gli anni dell'infanzia del rivoluzionario scrittore, fumettista, saggista, drammaturgo, cineasta, tarologo e poeta cileno, in una catena di ricordi e sogni, grottesca e straniata. {:en}Through Alejandro Jodorowsky's autobiographical lens, Endless Poetry narrates the years of the Chilean artist's youth during which he liberated himself from all of his former limitations, from his family, and was introduced into the foremost bohemian artistic circle of 1940s Chile where he met Enrique Lihn, Stella Díaz Varín, Nicanor Parra... at the time promising young but unknown artists who would later become the titans of twentieth-century Hispanic literature. He grew inspired by the beauty of existence alongside these beings, exploring life together, authentically and freely. A tribute to Chile's artistic heritage, Endless Poetry is also an ode to the quest for beauty and inner truth, as a universal force capable of changing one's life forever, written by a man who has dedicated his life and career to creating spiritual and artistic awareness across the globe.
{:it}“Ho imparato a rialzarmi dopo le sconfitte più dure”. Una storia incredibile quella di Chantal Ughi. Una donna che ha combattuto con tutte le sue forze contro le sue paure e le violenze subite, e ha vinto. “Lo stile del film è ipnotico […] un atto d’amore gratuito e per questo fragoroso verso una donna indomita, un inno alla rigenerazione di sé, attuata a costo di recidere radici e peregrinare in tre continenti cambiando pelle e abitudini, non permettendo che la vita, mai, decidesse al proprio posto. […] Manetti costruisce un personaggio indimenticabile utilizzando con sfrontatezza un linguaggio più consueto per il cinema di finzione che per il documentario”, Federico Pedroni. Musiche originali di Francesco Motta. Migliore Opera Prima italiana al Biografilm Festival di Bologna. On the Road Film Festival 2016 BEST FILM AUDIENCE AWARD./ After a painful break-up with her boyfriend in NYC, Italian actress and fashion model Chantal Ughi discovered that Muay Thai was the only way to deal with her rage and to confront the violence she suffered as a child. Best Italian Debut Film at 2016 Bologna Biografilm.{:en}After a painful break-up with her boyfriend in NYC, Italian actress and fashion model Chantal Ughi discovered that Muay Thai was the only way to deal with her rage and to confront the violence she suffered as a child. She went to Thailand to train for four weeks, but ended up moving there for five years, training and fighting, modifying both mind and body and reaching the highest level possible in the martial art. Now, after a one-year hiatus, Chantal is back in the ring, ready to fight her demons and to reopen old wounds, as she attempts to become world cham
{:it}“Ho imparato a rialzarmi dopo le sconfitte più dure”. Una storia incredibile quella di Chantal Ughi. Una donna che ha combattuto con tutte le sue forze contro le sue paure e le violenze subite, e ha vinto. “Lo stile del film è ipnotico […] un atto d’amore gratuito e per questo fragoroso verso una donna indomita, un inno alla rigenerazione di sé, attuata a costo di recidere radici e peregrinare in tre continenti cambiando pelle e abitudini, non permettendo che la vita, mai, decidesse al proprio posto. […] Manetti costruisce un personaggio indimenticabile utilizzando con sfrontatezza un linguaggio più consueto per il cinema di finzione che per il documentario”, Federico Pedroni. Musiche originali di Francesco Motta. Migliore Opera Prima italiana al Biografilm Festival di Bologna. On the Road Film Festival 2016 BEST FILM AUDIENCE AWARD./ After a painful break-up with her boyfriend in NYC, Italian actress and fashion model Chantal Ughi discovered that Muay Thai was the only way to deal with her rage and to confront the violence she suffered as a child. Best Italian Debut Film at 2016 Bologna Biografilm.{:en}After a painful break-up with her boyfriend in NYC, Italian actress and fashion model Chantal Ughi discovered that Muay Thai was the only way to deal with her rage and to confront the violence she suffered as a child. She went to Thailand to train for four weeks, but ended up moving there for five years, training and fighting, modifying both mind and body and reaching the highest level possible in the martial art. Now, after a one-year hiatus, Chantal is back in the ring, ready to fight her demons and to reopen old wounds, as she attempts to become world cham
{:it}“Un bellissimo film sulla sorgente della creatività e dell'arte” Concita De Gregorio - La Repubblica. David Lynch ci accompagna con questo film in un intimo e personale viaggio nel tempo, raccontandoci gli anni della sua formazione artistica. Dall’infanzia nella tranquilla provincia Americana fino all’arrivo a Philadelphia, seguiamo le tappe del percorso che ha portato David Lynch a diventare uno dei più enigmatici e controversi registi del cinema contemporaneo. Originale miscela di immagini, musica ed estratti dai suoi primi film, “David Lynch: The Art Life” illumina gli oscuri meandri del suo mondo visionario, offrendo al pubblico la possibilità di comprendere sia l’artista che l’uomo. Grazie a “David Lynch: The Art Life” possiamo così scoprire le paure, le contraddizioni e gli sforzi che Lynch ha dovuto superare durante la propria carriera, incontrando le persone che hanno contribuito alla sua formazione. Appare così evidente che già da giovane Lynch vedeva il mondo in modo diverso, assimilandone le ombre e impiegando i propri sogni fino a creare gli affreschi visionari che hanno ipnotizzato il pubblico di tutto il mondo.{:en}David Lynch takes us on an intimate journey through the formative years of his life. From his idyllic upbringing in small town America to the dark streets of Philadelphia, we follow Lynch as he traces the events that have helped to shape one of cinema's most enigmatic directors. David Lynch the Art Life infuses Lynch's own art, music and early films, shining a light into the dark corners of his unique world, giving audiences a better understanding of the man and the artist. As Lynch states "I think every time you do something, like a painting or whatever, you go with ideas and sometimes the past can conjure those ideas and color them, even if they're new ideas, the past colors them."
{:it}Lì Sunita, una donna srilankese di mezz'età, divide le sue giornate tra il lavoro di badante e un figlio adolescente. Fra loro regna un silenzio pieno di tensioni. È una relazione segnata da molti conflitti. Essendo cresciuto in Italia, il figlio fa esperienza di un'ibridazione culturale difficile da capire per la madre, impegnata a lottare per vivere in un paese al quale non vuole appartenere. Realizzata da un giovane regista appartenente alla seconda generazione di immigrati srilankesi in Italia, quest’opera prima ambientata nel Nord Italia racconta con stile a tratti documentaristico il rapporto tra una madre sola e un figlio adolescente chiuso e ribelle. Al tempo stesso è uno spaccato della vita degli immigrati nel nostro paese, che vivono una vita spesso faticosa e piena di sacrifici e dove genitori e figli sono spesso divisi tra il desiderio di conservare la propria lingua e le proprie tradizioni e la voglia di integrarsi e sentirsi accettati. Un esordio maturo che è anche una voce che mancava nel nostro cinema: quella di chi è a metà tra due mondi e li ama entrambi.{:en}Per un figlio (පුතෙකුට) is a film by Suranga Deshapriya Katugampala, an Italian citizen of Sri Lankan (Ceylonese) origin. It is set in northern Italy, and portrays the relationship between an immigrant Sri Lankan mother and her adolescent and partially-acculturated son. It thus explores issues of multiculturalism and of small marginalised communities.[1] The principal rôle is played by Kaushalya Fernando.[2] In July 2016, the film received a special mention at the Mostra Internazionale del Nuovo Cinema (it) of Pesaro, in the Marche in eastern central Italy. In November 2016 it was presented at the Tallinn Black Nights Film Festival in Estonia.
{:it}On the Road Film Festival 2016 BEST FILM AUDIENCE AWARD. “Ho imparato a rialzarmi dopo le sconfitte più dure”. Una storia incredibile quella di Chantal Ughi. Una donna che ha combattuto con tutte le sue forze contro le sue paure e le violenze subite, e ha vinto. “Lo stile del film è ipnotico […] è un sorprendente character study, un atto d’amore gratuito e per questo fragoroso verso una donna indomita, un inno alla rigenerazione di sé, attuata a costo di recidere radici e peregrinare in tre continenti cambiando pelle e abitudini, non permettendo che la vita, mai, decidesse al proprio posto. […] Unendo meticolosa osservazione, interviste, materiali di repertorio di varia e disomogenea provenienza, Manetti miracolosamente costruisce un personaggio indimenticabile utilizzando con sfrontatezza un linguaggio più consueto per il cinema di finzione che per il documentario”, Federico Pedroni. Migliore Opera Prima italiana al Biografilm Festival di Bologna. / After a painful break-up with her boyfriend in NYC, Italian actress and fashion model Chantal Ughi discovered that Muay Thai was the only way to deal with her rage and to confront the violence she suffered as a child. Best Italian Debut Film at 2016 Bologna Biografilm.{:en}After a painful break-up with her boyfriend in NYC, Italian actress and fashion model Chantal Ughi discovered that Muay Thai was the only way to deal with her rage and to confront the violence she suffered as a child. She went to Thailand to train for four weeks, but ended up moving there for five years, training and fighting, modifying both mind and body and reaching the highest level possible in the martial art. Now, after a one-year hiatus, Chantal is back in the ring, ready to fight her demons and to reopen old wounds, as she attempts to become world cham
{:it}Lì Sunita, una donna srilankese di mezz'età, divide le sue giornate tra il lavoro di badante e un figlio adolescente. Fra loro regna un silenzio pieno di tensioni. È una relazione segnata da molti conflitti. Essendo cresciuto in Italia, il figlio fa esperienza di un'ibridazione culturale difficile da capire per la madre, impegnata a lottare per vivere in un paese al quale non vuole appartenere. Realizzata da un giovane regista appartenente alla seconda generazione di immigrati srilankesi in Italia, quest’opera prima ambientata nel Nord Italia racconta con stile a tratti documentaristico il rapporto tra una madre sola e un figlio adolescente chiuso e ribelle. Al tempo stesso è uno spaccato della vita degli immigrati nel nostro paese, che vivono una vita spesso faticosa e piena di sacrifici e dove genitori e figli sono spesso divisi tra il desiderio di conservare la propria lingua e le proprie tradizioni e la voglia di integrarsi e sentirsi accettati. Un esordio maturo che è anche una voce che mancava nel nostro cinema: quella di chi è a metà tra due mondi e li ama entrambi.{:en}Per un figlio (පුතෙකුට) is a film by Suranga Deshapriya Katugampala, an Italian citizen of Sri Lankan (Ceylonese) origin. It is set in northern Italy, and portrays the relationship between an immigrant Sri Lankan mother and her adolescent and partially-acculturated son. It thus explores issues of multiculturalism and of small marginalised communities.[1] The principal rôle is played by Kaushalya Fernando.[2] In July 2016, the film received a special mention at the Mostra Internazionale del Nuovo Cinema (it) of Pesaro, in the Marche in eastern central Italy. In November 2016 it was presented at the Tallinn Black Nights Film Festival in Estonia.
{:it}“Un bellissimo film sulla sorgente della creatività e dell'arte” Concita De Gregorio - La Repubblica. David Lynch ci accompagna con questo film in un intimo e personale viaggio nel tempo, raccontandoci gli anni della sua formazione artistica. Dall’infanzia nella tranquilla provincia Americana fino all’arrivo a Philadelphia, seguiamo le tappe del percorso che ha portato David Lynch a diventare uno dei più enigmatici e controversi registi del cinema contemporaneo. Originale miscela di immagini, musica ed estratti dai suoi primi film, “David Lynch: The Art Life” illumina gli oscuri meandri del suo mondo visionario, offrendo al pubblico la possibilità di comprendere sia l’artista che l’uomo. Grazie a “David Lynch: The Art Life” possiamo così scoprire le paure, le contraddizioni e gli sforzi che Lynch ha dovuto superare durante la propria carriera, incontrando le persone che hanno contribuito alla sua formazione. Appare così evidente che già da giovane Lynch vedeva il mondo in modo diverso, assimilandone le ombre e impiegando i propri sogni fino a creare gli affreschi visionari che hanno ipnotizzato il pubblico di tutto il mondo.{:en}David Lynch takes us on an intimate journey through the formative years of his life. From his idyllic upbringing in small town America to the dark streets of Philadelphia, we follow Lynch as he traces the events that have helped to shape one of cinema's most enigmatic directors. David Lynch the Art Life infuses Lynch's own art, music and early films, shining a light into the dark corners of his unique world, giving audiences a better understanding of the man and the artist. As Lynch states "I think every time you do something, like a painting or whatever, you go with ideas and sometimes the past can conjure those ideas and color them, even if they're new ideas, the past colors them."
{:it}On the Road Film Festival 2016 BEST FILM AUDIENCE AWARD. "Ho imparato a rialzarmi dopo le sconfitte più dure". Una storia incredibile quella di Chantal Ughi. Una donna che ha combattuto con tutte le sue forze contro le sue paure e le violenze subite, e ha vinto. “Lo stile del film è ipnotico […] è un sorprendente character study, un atto d’amore gratuito e per questo fragoroso verso una donna indomita, un inno alla rigenerazione di sé, attuata a costo di recidere radici e peregrinare in tre continenti cambiando pelle e abitudini, non permettendo che la vita, mai, decidesse al proprio posto. […] Unendo meticolosa osservazione, interviste, materiali di repertorio di varia e disomogenea provenienza, Manetti miracolosamente costruisce un personaggio indimenticabile utilizzando con sfrontatezza un linguaggio più consueto per il cinema di finzione che per il documentario", Federico Pedroni. Prima italiana al Biografilm Festival di Bologna. / After a painful break-up with her boyfriend in NYC, Italian actress and fashion model Chantal Ughi discovered that Muay Thai was the only way to deal with her rage and to confront the violence she suffered as a child. Best Italian Debut Film at 2016 Bologna Biografilm.{:en}After a painful break-up with her boyfriend in NYC, Italian actress and fashion model Chantal Ughi discovered that Muay Thai was the only way to deal with her rage and to confront the violence she suffered as a child. She went to Thailand to train for four weeks, but ended up moving there for five years, training and fighting, modifying both mind and body and reaching the highest level possible in the martial art. Now, after a one-year hiatus, Chantal is back in the ring, ready to fight her demons and to reopen old wounds, as she attempts to become world champion again.
{:it}“Un bellissimo film sulla sorgente della creatività e dell'arte” Concita De Gregorio - La Repubblica. David Lynch ci accompagna con questo film in un intimo e personale viaggio nel tempo, raccontandoci gli anni della sua formazione artistica. Dall’infanzia nella tranquilla provincia Americana fino all’arrivo a Philadelphia, seguiamo le tappe del percorso che ha portato David Lynch a diventare uno dei più enigmatici e controversi registi del cinema contemporaneo. Originale miscela di immagini, musica ed estratti dai suoi primi film, “David Lynch: The Art Life” illumina gli oscuri meandri del suo mondo visionario, offrendo al pubblico la possibilità di comprendere sia l’artista che l’uomo. Grazie a “David Lynch: The Art Life” possiamo così scoprire le paure, le contraddizioni e gli sforzi che Lynch ha dovuto superare durante la propria carriera, incontrando le persone che hanno contribuito alla sua formazione. Appare così evidente che già da giovane Lynch vedeva il mondo in modo diverso, assimilandone le ombre e impiegando i propri sogni fino a creare gli affreschi visionari che hanno ipnotizzato il pubblico di tutto il mondo.{:en}David Lynch takes us on an intimate journey through the formative years of his life. From his idyllic upbringing in small town America to the dark streets of Philadelphia, we follow Lynch as he traces the events that have helped to shape one of cinema's most enigmatic directors. David Lynch the Art Life infuses Lynch's own art, music and early films, shining a light into the dark corners of his unique world, giving audiences a better understanding of the man and the artist. As Lynch states "I think every time you do something, like a painting or whatever, you go with ideas and sometimes the past can conjure those ideas and color them, even if they're new ideas, the past colors them."