CORN ISLAND di George Ovashvili. Nuovo Cinema Georgiano. Ultima proiezione!

Sul fiume che segna il confine naturale e contrastato tra l’Abkhazia e la Georgia, isole itineranti si formano e si disfano a seconda delle stagioni e dei capricci degli elementi. Avventurosamente, un vecchio contadino e sua nipote si installano su questa terra di nessuno, per coltivarvi il necessario per sopravvivere all’inverno, ma i pericoli sono molteplici. Quando non sono i conflitti armati, è la natura che minaccia di riacquistare i propri diritti scatenando il fiume, e l’arrivo di un militare ferito e ricercato turba il delicato equilibrio della coppia. Corn Island è tutto questo ed altro. É un’opera cinematografica di struggente bellezza in cui si mescolano e si uniscono temi e problematiche differenti tra loro: il costante ed infinito rapporto conflittuale tra uomo e Natura, le rivalità etniche e geopolitiche e il tumultuoso sviluppo dell’adolescenza. / ENG. Swollen up by the spring inundation, the river falls down on the lowlands and before eventually throwing rocks and silts in the sea, gathers them here and there in the middle of the river. In several days, even sometimes overnight, in these shoals rather large islands are created. Soil of such an island is rich and fertile. An old man and its young grand-daughter decide to grow corn on this island. But soldiers pass by.

8 ott CORN ISLAND di George Ovashvili. Short List migliori film stranieri Oscar 2014

Sul fiume che segna il confine naturale e contrastato tra l’Abkhazia e la Georgia, isole itineranti si formano e si disfano a seconda delle stagioni e dei capricci degli elementi. Avventurosamente, un vecchio contadino e sua nipote si installano su questa terra di nessuno, per coltivarvi il necessario per sopravvivere all’inverno, ma i pericoli sono molteplici. Quando non sono i conflitti armati, è la natura che minaccia di riacquistare i propri diritti scatenando il fiume, e l’arrivo di un militare ferito e ricercato turba il delicato equilibrio della coppia. Corn Island è tutto questo ed altro. É un’opera cinematografica di struggente bellezza in cui si mescolano e si uniscono temi e problematiche differenti tra loro: il costante ed infinito rapporto conflittuale tra uomo e Natura, le rivalità etniche e geopolitiche e il tumultuoso sviluppo dell’adolescenza. / ENG. Swollen up by the spring inundation, the river falls down on the lowlands and before eventually throwing rocks and silts in the sea, gathers them here and there in the middle of the river. In several days, even sometimes overnight, in these shoals rather large islands are created. Soil of such an island is rich and fertile. An old man and its young grand-daughter decide to grow corn on this island. But soldiers pass by.

7 ott CORN ISLAND di George Ovashvili. Short List migliori film stranieri Oscar 2014

Sul fiume che segna il confine naturale e contrastato tra l’Abkhazia e la Georgia, isole itineranti si formano e si disfano a seconda delle stagioni e dei capricci degli elementi. Avventurosamente, un vecchio contadino e sua nipote si installano su questa terra di nessuno, per coltivarvi il necessario per sopravvivere all’inverno, ma i pericoli sono molteplici. Quando non sono i conflitti armati, è la natura che minaccia di riacquistare i propri diritti scatenando il fiume, e l’arrivo di un militare ferito e ricercato turba il delicato equilibrio della coppia. Corn Island è tutto questo ed altro. É un’opera cinematografica di struggente bellezza in cui si mescolano e si uniscono temi e problematiche differenti tra loro: il costante ed infinito rapporto conflittuale tra uomo e Natura, le rivalità etniche e geopolitiche e il tumultuoso sviluppo dell’adolescenza. / ENG. Swollen up by the spring inundation, the river falls down on the lowlands and before eventually throwing rocks and silts in the sea, gathers them here and there in the middle of the river. In several days, even sometimes overnight, in these shoals rather large islands are created. Soil of such an island is rich and fertile. An old man and its young grand-daughter decide to grow corn on this island. But soldiers pass by.

4 ott CORN ISLAND di George Ovashvili. Short List migliori film stranieri Oscar 2014

Sul fiume che segna il confine naturale e contrastato tra l’Abkhazia e la Georgia, isole itineranti si formano e si disfano a seconda delle stagioni e dei capricci degli elementi. Avventurosamente, un vecchio contadino e sua nipote si installano su questa terra di nessuno, per coltivarvi il necessario per sopravvivere all’inverno, ma i pericoli sono molteplici. Quando non sono i conflitti armati, è la natura che minaccia di riacquistare i propri diritti scatenando il fiume, e l’arrivo di un militare ferito e ricercato turba il delicato equilibrio della coppia. Corn Island è tutto questo ed altro. É un’opera cinematografica di struggente bellezza in cui si mescolano e si uniscono temi e problematiche differenti tra loro: il costante ed infinito rapporto conflittuale tra uomo e Natura, le rivalità etniche e geopolitiche e il tumultuoso sviluppo dell’adolescenza. / ENG. Swollen up by the spring inundation, the river falls down on the lowlands and before eventually throwing rocks and silts in the sea, gathers them here and there in the middle of the river. In several days, even sometimes overnight, in these shoals rather large islands are created. Soil of such an island is rich and fertile. An old man and its young grand-daughter decide to grow corn on this island. But soldiers pass by.

3 ott CORN ISLAND di George Ovashvili. Short List migliori film stranieri Oscar 2014

Sul fiume che segna il confine naturale e contrastato tra l’Abkhazia e la Georgia, isole itineranti si formano e si disfano a seconda delle stagioni e dei capricci degli elementi. Avventurosamente, un vecchio contadino e sua nipote si installano su questa terra di nessuno, per coltivarvi il necessario per sopravvivere all’inverno, ma i pericoli sono molteplici. Quando non sono i conflitti armati, è la natura che minaccia di riacquistare i propri diritti scatenando il fiume, e l’arrivo di un militare ferito e ricercato turba il delicato equilibrio della coppia. Corn Island è tutto questo ed altro. É un’opera cinematografica di struggente bellezza in cui si mescolano e si uniscono temi e problematiche differenti tra loro: il costante ed infinito rapporto conflittuale tra uomo e Natura, le rivalità etniche e geopolitiche e il tumultuoso sviluppo dell’adolescenza. / ENG. Swollen up by the spring inundation, the river falls down on the lowlands and before eventually throwing rocks and silts in the sea, gathers them here and there in the middle of the river. In several days, even sometimes overnight, in these shoals rather large islands are created. Soil of such an island is rich and fertile. An old man and its young grand-daughter decide to grow corn on this island. But soldiers pass by.

1 – 9 ott CORN ISLAND di George Ovashvili. Short List migliori film stranieri Oscar 2014

Sul fiume che segna il confine naturale e contrastato tra l’Abkhazia e la Georgia, isole itineranti si formano e si disfano a seconda delle stagioni e dei capricci degli elementi. Avventurosamente, un vecchio contadino e sua nipote si installano su questa terra di nessuno, per coltivarvi il necessario per sopravvivere all’inverno, ma i pericoli sono molteplici. Quando non sono i conflitti armati, è la natura che minaccia di riacquistare i propri diritti scatenando il fiume, e l’arrivo di un militare ferito e ricercato turba il delicato equilibrio della coppia. Corn Island è tutto questo ed altro. É un’opera cinematografica di struggente bellezza in cui si mescolano e si uniscono temi e problematiche differenti tra loro: il costante ed infinito rapporto conflittuale tra uomo e Natura, le rivalità etniche e geopolitiche e il tumultuoso sviluppo dell’adolescenza. / ENG. Swollen up by the spring inundation, the river falls down on the lowlands and before eventually throwing rocks and silts in the sea, gathers them here and there in the middle of the river. In several days, even sometimes overnight, in these shoals rather large islands are created. Soil of such an island is rich and fertile. An old man and its young grand-daughter decide to grow corn on this island. But soldiers pass by.

2 ott CORN ISLAND di George Ovashvili. Short List migliori film stranieri Oscar 2014

Sul fiume che segna il confine naturale e contrastato tra l’Abkhazia e la Georgia, isole itineranti si formano e si disfano a seconda delle stagioni e dei capricci degli elementi. Avventurosamente, un vecchio contadino e sua nipote si installano su questa terra di nessuno, per coltivarvi il necessario per sopravvivere all’inverno, ma i pericoli sono molteplici. Quando non sono i conflitti armati, è la natura che minaccia di riacquistare i propri diritti scatenando il fiume, e l’arrivo di un militare ferito e ricercato turba il delicato equilibrio della coppia. Corn Island è tutto questo ed altro. É un’opera cinematografica di struggente bellezza in cui si mescolano e si uniscono temi e problematiche differenti tra loro: il costante ed infinito rapporto conflittuale tra uomo e Natura, le rivalità etniche e geopolitiche e il tumultuoso sviluppo dell’adolescenza. / ENG. Swollen up by the spring inundation, the river falls down on the lowlands and before eventually throwing rocks and silts in the sea, gathers them here and there in the middle of the river. In several days, even sometimes overnight, in these shoals rather large islands are created. Soil of such an island is rich and fertile. An old man and its young grand-daughter decide to grow corn on this island. But soldiers pass by.

Marzo 2014

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Cinema | Corsi e Laboratori | Esposizioni | Attività per Bambini | Cine Bar | Musica | Video d’Arte e Teatro | Produzione | Distribuzione ed editoria indipendente | Web Radio

Associazione Culturale Detour ARCI – Via Urbana 107 Roma www.cinedetour.it – cinedetour@tiscali.it

Comunicazione riservata ai soci ARCI – Il programma può subire variazioni

***

SABATO 1 ore 21.00

IN COLLABORAZIONE CON I PALOMINO

Detour Unchained

A Greatest Westerns Tribute

Ai cowboys e alle cowgirls che si presenteranno con vestiti a tema western offriremo uno shot di Tequila Bang Bang! Sono ben accetti cappelli, stivali, speroni, ponchos, cinturoni e pistole (giocattolo eh!) ecc.

ore 21.00 Chilli & Soda. Aperitivo Western

ore 21.30 presentazione del nuovo film di Deborah Farina “Punk Cowboys – The Spaghettirock  – Western  Movie ” con visione del trailer alla presenza della regista

“Punk Cowboys. The Spaghettirock-Western Movie” è l’opera ancora ‘non finita’ di M. Deborah Farina. Iniziate abusivamente le riprese in Almeria (su quel che rimane dei set degli spaghetti-western dei vari Leone, Tessari, Corbucci) questo film indipendente e sperimentale, è un western contemporaneo tra comedy noir dagli echi tarantiniani e musicarello rock.

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ore 22.00 Palomino Western Live

I migliori film western sonorizzati Live dai Palomino. Proiezione di un blob di cinema western, dal mucchio selvaggio a sentieri selvaggi

Arpad Vincenti – voce chitarra acustica | Danilo Cartia – banjo | Alberto Antonucci – contrabbasso | Flavio Pasquetto – steel guitar

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DOMENICA 2 ore 16.00

Detour presenta

***CINEBIMBI IN MASCHERA***

film di carnevale e giochi Per info e prenotazioni: cinebimbi@gmail.com

cinebimbi

Cinebimbi è la fabbrica dei sogni per i più piccoli. Al cinebimbi i  bambini posso condividere con i propri amici e coetanei la magia della visione cinematografica. Detour selezionerà per loro i migliori titoli dell’animazione contemporanea e non. E per i papà e le mamme cinebar e caffetteria in funzione con proiezioni e musica per noi. L’ingresso e’ riservato ai soci ARCI: i genitori devono sottoscrivere la tessera. Per ogni tessera si ha diritto a un ingresso omaggio. Ingresso alla proiezione 5 euro.

ore 20.00 “And the Oscar Goes To…”

IN COLLABORAZIONE CON I WONDER PICTURES

The Act of Killing (Jagal)

Nominato agli Oscar come miglior film documentario 2014

di Joshua Oppenheimer  (Gb/Dan/Nor 2013, 160’, original vers. sott. Ita, director’s cut)

“Il film più potente, surreale e terrificante degli ultimi dieci anni” – Werner Herzog

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Indonesia: gli assassini raccontano. Nel 1965 i paramilitari del movimento Pancasila danno vita a un colpo di Stato che sfocia in un genocidio. Oltre un milione di persone finiscono trucidate nella “più grande caccia ai comunisti di tutti i tempi”. I killer di allora oggi sono anziani signori benestanti che, in questo film impressionante, fanno cinema. Ricreano e mettono in scena i loro atti criminali. Spesso, in una tragica inversione, impersonano le vittime. Il sorprendente regista Joshua Oppenheimer, al suo esordio, segue il loro percorso dal compiacimento di protagonisti di una violenta giustizia politica alla riflessione sulle implicazioni, non solo morali, dell’omicidio di Stato. Tra i moltissimi riconoscimenti raccolti in giro per il mondo, segnaliamo il Premio come miglior documentario all’European Film Award 2013, il Premio della giuria ecumenica al Festival di Berlino 2013, nella sezione Panorama Dokumente, e quello per la miglior produzione internazionale al Biografilm Festival dello stesso anno. Tra i produttori esecutivi figurano Werner Herzog e Errol Morris. Il film è candidato all’Oscar come migliore documentario 2014.

A documentary that challenges former Indonesian death squad leaders to reenact their real-life mass-killings in whichever cinematic genres they wish, including classic Hollywood crime scenarios and lavish musical numbers. Nominated for the Academy Award for Best Documentary Feature 2014.

“The act of killing è un documentario sui massacri avvenuti in Indonesia tra il 1965 e il 1966, quando un tentato golpe andato male segnò l’inizio della fine per il presidente riformatore Sukarno, scatenando un’ondata di violenza contro i comunisti, i presunti tali e (già che c’erano) la locale comunità cinese, anche se la maggior parte dei cinesi in Indonesia erano dei piccoli imprenditori fuggiti dalla Cina comunista. Oppenheimer si e’ finto un regista di fiction che vuole fare un film d’azione sugli eventi di quegli anni. E ha chiesto a due piccoli gangster di strada, vicini alle forze paramilitari responsabili di molti massacri, di interpretare se stessi. Da cui il titolo del documentario: in inglese, the act of killing significa sia “l’atto di uccidere” sia “la recita del massacro”. Uno dei protagonisti, Anwar Congo, è un uomo vispo di carattere apparentemente bonario. Ma non ha problemi nel far vedere al regista (in sequenze che immagino siano state presentate agli attori come il making of del finto film d’azione) come ha strangolato le sue vittime con il fil di ferro perché con altri metodi “c’era troppo sangue da ripulire”. Un altro assassino, veterano di quegli anni, ricorda scherzosamente, come se raccontasse una barzelletta, che un giorno si era messo in testa di uccidere tuti i cinesi che incontrava per strada. Il fatto che uno di loro fosse il patrigno della sua ragazza di allora non l’ha fermato. Ma la grandezza del film di Oppenheimer sta anche nel fatto che non è una semplice presa di coscienza imposta dal dio-analista-regista. A un certo punto parte per una tangente inaspettata: il regista comincia a dare forma scenica agli incubi di Congo, arrivando a regalarci delle scene surreali (un pesce gigante di cartapesta, ragazze danzanti, un collega-assassino di Congo che si traveste da donna…) che sembrano uscite da un musical diretto da un Dalì indonesiano.” (Lee Marshall,  da Internazionale)


LUNEDì 3 ore 19.00

RE:COMMON presenta EVENTO PUBBLICO (ingresso libero fino a esaurimento dei posti, senza tesseramento)

Land Grabbing in Senegal

Le responsabilità italiane sull’accaparramento di terra. le voci delle comunità locali

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Un investimento italiano controverso per produrre inizialmente agro-carburanti per il mercato europeo su 20mila ettari di terreni agricoli in Senegal ha spostato comunità e scatenato violenti scontri tra contadini e polizia.

Le associazioni Re:Common, Action Aid Italia, Peuple Solidaires, Grain, Oakland Institute, in solidarietà con le organizzazioni contadine senegalesi e le comunità locali in Senegal, promuovono una settimana di iniziative in Europa e invitano tutti coloro che stanno lottando contro l’accaparramento di terra a unirsi a loro nel chiedere la fine di questo progetto e la restituzione delle terre ai pastori e ai contadini.

Modera: Stefano LibertiGiornalista, autore di “Land Grabbing: come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo” Intervengono: Mariam SowEdna Pronat (Senegal) Elhadji Thierno CissèConsiglio nazionale per la consultazione e la cooperazione rurale – CNCR (senegal) Fatou NgomActionAid Senegal Roberto SensiActionAid Giulia Franchi – Re:Common


 MARTEDì 4 ore 21

CINEKLANDESTINO

I misteri dell’organismo (W.R. – Misterije organizma)

di Dusan Makavejev (Jug-Rft 1971, 84′, v.o. sott. Italiano)

Misterije-organizma

Considerato l’unico film documentaristico, slapstick, comunista, anticomunista, d’avanguardia che tratta di sesso. Impossibile rintracciare una trama lineare per “W.R. – I Misteri dell’Organismo” poiché il regista yugoslavo Makavejev, a suo dire, si rifaceva al montaggio dialettico teorizzato da Eisenstein. Di base si parte da una rilettura del lavoro di Wilhelm Reich che propugnava l’orgasmo come forma di liberazione psicosociale. Reich creò un accumulatore di Orgone, l’energia vitale soprattutto presente durante l’orgasmo, e cercò di venderla in giro oltre ad organizzare incontri di gruppi che usavano il sesso come cura per le malattie. Le teorie di Reich non trovarono il plauso della comunità scientifica, lui venne condannato dalla Food and Drug Administration e finì in prigione dove nel 1957 morì. La storia è per Makavejev lo spunto per mostrare come la politica, sia quella marxista che quella occidentale, non facciano altro che tentare di limitare la sessualità (e per estensione del concetto la libertà) della gente; non riuscendoci. (fonte: http://www.exxagon.it/wrmisteridellorganismo.html)

“W.R.” is pioneering sexologist Wilhelm Reich, whose precedent-breaking theories concerning carnal behavior and politics (including the invention of the orgone box) made him persona non grata in most psychoanalytic circles. By all accounts, Reich began his career brilliantly – as the next great successor to Freud and Jung; he then delved into extraordinarily controversial work that divided his critics, leading some to conclude that Reich had experienced a psychotic break from reality. Dusan Makavejev is the equally controversial Yugoslavian director fascinated by Reich’s theories. This essay film by Makavejev – his first major work – constitutes a witty, free-form riff on the director’s perception of Reichian philosophies as the basis of individual and collective sexual liberation. 


MERCOLEDì 5

ore 17.30

The Act of Killing (Jagal) di Joshua Oppenheimer  (vedi scheda 2 febbraio)

ore 21.00


in collaborazione con la rivista schermaglie (www.schermaglie.it)

Carlo Mazzacurati, un regista italiano

Una serata di proiezioni, immagini, commenti al cinema di Carlo Mazzacurati, da Notte italiana in avanti. Aperitivo dalle 19.30

mazzacurati


 GIOVEDì 6 ore 17.30 – 19.15 – 21.00 VENERDì 7 ore 18.00 SABATO 8 ore 20.30 – 22.30 DOMENICA 9 ore 21.00

in collaborazione con I WONDER PICTURES

PUSSY RIOT – A Punk Prayer

di Mike Lerner , Maxim Pozdorovkin (Russia-Gb 2013, 90′, v.o. sott. italiani)

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Marzo 2012. Tre attiviste del gruppo Pussy Riot vengono arrestate per aver preso parte ad un’incursione situazionista di pochi secondi nella Cattedrale moscovita di Cristo Salvatore. La preghiera punk di Nadia, Masha e Katia, “Madre di Dio diventa una femminista e liberaci da Putin”, fa infuriare all’unisono il potere politico e quello ecclesiastico. Il documentario di Maxim Pozdorovkin e Mike Lerner, presentato al Sundance, racconta la vicenda processuale delle tre donne, contestualizzandola dentro una storia – quella russa – di scarsissima tolleranza delle controculture.  C’è un’idea di spettacolo, alla base della forma di protesta scelta dalle Pussy Riot, che evoca la leggerezza del gioco, la libertà dell’espressione e la scelta della non violenza, e c’è una risposta pesantemente sproporzionata e liberticida da parte del governo (ma anche delle milizie religiose che minacciano le famiglie delle ragazze) che racconta da sola la serietà della vicenda e l’isolamento delle protagoniste, prima ancora del sopraggiungere della reclusione fisica. Lo stesso film di Pozdorovkin e Lerner, che parte con intenzioni leggere (i nomi delle donne presentati in sovrimpressione come piccole grandi star), s’incupisce man mano che di fronte a loro si alza il muro dell’odio, pur restando sempre nel confine di un’estetica ispirata ai dettami punk del DIY, Do it yourself. (Marianna Cappi, mymovies)

Pussy Riot is a Russian feminist punk rock protest group based in Moscow. Founded in August 2011, it has a variable membership of approximately 11 women ranging in age from about 20 to 33. They stage unauthorized provocative guerrilla performances in unusual public locations, which are edited into music videos and posted on the Internet. Their lyrical themes include feminism, LGBT rights, opposition to the policies of Russian President Vladimir Putin, whom they regard as a dictator, and links between Putin and the leadership of the Russian Orthodox Church. Filmed over the course of 6 months, this documentary tells the incredible story of three of this young women: Nadia, Masha and Katia, who faced seven years in a Russian prison for a satirical performance in a Moscow cathedral. But who is really on trial in a case that has gripped the nation and the world beyond – young artists or the society they live in?

https://www.facebook.com/PyssyRiotTheDocumentary/info


VENERDì 7

con il patrocinio del Municipio Roma I

Situazioni al femminile

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ore 18.00 Pussy Riot – A Punk prayer (vedi scheda giovedì 6)

***

ore 20.00  aperitivo con Hedy Lamarr (Ita, Indie-pop-rock)

Gli Hedy Lamarr nascono a Roma, nell’autunno del 2011. Stanno lavorando al loro nuovo Ep.  Umberto Duca – basso, chitarra, laptop e tastiere | Solange Mattioli – Voce

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ore 20.45 Reading Ophelia | 1.Ecstasy 

di Compagnia Morgana B

***

ore 21.15  Attraversare Roma (à travers Rome, 20′) 2013 + ST#2 2012 (3′) + ST#1 2011 (3′) 

di Aude Fourel

***

ore 21.30 il cinema d’animazione sperimentale di Isabel Herguera (EH)

Isabel scopre l’animazione quando un amico gli mostra per la prima volta il funzionamento di una cinepresa Bolex e le regala una stampante ottica. Da allora immagina storie che realizza in diverse parti del mondo su scenografie che possono essere trasportate in una valigia. Dal 2005 insegna animazione in India, dove si rifugia appena può per disegnare su vecchi quaderni, soprattutto nelle stazioni dei treni e alle fermate dell’autobus.

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“Spain Loves you ” 5 min. 1987 Questo apparentemente semplice racconto familiare contiene una rilettura particolare di dieci anni della storia spagnola, dalla nascita dei due fratelli dell’autrice fino alla morte del dittatore Franco nel 1975. “Muertitos” 10 min.1994 Un venditore di fortune convince i defunti di un cimitero di una città di frontiera di Tijuana, Messico, ad attraversare la forntiera con gli USA per poter godere dei piaceri del tanto ambito Nord. I defunti iniziano un viaggio dal quale non torneranno mai indietro. “La Gallina Ciega” 7 min. 2005 Un cieco perde accidentalmente il suo cane guida. Solo e nell’oscurità in mezzo a una grande città, scopre che la sua forza risiede nel riconoscere la propria vulnerabilità. “Ámár” 8 min. 2010 Inés va a trovare il suo amico Ámár in India, dove vive da molti anni ricoverato in una clinica per malattie mentali. Inés ricorda gli ultimi giorni passati insieme e la sua promessa di ritornare. “Accident revisited” 1 min 2012 Omaggio a Jules Engel, disegnatore degli studi UPA e creatore di Mr. Magoo . “Bajo la Almohada” 8min. 2012 Documentario di animazione realizzato a partire dai disegni e dalle voci di un gruppo di bambini ricoverati in una clinica in India. La chitarra, i balli, una gita al mare, i gatti Sweety e Kitty e le suore che se ne prendono cura, sono tra i tanti tesori e dei sogni che questi bambini nascondono soto il cuscino. “Sisifo en el Zocalo” 1 min 2013 e “Sultanas Mehendi” 1 min. 2013 Due lavori di cui Isabel ha curato la produzione, l’animazione o il disegno dei personaggi. “Quien engaña no gana” 4 min 2005  (studenti del NID) Un’interpretazione visiva  di una canzone del gruppo Ojos de brujo. L’utilizzo della tecnica di animazione con la sabbia, suggerisce che tutto può trasformarsi in sabbiao polvere e volare via. “Breathing spaces”  2 min  2011 (studenti del NID) Un progetto collettivo, in cui un gruppo di studenti dell’Istituto Nazionale di design di Ahmedabad in India, esplora diversi angoli della città. Grazie a una mattiniera routine di schizzi, hanno catturato rapidi gesti del paesaggio, delle persone e degli animali. Il risultato è una miscela di disegni spontanei e tentativi di animarli attraverso un Lightbox. “The Balloon”  4 min  2004  (regia Satinder Singh) Alla ricerca del pallone perso durante il gioco, una bambina vive una nuova avventura. “Berbaoc”  5 min  (Artisti di Arteleku) Diretto dagli artisti José Belmonte, Izibene Oñederra, Mercedes Sánchez-Agustino, Gustavo Díez e Irati Fernández, basato su un brano musicale di Xabier Erkizia e creato a partire da un’intervista del musicista Santiago Irigoyen.


DOMENICA 9

ore 16.00 CINEBIMBI AL DETOUR

cinebimbi

Cinebimbi è la fabbrica dei sogni per i più piccoli. Al cinebimbi i  bambini posso condividere con i propri amici e coetanei la magia della visione cinematografica. Detour selezionerà per loro i migliori titoli dell’animazione contemporanea e non. E per i papà e le mamme cinebar e caffetteria in funzione durante le proiezioni. L’ingresso e’ riservato ai soci ARCI: i genitori devono sottoscrivere la tessera. Per ogni tessera si ha diritto a un ingresso omaggio. Ingresso alla proiezione 5 euro Per info e prenotazioni: cinebimbi@gmail.com

ore 21.00 Pussy Riot – A Punk Prayer (vedi scheda giovedì 6)


LUNEDì 10 I lunedì al sole: 2 spettacoli al prezzo di uno!

JAPANIME#1 Isao Takahata, l’altro maestro dello studio Ghibli 

ore 19.00 Miyazaki Hayao e il Museo D’arte Ghibli​ ​ di ​I​sao Takahata (Jap. 2005, 62′, Japan vers. sott. ita) 

Nel bosco di Mitaka, ai bordi di Tokyo, si trova una singolare struttura: il Museo d’Arte Ghibli. Non si tratta di un luogo di raccolta di ​ cimeli e mementi relativi ai celebri film dello Studio, quanto piuttosto di un luogo infuso dello stile, delle suggestioni, delle atmosfere che caratterizzano l’immaginario dei loro creatori. ​ ​Il Museo d’Arte Ghibli è stato concepito da Miyazaki Hayao come “un posto in cui smarrirsi”: in schietta antitesi con la logica museale tradizionale, la struttura è nata come un groviglio di ambienti suggestivi da non potersi visitare ordinatamente, ma da scoprire lasciandosi trascinare dalle suggestioni, proprio come farebbe un bambino. Lo stile degli ambienti è tuttavia europeo. Le architetture sono infatti ispirate ai luoghi che i fondatori dello Studio Ghibli hanno visitato in cerca d’ambientazioni per loro opere animate, dalla Svezia di Pippi Calzelunghe all’Italia di Dagli Appennini alle Ande. E così tra le mura del Museo emergono ulteriori punti di contaminazione culturale: da sempre affascinato dagli scenari della letteratura per l’infanzia europea, Miyazaki Hayao si è ispirato ai paesaggi del vecchio continente, non da ultimi quelli italiani, poi riemersi nelle atmosfere incantate del museo come delle sue opere, pure contaminate dalla cinematografia neorealista europea, che tanta influenza ha esercitato sullo sperimentalismo dell’animazione giapponese, di cui proprio Miyazaki Hayao e soprattutto Takahata Isao sono storici rappresentanti.

ore 20.30 Only yesterday – Omohide Poro Poro​ ​ di Isao Takahata ​(​Jap 1991, ​118′, Japan vers. sott. ita) 

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​Basato sull’omonimo manga di Hotaru Okamoto e Yuko Tone ​.Nel 1982, a Tokyo, Okajima Taeko è un’impiegata ventisettenne, nubile e senza progetti di matrimonio. In un Giappone in corsa verso l’ammodernamento sociale, Taeko è strangolata tra gli stili di vita moderni e il peso delle convenzioni del pur recente passato, e così decide di concedersi una breve vacanza per tornare alla campagna natia, a Yamagata. Qui la giovane donna trascorrerà un soggiorno di lavoro presso l’azienda agricola del cognato e i ricordi dell’ infanzia la porteranno a rimettere in discussione la scelte della sua vita adulta.


MARTEDì 11 ore 21.00

DETOUR presenta

Wild Bill

di Dexter Fletcher (Gb 2011, 94’, english vers. sott. italiano)

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Ambientato nell’East Side londinese, all’ombra dei nuovi impianti olimpionici, Fuori su cauzione dopo 8 anni dentro, Bill Hayward torna a casa e trova i suoi figli, Dean e Jimmy, di 15 e 11 anni costretti a cavarsela da soli dopo essere stati abbandonati dalla madre. Quando i servizi sociali minacciano di dare i due ragazzi in affidamento, Dean, che si occupa del fratello piccolo come  se fosse suo padre, costringe il riluttante Bill a restare a casa e ad assumersi le sue responsabilità di genitore, sotto il ricatto di denunciarlo per spaccio. Riluttante ad assumere il ruolo di padre, il suo ritorno allerta i servizi sociali che minacciano di sottrargli la potestà genitoriale. Il figlio più grande Dean lo costringe a restare, minacciando di denunciarlo per spaccio. Tra i due fratelli si stabilisce un legame più profondo e Dean comincia ad accettare l’idea di avere il padre attorno. Le cose precipitano quando Jimmy diventa corriere della droga per conto di alcuni pericolosi ex-complici di Billy. Ritratto agro-dolce di una famiglia del proletariato inglese in bilico costante tra commedia e dramma.

A British crime drama with touches of wry comedy from director Dexter Fletcher stars Charlie Creed-Miles as an ex-con reconnecting with his two sons. Set in East London, in the shadow of the Olympic site, the story revolves around Bill Hayward (Charlie Creed-Miles), a prisoner of eight years out on parole. Returning home, he finds his two sons, Dean (Will Poulter), aged 16, and Jimmy (Sammy Williams), aged 11, abandoned by their mother and fending for themselves. Dean, who is acting as father to his young brother, forces Bill to stay when social services threaten to put the boys into care. A bond between Bill and Jimmy quickly develops, and Dean gradually comes around to the idea of having his father around. However, their domestic life is short-lived, when Jimmy starts drug-dealing for some local villains.


MERCOLEDì 12 ore 17.00 – 21.00 GIOVEDì 13 ore 17.00 – 21.00 VENERDì 14  ore 18.30 DOMENICA 16 ore 20.30

IN COLLABORAZIONE CON MOVIES INSPIRED

Moebius

di Kim Ki-Duk (Corea del Sud 2013, 86’, original version, sott. italiano)

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“Che cos’è la famiglia? Che cosa sono i desideri? E i genitali? Famiglia, desideri, genitali sono una cosa sola sin dall’inizio. Io sono il padre, la madre io sono, e la madre è il padre. In origine, siamo nati nel desiderio e ci riproduciamo in esso. Siamo uniti così in un tutt’uno, come un nastro di Möbius, per questo provo al contempo invidia, odio e amore per me stesso” Kim Ki-duk Un padre spinge la propria famiglia allo stremo per la sua evidente indifferenza e per una storia di infedeltà con una gio- vane donna. Il senso di colpa per aver causato al proprio figlio la perdita della virilità lo spinge a concludere la relazione e a sacrificare tutto quanto per il ragazzo. Un ragazzo adolescente resta impassibile di fronte al conflitto tra i genitori causato dall’infedeltà del padre. Dopo aver perso la propria virilità per mano di sua madre, si tormenta dalla vergogna quando scopre di non possedere più genitali. Rivolge tutto il suo odio verso il padre, ma il rapporto si rinsalda di fronte agli sforzi e ai sacrifici di cui l’uomo si fa carico. Ottiene qualche conforto dall’incontro con l’amante del padre. Di fronte al marito fedifrago la donna è accecata dalla gelosia, ma sposta la rabbia che prova verso il figlio, il quale diventa così l’oggetto del suo odio. Alla fine fugge di casa, gravata dalla colpa di averlo castrato. Tra satira e sadismo, il cinema di Kim trova in Moebius un ulteriore tassello nella sua meditazione sulla famiglia. Il Leone d’Oro di Pietà non ha tolto a Kim Ki-duk la voglia di provocare con un cinema sempre più radicale, irridente e grottesco. E il ricordo non può che andare ad Arirang – l’altro “film maledetto” del regista , opera della cesura tra le due fasi principali della sua carriera. The latest from the filmmaker whose Pieta won Venezia festival’s top prize is a sort of perversely tongue-in-cheek cautionary tale about the cycles of violence triggered when a mother cuts off her son’s “manhood” in a misdirected rage over the father’s adultery. In what I assume is meant to be a formal gamble, the film is dialogue-free—though there are more than enough shrieks, howls and moans to fill the silence. Moebius is sordid, yet never dull. Kim, who notably made the quiet, meditative Spring, Summer, Fall, Winter…and Spring, about a Buddhist monk and his protégé, keeps the dysfunction flowing at a steady pace. He also comes up with one truly original scene of coitus, in which the handle of a knife plunged into the protagonist’s shoulder serves as a substitute phallus for his missing organ. Moebius is sort of like a car accident: it induces queasiness (South Korea will release a censored version), but it’s hard to look away. That said, Kim’s provocations may leave you wondering why, exactly, he put you through it all—or, more unsettling still, why you stayed until the end. (Jon Frosch – The Atlantic)


VENERDì 14

ore 18:30 Moebius di Kim Ki-Duk (vedi scheda mercoledì 12)

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ore 21.00 PALESTINA PER PRINCIPIANTI SECONDA STAGIONE

Ciclo di incontri e proiezioni in collaborazione con Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese. Un ringraziamento a Valeria Belli e Livia Parisi.

“Ero disposto a morire per difendere un solo disegno, perché ogni disegno è come una goccia d’acqua che si fa strada attraverso la mente delle persone “.  Naji Al-Ali 

ore 21.00 aperitivo in sostegno per la Palestina e proiezioni nel foyer

ore 21.30 Naji Al-Ali: An Artist With Vision 

di Abid Kasim (Libano, Egitto 2010, 50′, sott. in italiano) 

Introduzione a cura di Jehad Othman vicepresidente dell’Associazione “Lo sguardo di Handala” 

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Conosciuto come il Malcolm X palestinese, Naji Al-Ali è ancora oggi l’artista più popolare nel mondo arabo, amato per la difesa della gente semplice, e per le sue critiche alla repressione e al dispotismo. Paradossalmente, una rigida censura e l’analfabetismo diffuso del mondo arabo hanno aiutato questo disegnatore palestinese a raggiungere un notevole successo. Le sue inesorabili vignette hanno raccontato la brutalità dell’esercito israeliano e l’ipocrisia dell’OLP, guadagnandosi molti nemici potenti e pagando il prezzo più alto per la sua arte “offensiva”: il 22 luglio 1987 gli hanno sparato in faccia mentre lasciava la sede londinese del quotidiano Al Qabbas. E’ morto dopo 5 settimane di coma. Il punto di svolta nella storia di Naji fu la pubblicazione della sua vignetta satirica sul giornalista egiziano Rashida Muhran, biografo ufficiale di Yasser Arafat. Arafat divenne furioso e Naji fu costretto a partire per Londra. Nonostante alcuni arresti di Scotland Yard e un’inchiesta da parte dell’MI5, l’identità del suo assassino non è mai stata rivelata.  Di umili origini, nato in un campo profughi, per oltre 30 anni è stato critico intransigente di una cultura politica araba regressiva e dell’ingerenza occidentale negli affari arabi. Le interviste con i principali giornalisti e poeti arabi, ex compagni di carcere, con la moglie e altri ci fanno intuire il suo impegno incessante per il suo popolo, e come nelle sue vignette satiriche si agitasse sottilmente il cuore di milioni di profughi. Il film prende in esame le forze che Naji esprime come artista, come essere umano, e mostra come le sue esperienze rispecchino quelle di altri esiliati palestinesi.

Throughout history artists have faced the threat of violence when their work offended the state or the political elite. The late Palestinian cartoonist Naji Al-Ali produced thousands of cartoons satirizing the powers that be in the Middle East, and paid the ultimate price for his ‘offensive’ expression. On July 22, 1987 he was shot in the face, at point blank range, as he left the London offices of the Al Qabbas newspaper. He died after laying in a coma for 5 weeks.  NAJI AL-ALI, AN ARTIST WITH VISION examines the forces that shaped Naji as an artist, as a human being, and shows how his experiences mirror those of other exiled Palestinians.


SABATO 15

IN COLLABORAZIONE CON I WONDER PICTURES

ore 17.00 – 18.30 Searching for Sugar Man

di Malik Bendjelloul (Gb/Svezia/Sudafrica 2012, 86’, english version, sott. ita)

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Searching for Sugar Man è il racconto, incredibile ma vero, della carriera mancata di un’icona del rock degli anni’70 e della sua seconda vita, dopo un oblio durato trent’anni. Scoperto alla fine degli anni’60 in un bar di Detroit da due celebri produttori, convinti di aver trovato il nuovo profeta musicale della sua generazione, Sixto Rodriguez ha la possibilità di registrare le sue canzoni in sala d’incisione. Il disco che ne risulta è un vero capolavoro, degno del miglior Bob Dylan, ma anche un incomprensibile fiasco di vendite negli Usa. Ma nel Sud Africa dell’Apartheid, dove arriva clandestinamente, il disco di Rodriguez diventa una leggenda e la sua musica la colonna sonora dei giovani in lotta. All’insaputa dell’autore, che nel frattempo si ritira dalle scene. Finché, trent’anni dopo, due fan sudafricani decidono di mettersi sulle sue tracce, scoprire che fine ha fatto e cosa è andato storto. Oscar 2013 per il miglior documentario.   

Searching for Sugar Man is a documentary film directed by Malik Bendjelloul, which details the efforts of two Cape Town fans in the late 1990s, Stephen ‘Sugar’ Segerman and Craig Bartholomew Strydom, to find out whether the rumoured death of American musician Sixto Rodriguez was true, and, if not, to discover what had become of him. Rodriguez’s music, which never took off in the United States, had become wildly popular in South Africa, but little was known about him there. In 2013, the film won the Academy Award for Best Documentary Feature at the 85th Academy Awards in Hollywood.

 

SABATO 15 ore 22.00

MEDUSA

i cortometraggi di Maya Deren sonorizzati dal vivo da Luca Venitucci

Luca Venitucci: fisarmonica, voce, materiali sonori pre-registrati

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Le opere cinematografiche di Maya Deren sono contraddistinte da un carattere fortemente onirico e da una intensa ritualità. Come in un viaggio iniziatico, abbiamo la sensazione di essere rapiti e trasportati attraverso differenti stati di essere che ci mettono in contatto diretto con forze primarie: amore, morte, unione, abbandono, spaesamento, rinascita. Ciascun oggetto, movimento, luogo, espressione si dà a noi nella massima concretezza e insieme come tramite di energie recondite, simboliche, segrete. Nel realizzare una nuova partitura musicale per i cortometraggi della cineasta Luca Venitucci sceglie di utilizzare molteplici mezzi sonori – strumenti acustici, voce, dispositivi elettronici – e di integrare i percorsi della composizione e dell’improvvisazione, con l’intento di aprire un ulteriore piano espressivo e sensoriale che possa connettersi con la dimensione rituale ed iniziatica espressa dalle immagini, esplorandola ed espandendola ulteriormente.

programma: “Meshes of the afternoon” (14 min. – 1943) “At Land” (15 min. – 1944) “A Study in Choreography for Camera” (4 min. – 1945) “Ritual in Transigured Time” (15 min. – 1946) Luca Venitucci è attivo dalla fine degli anni ’80 come musicista, cantante, improvvisatore e compositore/arrangiatore. Componente e co-fondatore nel 1995 del gruppo Ossatura, ha fatto parte per diversi anni dell’ensemble Zeitkratzer. Ha partecipato a progetti di compositori, musicisti e artisti sonori quali John Zorn, Alvin Curran, Christian Marclay, Margareth Kammerer, Mike Cooper, Butch Morris, Francisco Lopez, John Duncan, Manuel Gottsching, Keith Rowe, Merzbow/Masami Akita, Phill Niblock, Radu Malfatti, Terre Thaemelitz, Zbignew Karkosky, ed ha collaborato con musicisti quali Peter Kowald, Otomo Yoshihide, Sachiko M, Thomas Lehn, Michael Renkel, Axel Dorner, Jerome Noetinger, Cristoph K Roll. Ha realizzato progetti multidisciplinari con scrittori (Jonathan Coe, Lidia Riviello), attori e registi (Federica Santoro) e danzatori (Alessandra Cristiani, Samantha Marenzi, Maddalena Gana).


DOMENICA 16

IN COLLABORAZIONE CON I WONDER PICTURES

ore 17.00 – 18.30 Searching for Sugar Man

di Malik Bendjelloul (vedi scheda sabato 15)

ore 20.30 Moebius

di Kim Ki-Duk (vedi scheda mercoledì 12)


LUNEDì 17 I lunedì al sole: 2 spettacoli al prezzo di uno!

JAPANIME#2 Isao Takahata, l’altro maestro dello studio Ghibli

ore 19.00 Goshu the cellist  di ​I​sao Takahata (Giappone 65′, Japan vers. sott. ita) 

Goshu è un ragazzino che suona il violoncello in un’ orchestra. Il Direttore dell’orchestra non è però soddisfatto della sua esecuzione della Pastorale, la sesta sinfonia di Beethoven. Per questo motivo Goshu decide di esercitarsi a casa. In suo aiuto accorreranno alcuni animaletti parlanti che, in cambio di piccoli favori, gli insegneranno a sentire la musica e quindi ad eseguirla in modo sublime.

ore 20.30 My Neighbors the Yamadas di Isao Takahata ​(​Giappone ​104′, Japan vers. sott. ita) 

only yesterday

​Gli Yamada sono una famiglia giapponese che più tipica e convenzionale non si potrebbe: il capofamiglia Takashi è un salaryman; la moglie Matsuko è casalinga; il figlio maggiore, Noboru, è studente; la figlia piccola Nonoko va alle elementari, e la nonna Shige, che vive con loro, aiuta nei lavori domestici; completa il quadretto il taciturno cane Pochi. Nel corso del film assistiamo a frammenti della loro vita quotidiana: le mille faccende da sbrigare, i piccoli litigi coniugali, la cocciutaggine dell’anziana Shige, i primi amori di Noboru… Tra piccoli drammi e momenti comici, tra realismo e fantasia, la vita della famiglia va avanti, verso il futuro, da attendere con il sorriso sulle labbra.


MARTEDì 18 ore 21.00
MERCOLEDì 26 ore 17.30
GIOVEDì 27 ore 17.30

Attenzione! Per cause indipendenti dalla nostra volontà la previste proiezioni di THE CONGRESS sono rimandate ad aprile. 
Ce ne scusiamo con i soci.
Al suo posto vi offriamo un film inedito di uno dei più prolifici e inventivi autori di animazione.

I Married a Strange Person

di Bill Plimton (Usa 1997, 75′, english version sott. ita)

Grant Boyer, sposo novello, si trova ad avere un’escrescenza sul collo che gli dà degli incredibili poteri. La moglie ne è affranta. I superpoteri attirano l’attenzione del magnate Larson P. Giles che per ottenere quei poteri scatena contro Boyer una guerra. La moglie correrà in soccorso del suo uomo.


MERCOLEDì 19 ore 16.30 – 20.45
GIOVEDì 20 ore 16.00 – 20.45
VENERDì 21 ore 17.30
DOMENICA 23 ore 20.30

IN COLLABORAZIONE CON RODEO DRIVE

Behind the Candelabra (Dietro i candelabri)

di Steven Soderbergh, con Matt Damon, Micheal Douglas, Dan Aykroyd (Usa 2013, 115’, english vers. sott. ita)

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«Non hanno idea che sia gay», si sente dire il giovanissimo Matt Damon, nel teatro di Las Vegas dove Liberace/Michael Douglas trascina la folla col boogie woogie. Alla fine degli anni 70, il pianista dai costumi oltre i limiti del kitsch era ancora considerato soltanto un eccentrico showman, e lui allontanava i sospetti sulla sua sessualità millantando fidanzate. Nella dissonanza fra palco e lenzuola infila l’obiettivo Soderbergh, scivolando dietro i candelabri e dentro i corridoi del palazzo camp di Liberace, inseguendo il mélo della penna di LaGravenese ma raggelandolo nella geometria del suo cinema. Uomo di spettacolo capace di tenere in pugno il pubblico, amante vorace incapace di contenere il suo appetito, Liberace è morto quasi 30 anni fa ma è figura di modernità estrema: falsificatore geniale di un’icona costruita a tavolino, intercettatore infallibile dei gusti dell’audience. […] L’ennesimo “ultimo” film di Soderbergh è la nuova prova di un sublime coreografo di corpi attoriali, in cui Damon e Douglas (entrambi almeno vent’anni troppo vecchi per il ruolo, entrambi perfetti) si spogliano dei rispettivi status per abbandonarsi a isterie e tenerezze, trasfigurati dalla bravura prima che dal make up. (Ilaria Feole in filmtv.it)

Before Elvis, before Elton John, Madonna and Lady Gaga, there was Liberace: virtuoso pianist, outrageous entertainer and flamboyant star of stage and television. A name synonymous with showmanship, extravagance and candelabras, he was a world-renowned performer with a flair that endeared him to his audiences and created a loyal fan base spanning his 40-year career. Liberace lived lavishly and embraced a lifestyle of excess both on and off stage. In summer 1977, handsome young stranger Scott Thorson walked into his dressing room and, despite their age difference and seemingly different worlds, the two embarked on a secretive five-year love affair. BEHIND THE CANDELABRA takes a behind-the-scenes look at their tempestuous relationship – from their first meeting backstage at the Las Vegas Hilton to their bitter and public break-up. — Official Site 


GIOVEDì 20 dalle ore 20.00

SHOT&SHORT

Vieni a proiettare il tuo cortometraggio e un un drink te lo offriamo noi!

il corto non dovrà superare la durata massima di 25 minuti. Se il tuo corto sarà il più votato dai presenti vincerai una bottiglia di vino o un’abbondante caraffa di sangria da condividere con i tuoi amici! Le proiezioni inizieranno alle 20:00. La partecipazione e’ riservata ai soci ARCI. Info e prenotazioni: shotandshort@gmail.com

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VENERDì 21 ore 19.30

Friends in Rome & Detour present

CINE FRIENDS

The best Italian movies, not only pizza, spaghetti and mandolino… All movies are shown in Italian with English subtitles / Serata di proiezione di cinema italiano sottotitolato in inglese.

h7.30 p.m. Meeting time and welcome drink A chance to socialize and network while mingling with an international crowd.

h9.00 p.m. Screening / proiezione Per il programma dettagliato, info e prenotazioni/ For further information and reservation please contact: cinedetour@tiscali.it


SABATO 22 ore 20.30 – 22.30

IN COLLABORAZIONE CON PABLO

La mia classe 

di Daniele Gaglianone (Italia 2013, 92′) Con Valerio Mastandrea, Bassirou Ballde, Mamon Bhuiyan, Gregorio Cabral, Jessica Canahuire Laura

Tra i due spettacoli interverranno gli sceneggiatori Claudia Russo e Gino Clemente, oltre ad alcuni attori del cast

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Un attore impersona un maestro che dà lezioni a una classe di stranieri che mettono in scena se stessi. Sono extracomunitari che vogliono imparare l’italiano, per avere il permesso di soggiorno, per integrarsi, per vivere in Italia. Arrivano da diversi luoghi del mondo e ciascuno porta in classe il proprio mondo. Ma durante le riprese accade un fatto per cui la realtà prende il sopravvento. Il regista dà lo “stop”, ma l’intera troupe entra in campo: ora tutti diventano attori di un’unica vera storia, in un unico film di “vera finzione”: La mia classe. 


DOMENICA 23 ore 20.45

IN COLLABORAZIONE CON RODEO DRIVE

Behind the Candelabra (Dietro i candelabri)

di Steven Soderbergh, con Matt Damon, Micheal Douglas, Dan Aykroyd (Usa 2013, 115’, english vers. sott. ita)

vedi info mercoledì 19 marzo

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LUNEDì 24
I lunedì al sole: 2 spettacoli al prezzo di uno!

PHILIP SEYMOUR HOFFMAN. ALMOST FAMOUS

ore 18.30 M​ary & Max

di  Adam Elliot. Voce di Philip Seymour Hoffman (Australia 2009, 80′, Animazione, English vers. sott. ita) 

Dal vincitore per l’Oscar del corto d’animazione HARVIE KRUMPET, questa nuova storia racconta di due amici di penna: Mary Dinkle, una pacioccosa e solitaria bambina di 8 anni di Melbourne e Max Horovitz un ebreo di 44 anni di New York, gravemente obeso e con la sindrome di Asperger. Un giorno la piccola Mary nell’ufficio postale apre a caso l’elenco telefonico di New York, copia un indirizzo e scrive. Max risponde: i due diventano “amici di penna” legati dalla passione per la cioccolata e i disegni animati. Accompagnati da una voce narrante, interpretata da Philip Seymour Hoffman, i diversi mondi dei due personaggi corrono paralleli negli anni tra lettere e dolciumi fino a incontrarsi. “Dolente plastilina di inaudito struggimento, e una storia di amicizia storta e (im)perfetta. Quella raccontata dal geniale Adam Elliot è al contempo semplice e complessa, particolarissima e universale nella sua inquietudine spiazzante e nel suo spaesamento quotidiano.” (Fiaba di Martino su My Movies).

Academy Award-winning Harvie Krumpet director Adam Elliot returns to the world of clay animation with this simple tale of the innocent correspondence between a portly eight year old girl from the suburbs of Melbourne and a morbidly obese, middle-aged Jewish New Yorker suffering from Asperger’s Syndrome. On the surface it would seem that Mary (Toni Collette) and Max (Philip Seymour Hoffman) would have little in common, but over the course of twenty years, the unlikely pen pals exchange letters discussing everything from taxidermy, trust, pets, religion, obesity, autism, agoraphobia, alcoholism, and just about any other topic that comes to mind as they sit down and put pen to paper.

ore 20.30 Synecdoche, New York di Charlie Kauffman ​(​Usa 2008, ​118′, English vers. sott. ita) 

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Primo film scritto e diretto dallo sceneggiatore geniale e iconoclasta di “Essere John Malkovich” e “Se mi lasci ti cancello”. Caden Cotard, regista teatrale fresco del successo ottenuto grazie alla messa in scena di Morte di un commesso viaggiatore, si prepara ad affrontare la preparazione della sua nuova opera che prevede addirittura la ricostruzione di una New York a grandezza naturale all’interno di un magazzino di Manhattan. Nel frattempo deve anche gestire i difficoltosi rapporti con le donne della sua vita e un insolito problema di salute.

Synecdoche, New York marked the directorial debut of iconoclastic, cerebral screenwriter Charlie Kaufman. Philip Seymour Hoffman stars as Caden Cotard, an eccentric playwright who lives with artist Adele Lack (Catherine Keener) and their daughter Olive in Schenectady, upstate New York. Prone to neuroses, misgivings and enormous self-doubt, Caden also begins suffering from accelerated physical deterioration – from blood in his stools to disfigured skin. Upon receiving a prestigious MacArthur grant, Caden decides to use the money to concoct one gigantic play as an analogue of his own life; he builds massive sets amid a New York City warehouse, casts others as his friends, family and acquaintances, and casts others to play the ones he’s casting. (From Rotten Tomatoes)


MARTEDì 25 ore 20.45

INCONTRI DI CINEMA

serata con proiezione e dibattito a cura di ViSiOnI

“E’ buffo come i colori del mondo divengano veri soltanto quando uno li vede sullo schermo” (Alex in Arancia Meccanica, S. Kubrick, 1971)

Per il programma dettagliato e informazioni: http://forumcinema.blog.tiscali.it/ Per partecipare agli incontri è preferibile prenotarsi scrivendo a visioni@gmelies.it


MERCOLEDì 26

ore 17.30 

I Married a Strange Person

di Bill Plimpton (Usa 1997, 75′, english version sott. ita) / vedi scheda martedì 18

ore 20.30

con il Patrocinio del  Municipio Roma I

S T A L K E R

Linee, cerchi e reti

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Il secondo dei tre appuntamenti con il collettivo Stalker con la collaborazione di Cristina Nisticò. 

“La pratica Stalker di ricerca, azione e trasformazione nel territorio e con i suoi abitanti si è sviluppata e articolata nel tempo attraverso un processo di sperimentazione e verifica delle ormai tante esperienze realizzate sul campo dal 1995 a oggi. Al Detour ne presentiamo alcuni passaggi, attraverso una selezione di videodocumentazioni, in tre giornate che abbiamo chiamato Linee, Cerchi e Reti, sintetizzando così tre aspetti conseguenti e compresenti nel lavoro di Stalker.”  Stalker

(Cerchi) Abitare le distanze, costruire, per gioco, il Comune Camminare attraverso porta l’incontro, spontaneo, inaspettato, tra luoghi e persone diversi. Orizzontale, senza gerarchie, un incontro che si fa subito abitare insieme, adattarsi allo spazio spesso inospitale, e quindi desiderio di azione, trasformazione, condivisione. Abitare la distanza tra le cose è una conseguenza dell’andare attraverso, un radicarsi leggero, nomade, all’inizio un’amaca per restare sospesi, poi magari una tenda, per poi iniziare ad aver cura di un luogo. sono diverse le distanze su cui soffermarsi e in cui incontrarsi, l’imbarazzo, l’incomprensione, l’incertezza, ma anche il rifiuto, l’indifferenza. Distanze che ci separano, da utilizzare come occasioni, stimoli, possibilità. Slittamenti di senso che aprono inaspettate possibilità alla costruzione di un senso nuovo, diverso, comune. Il giocare a farsi comunità tra diversi diviene una pratica creativa che si sottrae al regressivo riconoscersi tra uguali nel rifiuto dell’altro. (Per Stalker, Lorenzo Romito)

Programma delle proiezioni:

Egnatia Stories (2004, 60′) Storie di rifugiati curdi, dei loro viaggi verso l’Europa raccolte all’Ararat a Roma durante il progetto Egnatia, un percorso di memorie disperse, a ciascuna storia corrisponde una chianca, lastra in pietra leccese, con I disegni e I racconti dei rifugiati, pietre che ci rimandano ai luoghi dei viaggi lungo la via egnatia, pietre miliari di un monumento disperso dedicato alle persone costrette a lasciare I luoghi di origine. Video: Jacopo Gallico, Aldo innocenzi, Alex Valentino. Montaggio: Alex Valentino. Romanhi Chere (2008, 13′) Ipotesi di realizzazione del prototipo di casa modulare presso il campo di Casilino 900 di Roma. Il progetto, ideato dal gruppo Stalker/On e dai rom del Casilino 900 servirà almostrare le potenzialità di un approccio ecologico – trattato in termini sociali, oltre che ambientali – per affrontare l’emergenza abitativa delle comunità Rom presenti nella Capitale. Video: Aldo Innocenzi, Cecilia Pirovano, Francesco Careri e Lorenzo Romito. Montaggio: Fabrizio Boni. Gallo Matese (2006, 40′) allo è un piccolo centro del Matese, profondamente segnato dalla migrazione della maggior parte della popolazione. Stalker/ON realizza un laboratorio con gli abitanti per indire una festa in onore dei migranti e realizzare un sito web che rinsaldi le relazioni tra abitanti e migranti. Intervento realizzato per il progetto Paesesaggio promosso da Il Villaggio dell’Arte. Video: Aldo Innocenzi Montaggio: Aldo Innocenzi. Faux a la Montagne (2003-2006, 57′) Faux a la Montagne. Progettazione partecipata con gli abitanti, sull’individuazione e realizzazione di spazi ad uso pubblico. A cura di Guy Tortosa, Centre National d’Art et du Paysage de Vassivieres, Francia. Video: Aldo Innocenzi, Michela Franzoso, Sophie Verdum- Opinel, Francesco Careri. Montaggio: Sophie Verdum- Opinel. 8 anni nella città degli altri (2007, 24′) Roma, Campo Boario. In occasione dell’inaugurazione della Città dell’Altra Economia, seguita allo sgombero del campo dei Rom Calderasha, insieme a molti dei protagonisti ripercorriamo gli eventi proposti tra il 1999 e il 2007 al Campo Boario da Stalker /ON insieme alle tante comunità straniere e non. Video: Andrea Bassi, Francesco Careri, Michela Franzoso, Aldo Innocenzi, Lorenzo Romito, Osama AbouelkhairMontaggio: Michela Franzoso.

link: osservatorio nomade / link: manifesto Stalker

Bio ITA: Stalker è un soggetto collettivo nato nel 1995, che compie ricerce e azioni sul territorio con particolare attenzione alle realtà di margine, territori in abbandono e in trasformazione chiamati “Territori Attuali”. La modalità di intervento proposta da Stalker è sperimentale, fondata su pratiche spaziali esplorative, di ascolto, relazionali, conviviali e di progettazione collaborativa, attivate da dispositivi di interazione creativa con l’ambiente investigato, con gli abitanti e con gli archivi della memoria. Tali pratiche e dispositivi sono finalizzati a catalizzare lo sviluppo di processi evolutivi auto-organizzanti, attraverso la tessitura di relazioni sociali ed ambientali, lì dove per abbandono o per indisponibilità sono venute a mancare. Nel 1999 Stalker insieme alla comunità dei rifugiati curdi di Roma ha occupato l’edificio ex veterinario del Campo Boario (Ex Mattatoio) denominandolo “Ararat”, per sperimentare nuove forme di spazio pubblico fondate sull’accoglienza e l’ospitalità. Dal 2002 Stalker promuove Osservatorio Nomade, una rete transdisciplinare di ricercatori – in grado di integrare competenze e linguaggi – che si configura attorno a un territorio di ricerca e azione operando attraverso le diverse espressioni che assume di volta in volta nei diversi progetti di ricerca, così come è avvenuto per Primaveraromana (2009-incorso), Suilettidelfiume (2007), Campagnaromana (2006) e Immaginare Corviale (2003 – 2005), a Roma, lungo la via Egnatia (2003 – 2004) da Roma a Istanbul, attraverso il mondo Rom da Roma alla ex Jugoslavia, con Campus Rom (2008).

Bio ENG: Stalker is a collective subject, found in 1995, that engages research and actions within the landscape with particular attention to the areas around the city’s margins and forgotten urban space, and abandoned areas or regions under transformation that are referred to here as “Actual Territories.” Stalker promotes interventions based on the spatial practices of exploration, listening, relation and on creative interactions with the environment, its inhabitants and their “archives of memories”. These processes aim to generate social and environmental relations that are self-organised and evolve over time. The sensitive and dynamic mapping of territories and communities generated through these processes remains easy to access. These interventions promote knowledge sharing, collaborative projects and raise the awareness of communities towards their territory and their cultural environment. From 1999 to 2002, Stalker, with the Kurdish community of Rome, squatted the building of the ex-veterinarian in Campo Boario (ex slaughter house), naming it “Ararat”, in order to experiment a new shape of contemporary public-space, based on the acceptance, hospitality and self organization. Since 2002 Stalker promotes an interdisciplinary research network named Osservatorio Nomade. A net shaped each time around a research and action site. Just like it happened for Primaveraromana (2009-ongoing), Suilettidelfiume (2007), Campagnaromana (2006) and Immaginare Corviale (2003 – 2005) in Rome. Along the via Egnatia (2003 – 2004) from Rome to Istanbul, across the Roma world from Rome to the ex Yugoslavia, with Campus Rom (2008).


GIOVEDì 27

ore 17.30 

I Married a Strange Person

di Bill Plimton (Usa 1997, 75′, english version sott. ita)

ore 20.30

CONFRONTI presenta

Project Cinema Jenin

  (www.cinemajenin.org)

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a cura della redazione di CONFRONTI, mensile di fede politica vita quotidiana · dialogo · ecumenismo · laicità · pluralismo · culture · etica (www.confronti.net). Il racconto del più grande cinema dei territori palestinesi occupati attraverso documentari (Jenin Jenin di Mohammed Bakri, The heart of Jenin di Lior Geller, Marcus Vetter, Arna’s children di Juliano Mer Khamis )​​ e ​testimonianze dirette di chi il cinema lo gestisce ed ha partecipato alla sua ricostruzione (chiuso dopo la prima intifada del 1987, ha riaperto con aiuti internazionali e con immense difficolta solo nell’agosto del 2010). Cinema Jenin è anche un’organizzazione, animata da numerosi operatori e volontari, che si propone di fornire attività culturali aperte a tutta la popolazione dell’area circostante alla città. Jenin, segnata profondamente dal conflitto israelo-pelestinese trova in “Cinema Jenin” un luogo dove giovani e adulti, uomini e donne, possono confrontarsi nel racconto delle proprie storie attraverso il mezzo cinematografico e, più in generale, nell’arte. Un’opportunità, questa, che contribuisce al rafforzamento della coesione sociale e allo sviluppo personale dei partecipanti. 
20.30 Presentazione del progetto e introduzione da parte di Sayel Jarrar e Maisa Lamei Asir di “Cinema Jenin” 21.00 Proiezione​ ​del​ ​film “Jenin Jenin” (85’) ​ ​di​ ​Mohammed Bakri

VENERDì 28

PAURA E DELIRIO AL DETOUR

FEAR AND LOATHING IN DETOUR

Cinema parole e musica dedicate al genio letterario fuorilegge di Hunter S. Thompson

Cinema, spoken words and music devoted to the outlaw genius writer Hunter S. Thompson

ore 18.30 – 20.15 

Breakfast with Hunter (HUNTER S. THOMPSON)

di Waine Ewyng (USA, 2003, 90′, english vers. sott. italiano)

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Documentario inedito in Italia, offerto per voi dal Detour. Vita, opere, processi, trionfi, cospirazioni, di Hunter S. Thompson, famigerato giornalista “fuorilegge”, icona culturale, autore di romanzi cult come “Paura e Delirio a Las Vegas”, “The Rum Diary” e “Hell’s Angels”, consumatore compulsivo di sostanze stupefacenti, candidato sceriffo, ambientalista e pistolero, imputato, inventore dello stile “gonzo journalism”. A completare il ritratto di un personaggio controverso ci sono i suoi amici di sempre: gli attori Jonny Depp, Benicio Del Toro, John Cusack, l’artista Ralph Steadmna, il musicista Warren Zevon, i colleghi giornalisti George Plimpton e P.J. O’Rourke. 

A documentary on the infamous gonzo journalist, Dr. Hunter S. Thompson. “Wayne Ewing’s cinema verité portrait of the Doctor of Gonzo Journalism is a keyhole to the everyday life of Hunter S. Thompson. Through years of edited film without any narration or interview from Ewing, this everyday life given to the viewer comes as a bit of a surprise. It is uncommon yet somehow natural. The Thompson one might have predicted is shown throwing a Chivas Regal bottle, spraying people with a fire extinguisher, manhandling blow-up sex dolls, shooting high-powered revolvers, etc. What one doesn’t expect is the warm interaction between Thompson and his friends. He embraces what might be considered the basket of a flip-flopped American Dream – Hollywood – in his friendships with John Cusack, Johnny Depp, Benicio Del Toro and Terry Gilliam .” (From IMDB)

ore 21.45

GONZO READING

Enea Tomei legge Hunter S. Thompson  – brani da Paura e disgusto a Las Vegas e da Hell’s Angels

Fabio Gatti ai riff psychodronici e al Theremin

Sergio Ponzio alle allucimmagini

ore 22.15

Where the Buffalo Roam

di Art Linson (USA, 1980, 95′, english vers. sott. italiano) con Bill Murray e Peter Boyle

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A cura del Detour un assoluto inedito in Italia. Chi non ricorda le allucinazioni di Johnny Depp e Benicio Del Toro in Paura e delirio a Las Vegas? Quasi venti anni prima Art Linson, futuro produttore di block buster hollywoodiani, aveva già messo in immagini il libro di Hunter S.Thompson, Fear and Loathing in Las Vegas (Paura e disgusto a Las Vegas). Come e più della successiva trasposizione di Terry Gilliam, Where the Buffalo Roam è una sequenza di episodi grotteschi e disarmanti. Con un giovane e brillantissimo Bill Murray nei panni di Hunter Thompson. Spettacolare la colonna sonora a cura di Neil Young, che include brani originali oltre a Jimi Hendrix, Bob Dylan, The Temptations e Creedence Clearwater Revival.

Where the Buffalo Roam is a 1980 American semi-biographical comedy film which loosely depicts Hunter S. Thompson’s rise to fame in the 1970s and his relationship with Chicano attorney and activist Oscar Zeta Acosta. Art Linson directed the picture, while Bill Murray portrayed the author and Peter Boyle portrayed Acosta, who is referred to in the film as Carl Lazlo, Esq. A number of other names, places, and details of Thompson’s life are also changed.
Thompson’s obituary for Acosta, “The Banshee Screams for Buffalo Meat,” which appeared in Rolling Stone in October 1977, serves as the basis of the film, although screenplay writer John Kaye drew from several other works, including Fear and Loathing on the Campaign Trail ’72, The Great Shark Hunt, and Fear and Loathing in Las Vegas. Thompson served as “executive consultant” on the film. The film was scored by Neil Young, who sings the opening theme, “Home on the Range”, accompanied by a harmonica. Variations on “Home on the Range” are played by Young on electric guitar as “Ode to Wild Bill” and by an orchestra with arrangements by David Blumberg on “Buffalo Stomp”. Music in the film included rock and R&B songs by Jimi Hendrix, Bob Dylan, The Temptations, the Four Tops and Creedence Clearwater Revival. Additionally, characters played by Bill Murray and Rene Auberjonois sing lyrics from “Lucy in the Sky with Diamonds”.


 SABATO 29

ore 17.00 – 18.30

IN COLLABORAZIONE CON I WONDER PICTURES

 Searching for Sugar Man

di Malik Bendjelloul (Gb/Svezia/Sudafrica 2012, 86’, english version, sott. ita)

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Searching for Sugar Man è il racconto, incredibile ma vero, della carriera mancata di un’icona del rock degli anni’70 e della sua seconda vita, dopo un oblio durato trent’anni. Scoperto alla fine degli anni’60 in un bar di Detroit da due celebri produttori, convinti di aver trovato il nuovo profeta musicale della sua generazione, Sixto Rodriguez ha la possibilità di registrare le sue canzoni in sala d’incisione. Il disco che ne risulta è un vero capolavoro, degno del miglior Bob Dylan, ma anche un incomprensibile fiasco di vendite negli Usa. Ma nel Sud Africa dell’Apartheid, dove arriva clandestinamente, il disco di Rodriguez diventa una leggenda e la sua musica la colonna sonora dei giovani in lotta. All’insaputa dell’autore, che nel frattempo si ritira dalle scene. Finché, trent’anni dopo, due fan sudafricani decidono di mettersi sulle sue tracce, scoprire che fine ha fatto e cosa è andato storto. Oscar 2013 per il miglior documentario.   

Searching for Sugar Man is a documentary film directed by Malik Bendjelloul, which details the efforts of two Cape Town fans in the late 1990s, Stephen ‘Sugar’ Segerman and Craig Bartholomew Strydom, to find out whether the rumoured death of American musician Sixto Rodriguez was true, and, if not, to discover what had become of him. Rodriguez’s music, which never took off in the United States, had become wildly popular in South Africa, but little was known about him there. In 2013, the film won the Academy Award for Best Documentary Feature at the 85th Academy Awards in Hollywood.

 

SABATO 29 dalle ore 19.00

RIBELLIONE, RESISTENZA, RIEDUCAZIONE

ore 19.00 presentazione del libro Guida alla Roma Ribelle” di Rosa Mordenti, Viola Mordenti, Lorenzo Sansonetti e Giuliano Santoro (edizioni Voland)

a seguire, degustazioni di vini ribelli

IN COLLABORAZIONE CON VITAGRAPH

ore 21.00 Senza trucco Le donne del vino naturale

di Giulia Graglia e Marco Fiumara (Italia 2011, 77′)

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Quattro produttrici di vino naturale raccontano la propria vita e il proprio lavoro di madri, contadine e imprenditrici, ognuna ripresa in una stagione diversa e in un differente periodo dei lavori annuali in vigna o in cantina. Donne per nulla simili tra loro, ma accomunate da una stessa passione e da uno stesso legame con il loro territorio d’origine. Lontano dalla visione bucolica e idealizzante del mondo agricolo che spesso caratterizza le descrizioni di queste realtà, il risultato è una serie di ritratti realizzati grazie a un vero e proprio pedinamento della macchina da presa che segue le protagoniste nella loro quotidianità, registrandone gesti, volti e parole.

IN COLLABORAZIONE CON TODOMODO

 ore 22.30 Bimba col pugno chiuso

di Luca Mandrile, Claudio Di Mambro, Umberto Migliaccio. Animazioni di Maurizio Ribichini, in collaborazione con Salvo Santonocito e Adriano Mestichella (Italia, 2013, 58′)

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Giovanna Marturano è una piccola donna di 101 anni, con la gioia di vivere di una bambina. Nelle sue parole risuona la storia del ‘900 italiano, quella di una donna e di una famiglia comune, come la definisce lei, ma che comune non è. La sua è una storia di parte, di quella parte che per un secolo ha lottato contro il totalitarismo fascista e per una vera giustizia sociale. Giovanna sa raccontare e le piace farlo, attraverso i suoi libri, attraverso incontri con le nuove generazioni, attraverso interventi politici, davanti ad una videocamera. Lo fa con la lucidità di chi ha vissuto la vita e conosce il senso vero delle cose, ma soprattutto lo fa con ironia e schiettezza. I racconti di Giovanna sono infatti “illustrati” da disegni ed animazioni realizzati da Maurizio Ribichini, in collaborazione con Salvo Santonocito eAdriano Mestichella. Le parole di Giovanna prendono forma attraverso il disegno e ci conducono in una nuova dimensione, dove ricordo personale e storia si fondono e confondono. “Bimba col Pugno Chiuso” è prodotto da 441 persone e realtà associative, sparse in tutta Italia e non solo, che hanno scelto di sostenere la sua realizzazione, attraverso una campagna di crowdfunding.


DOMENICA 30 dalle ore 17.00

CONFRONTI presenta

Project Cinema Jenin

  (www.cinemajenin.org)

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a cura della redazione di CONFRONTI, mensile di fede politica vita quotidiana · dialogo · ecumenismo · laicità · pluralismo · culture · etica (www.confronti.net). Il racconto del più grande cinema dei territori palestinesi occupati attraverso documentari (Jenin Jenin di Mohammed Bakri, The heart of Jenin di Lior Geller, Marcus Vetter, Arna’s children di Juliano Mer Khamis )​​ e ​testimonianze dirette di chi il cinema lo gestisce ed ha partecipato alla sua ricostruzione (chiuso dopo la prima intifada del 1987, ha riaperto con aiuti internazionali e con immense difficolta solo nell’agosto del 2010). Cinema Jenin è anche un’organizzazione, animata da numerosi operatori e volontari, che si propone di fornire attività culturali aperte a tutta la popolazione dell’area circostante alla città. Jenin, segnata profondamente dal conflitto israelo-pelestinese trova in “Cinema Jenin” un luogo dove giovani e adulti, uomini e donne, possono confrontarsi nel racconto delle proprie storie attraverso il mezzo cinematografico e, più in generale, nell’arte. Un’opportunità, questa, che contribuisce al rafforzamento della coesione sociale e allo sviluppo personale dei partecipanti. Saranno nostri ospiti: Sayel Jarrar e Maisa Lamei Asir di “Cinema Jenin”.

Programma dettagliato:
17.00​ ​un tè con ​ ​ Sayel Jarrar e Maisa Lamei Asir di “Cinema Jenin” 17.45 Presentazione del progetto e introduzione da parte degli ospiti 18.00 Proiezione ​ ​di​ ​ “Arna’s children” (84’)​ ​di ​ ​Juliano Mer Khamis 20.00​ ​aperitivo per i soci offerto da “confronti” 21.00 “The heart of Jenin” (90’) ​ ​di​ ​Lior Geller, Marcus Vetter

 LUNEDI 31
I lunedì al sole: 3 spettacoli al prezzo di uno!

JAPANIME#3 STUDIO GHIBLI (quello di Hayao Miyazaki) 

 ore 19.00  Iblard Jikan

 (Giap 2007  30′, japan vers., sott. ita) di Naohisa Inoue 

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Un piccolo capolavoro di animazione sperimentale voluto dai boss dello studio Ghibli per presentare il lavoro del pittore Naohisa Inoue. Trenta minuti di immagini animate, raccontano il fantastico mondo di Iblard. Niente animazioni impegnative (aiuta l’animatore Kenichi Konishi), niente dialoghi ma pura e semplice contemplazione, sostenuta dalla bella musica di Matsuo Kiyoshi e Komuro Kazuyoshi.

 ore 19.45 Ghibli ga Ippai

(Giap 1996-2006 42’, japan vers. sott. ita) Autori vari

Ghibli ga Ippai

Una raccolta di brevi e brevissimi cortometraggi animati realizzati negli anni dallo Studio Ghibli. Tra gli altri: il più famoso cortometraggio di Hayao Miyazaki, il celeberrimo On Your Mark, video musicale realizzato per il duo pop Chage&Aska e ancora The Sky-Colored Seed (Il seme celeste, diretto da Miyazaki) che, in poco meno di 90 secondi, riesce a esprimere un mondo di esuberanza e vitalità. Inoltre le animazioni realizzate per la pubblicità: da quelle per il Yomiuri Shimbun, il maggior quotidiano del Giappone, a quelle del tè verde Asahi (stessa azienda della famosa birra) fino alla House Foods, noto brand di cibi confezionati.

 —

ore 21.00 Ocean Waves

(Giap 1993 70’, japan vers. sott. ita) di Tomomichi Mochizuki

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Rikako Muto una giovane ragazza di Tokyo, si trasferisce con la madre nella cittadina di Kochi (nell’isola Shikoku). Sebbene taciturna e introversa la ragazza si dimostra molto intelligente, eccellente nello studio e nello sport e diventa il sogno di molti ragazzi, in particolare di due amici, Yutaka Matsuno e di Taku Morisaku.


e ancora…

CINEMAMME MARZO

DETOUR in collaborazione con CITTA’ DELLE MAMME

CineMammeSilhouette 350

MERCOLEDì 5 MARZO ore 10.30 PUSSY RIOT di Mike Lerner , Maxim Pozdorovkin

MERCOLEDì 12 MARZO ore 10.30 TEMPORALE ROSY di M. Monicelli (Italia, 1980, 100′)

MERCOLEDì 19 MARZO ore 10.30 BEHIND THE CANDELABRA di Steven Soderbergh (USA 2013, 120′, english vers. sott. ita) 

MERCOLEDì 26 MARZO  ore 10.30  LA MIA CLASSE  di Daniele Gaglianone (Italia, 2013, 90′)


***ULTIMI POSTI DISPONIBILI AI CORSI DI FOTOGRAFIA PRIMAVERA 2014!***

presentazione a ingresso libero dei corsi di: FOTOGRAFIA 16 lezioni + mostra di fine corso la fotografia come mezzo di espressione-comunicazione-socializzazione Ultimi posti disponibili ai corsi Primavera 2014 Inizio corsi di I, II, III livello: Marzo 2014 Docente: Patrizia Copponi – Informazioni: cell.3384634278 – email patriziacopponi@libero.it 

LOGOTONDO_ombra

Cinema | Corsi e laboratori | Esposizioni | attività per bambini | Cinebar | Musica | Video d’arte | Teatro | Produzione Distribuzione Editoria indipendente

Associazione Culturale Detour – Via Urbana 107 Roma www.cinedetour.itcinedetour@tiscali.it Tutti i film sono proiettati in lingua originale con eventuali sottotitoli in italiano e/o in inglese

Art-house cinema in Downtown Rome since 1997. All movies are screened in their original languages with italian or english subtitles

Ingresso riservato ai soci ARCI Primo ingresso con tessera associativa annuale: 8€ Ingresso alle proiezioni successive e alle attività: sottoscrizione minima 5€ Cineclub Detour è affiliato all’ARCI-UCCA e alla FICC (Federazione Italiana Circoli Cinema) Per il tesseramento è preferibile arrivare con almeno 15 minuti di anticipo prima dell’inizio dello spettacolo

For ARCI members only. Annual membership including first admission: 8€ Following admissions to screenings: 5€ Cineclub Detour is affiliated to ARCI-UCCA and to FICC Please kindly arrive 15-20 minutes before the film starts to allow time needed for membership

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MARC SCIALOM. IMPASSE DU CINEMA

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CINECLUB DETOUR

in collaborazione con

ARTDIGILAND (Dublino) e FILM FLAMME – POLYGONE ETOILEE (Marsiglia)

26 febbraio 2014, Cinema DETOUR-ARCI, via Urbana 107 Roma

Cinema militante #2: Marc Scialom, esilio e identità

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ore 20.00 
Silvia Tarquini presenta il libro
MARC SCIALOM. IMPASSE DU CINEMA
Esilio, memoria, utopia / Exil, mémoire, utopie (a cura di Mila Lazic, S. Tarquini, Artdigiland, Dublino, 2012)

a seguire, proiezione dei film di MARC SCIALOM

LA PAROLE PERDUE (1969, 8’, in francese)

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LETTRE À LA PRISON

(1969-70, 70’, versione originale francese con sottotitoli in italiano)

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Il volume Artdigiland restituisce alla storia del cinema la memoria storica e cinematografica cristallizzata nell’avventura, in senso antonioniano, del suo autore. Con Lettre à la prison ci troviamo di fronte ad un film mai circolato, girato con una camera prestata da Chris Marker e poi scomparso in un abisso ben preciso, personale e storico. La prefazione di Marco Bertozzi cita come riferimenti Alberto Grifi, Chris Marker e Jean Rouch, filmmaker “spaesati”, incessantemente alla ricerca, attraverso il cinema, di un “contatto” con la realtà.

Marc Scialom, ebreo di origini italiane, toscane, poi naturalizzato francese, nasce a Tunisi nel 1934. Dopo le persecuzioni naziste nel ‘43 in Tunisia, le ripercussioni sugli Italiani, meccanicamente associati al fascismo nel periodo dell’“epurazione”, e la strage di Biserta (1961) – che Scialom denuncia nel corto La parole perdue (1969) –, si trasferisce in Francia. La sua vita si intreccia, “mancandola”, con la storia del cinema: a Parigi il lungometraggio Lettre à la prison (1969-70), realizzato senza un produttore e quasi “clandestinamente”, non è sostenuto dai suoi amici cineasti. Si tratta di un’opera poetica sulla perdita di identità culturale e personale di un esule arabo in Francia, che mette il dito nelle piaghe di colonialismo e razzismo; è girato tra Tunisi, Marsiglia e Parigi. Deluso, Scialom chiude il film in un cassetto. Torna alle sue origini, allo studio della lingua e della letteratura italiane. Traduce la Divina Commedia (Le Livre de Poche, 1996). Dopo il ritrovamento di Lettre à la prison, il restauro e la presentazione nel 2008 al Festival International du Documentaire di Marsiglia, dove ottiene la Mention spéciale du Groupement National des Cinémas de Recherche, Scialom torna al lavoro cinematografico e realizza Nuit sur la mer (2012). 

Febbraio 2014

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Cinema | Corsi e Laboratori | Esposizioni | Attività per Bambini | Cine Bar | Musica | Video d’Arte e Teatro | Editoria Indipendente | Web Radio

Associazione Culturale Detour ARCI – Via Urbana 107 Roma www.cinedetour.it – cinedetour@tiscali.it

Comunicazione riservata ai soci ARCI – Il programma può subire variazioni

 


feb14 > programma

 

A grande richiesta, tutte le domeniche (e non solo) di Febbraio

SABATO 1 ore 16.30 / 18.30
DOMENICA 2 ore 16.30 / 18.30 / 20.30
VENERDì 7 ore 16.00
DOMENICA 9 ore 18.30 / 20.30
DOMENICA 16  ore 18.30 / 20.30
DOMENICA 23 ore 16.30 / 18.30 / 20.30

IN COLLABORAZIONE CON I WONDER PICTURES

Searching for Sugar Man

di Malik Bendjelloul (Gb/Svezia/Sudafrica 2012, 86’, english version, sott. ita)

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Searching for Sugar Man è il racconto, incredibile ma vero, della carriera mancata di un’icona del rock degli anni’70 e della sua seconda vita, dopo un oblio durato trent’anni. Scoperto alla fine degli anni’60 in un bar di Detroit da due celebri produttori, convinti di aver trovato il nuovo profeta musicale della sua generazione, Sixto Rodriguez ha la possibilità di registrare le sue canzoni in sala d’incisione. Il disco che ne risulta è un vero capolavoro, degno del miglior Bob Dylan, ma anche un incomprensibile fiasco di vendite negli Usa. Ma nel Sud Africa dell’Apartheid, dove arriva clandestinamente, il disco di Rodriguez diventa una leggenda e la sua musica la colonna sonora dei giovani in lotta. All’insaputa dell’autore, che nel frattempo si ritira dalle scene. Finché, trent’anni dopo, due fan sudafricani decidono di mettersi sulle sue tracce, scoprire che fine ha fatto e cosa è andato storto. Oscar 2013 per il miglior documentario.   

Searching for Sugar Man is a documentary film directed by Malik Bendjelloul, which details the efforts of two Cape Town fans in the late 1990s, Stephen ‘Sugar’ Segerman and Craig Bartholomew Strydom, to find out whether the rumoured death of American musician Sixto Rodriguez was true, and, if not, to discover what had become of him. Rodriguez’s music, which never took off in the United States, had become wildly popular in South Africa, but little was known about him there. In 2013, the film won the Academy Award for Best Documentary Feature at the 85th Academy Awards in Hollywood.

 


SABATO 1 ore 20.30 / 22.30
LUNEDì 10 ore 18.30 / 20.30

IN COLLABORAZIONE CON IL KINO DISTRIBUZIONE

Klip / Clip

di Maja Milos (Serbia 2012, 102′, serbian version, sott. ita, V.M.18)

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Klip non è l’ennesimo racconto di formazione sulle complessità dell’adolescenza. Miloš ha composto un ritratto onesto e non giudicante di adolescenti sessualmente e socialmente confusi. Sessualmente esplicito ed emotivamente disturbante il film porta la sua esplorazione ai limiti e oltre. Jasna è una bella ragazza adolescente che affronta la sua difficile esistenza in una remota cittadina serba, registrando il mondo attorno a sé con la videocamera del suo telefono cellulare. Disillusa dalla propria vita, con una madre depressa e un padre malato terminale, si ribella a tutto, anche a sé stessa, lasciandosi dietro ogni inibizione. Mentre aumentano le assenze scolastiche, inizia a sperimentare con il sesso e le droghe, e trascorre il suo tempo senza alcun disegno apparente. Questa forma estrema di protesta, col tempo, l’aiuterà a venire a patti con la propria dolorosa realtà in una disperata ricerca della propria identità. Al suo primo lungometraggio, la regista Maja Miloš (1983) ci rivela il mondo degli adolescenti di oggi, ossessionati da immagini pornografiche, realtà virtuali e violenza soft, esplorando i confini incerti tra sesso e affetto, tra semplice scambio di piacere e vero amore, brutalità e tenerezza. Sopratutto, Klip passa in esame il rapido mutamento dei valori sociali e famigliari nella Serbia contemporanea, dove il distacco tra le generazioni appare estremo, tra tradizioni in via di dissolvimento e il senso di instabilità della morale contemporanea. Premiato all’International Film Festival Rotterdam 2012.

Clip is not another ‘coming-of-age’ story about the complexities of adolescence. Miloš has made an honest and non-judgmental portrait of teenagers caught in sexual and social turmoil. Sexually explicit and emotionally disturbing, it goes beyond borders and even further. Jasna is a beautiful girl in her mid-teens. Disillusioned by her life in a remote Serbian town with a dispirited mother and terminally ill father, she opposes everyone, including herself, and goes wild, experimenting with sex, drugs and simply killing time. But gradually, this desperate protest helps her come to terms with painful reality.In her first feature, Maja Miloš (1983) explores the disturbing state of adolescence as bravely and honestly as her protagonist explores herself. Isidora Simijonovic, also a debutant, gives a striking and fearless performance full of contrasts. Together they create a highly dynamic and vibrant portrait of wasted youth lost in the search for identity. Miloš sets this ‘classical’ coming-of-age story in the world of contemporary teenagers obsessed with pornographic images, virtual reality and soft violence, meanwhile exploring the blurring boundaries between sex and affection, simple pleasures and true love, brutality and tenderness. Above all, Clip examines the shifting family and social values in present-day Serbia, where the generation gaps are extreme, placing everyone between disintegrating traditions and uncertain contemporary morality. Winner of the Hivos Tiger Awards 2012 at the International Film Festival Rotterdam.  


LUNEDì 3 ore 18.00 / 20.30

IN COLLABORAZIONE CON CINECLUB INTERNAZIONALE DISTRIBUZIONE

The Parade – La sfilata

di Srdjan Dragojevic (Serbia, Germania, Ungheria, Slovenia, Croazia 2011, 115′, serbian vers. sott. ita) 

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Limun è un ex eroe di guerra serbo, un insegnante di judo e un macho delinquente e omofobo alla vigilia delle seconde nozze con Biserka, ragazzona appariscente dalla mente aperta e dall’animo non violento. Una serie di circostanze impongono a Limun di affidare l’organizzazione del matrimonio a Mirko e al suo partner Radmilo, un veterinario. IIn cambio del servizio, Limun e i suoi muscolosi sodali scorteranno la parata del gay pride, visto il rifiuto della polizia, per salvare i manifestanti da un pestaggio assicurato. Vincitore del Premio del Pubblico di Panorama del Festival di Berlino 2012. Vincitore del Premio del Pubblico al Festival GLBT di Torino 2012. Vincitore del Premio Amore e Psiche al MEDFILMFESTIVAL di Roma 2012. Campione d’incassi in Serbia, Croazia, Montengero, Bosnia e Macedonia.

Srdjan Dragojevic’s The Parade takes a comedic look at Serbia through the lens of one group’s fight to hold a Gay Pride parade in Belgrade. When a bulldog is shot, an improbable alliance develops. We meet Pearl and Mickey, a couple about to be married, and Mirko and Radmilo, a couple involved in the gay pride parade. Mirko happens to be Pearl’s wedding planner and Radmilo, his partner, turns out to be the veterinarian who saved Mickey’s dog’s life. After a lover’s quarrel, Mickey—who is less than accepting of gay pride—makes a deal to protect the participants in the parade in order to win Pearl back.


MARTEDì 4 ore 21
MERCOLEDì 5 ore 16.30 / 21.00
GIOVEDì 6 ore 16.30 / 21.00
MARTEDì 11 ore 18.30 / 21
MERCOLEDì 12 ore 16.30 / 18.30 / 21.00
GIOVEDì 13 ore 16.30 / 21.00

IN COLLABORAZIONE CON I WONDER PICTURES

Stop the Pounding Heart

di Roberto Minervini (Usa-Fra-Ita, 2013, 100′, english vers. sott. ita)

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I Carlsons sono una famiglia di devoti cristiani, allevatori di capre nel Texas rurale. Il film, tra finzione e documentario, girato dall’italiano Minervini con attori non professionisti nei loro luoghi di vita reali, ci introduce ai loro dodici figli, educati in famiglia e cresciuti in una casa priva dei comfort della modernità. La più grande di loro, Sara, preoccupata per l’approssimarsi del suo matrimonio combinato, diventa amica di Colby, un cavaliere di rodeo dilettante. L’impraticabilità della loro relazione sentimentale porta Sara alla disperazione e le parole di conforto della madre diventano il titolo stesso del film (letteralmente “ferma il batticuore”) e suggeriscono ciò che la famiglia Carlson intende come vero scopo della preghiera. L’approccio non giudicante di Minervini, con tocco gentile che non esclude una profondità di analisi sociale, rivela luci e ombre di questo sistema di vita tradizionale, ma soprattutto fa emergere un senso fondamentale di umanità e di dignità del proprio lavoro, oltre che una sensibilità e un impegno inaspettati su questioni come l’agricoltura e l’allevamento biologici. (tratto da Noah Cowan, from tiff web catalogue) Stop the Pounding Heart è il terzo di una serie di lungometraggi di Minervini ambientati nel sud rurale degli Stati Uniti e ha ricevuto riconoscimenti e apprezzamenti in festival di mezzo mondo (Cannes, Toronto). Emblematica la vicenda personale e professionale del regista marchigiano di nascita, artefice di un cinema antispettacolare e lontano anni luce dalle banalità e dalla pochezza di tanto cinema italiano contemporaneo, un giovane “cervello in fuga” che ha iniziato a lavorare come cameriere per mantenersi all’estero, ha suonato in rock band, fino ad approdare a New York, dove ha ottenuto una borsa di studio all’Università e ha potuto realizzare i suoi primi cortometraggi. Le difficoltà distributive che questo questo piccolo-grande film sta incontrando in Italia (un merito innanzi tutto alla I Wonder Picuters di Bologna per il coraggio) dimostrano, se ce ne fosse ancora bisogno, lo stato comatoso del nostro sistema culturale.

The teenage daughter of Christian goat farmers in rural Texas rebels against her arranged marriage in this half-fiction, half-documentary hybrid from Italian director Roberto Minervini, shot with non-professional actors performing in their real homes. The Carlsons, a family of devout Christian goat farmers, occupy the centre of his story. The film introduces us to their twelve home-schooled children who are raised in a house devoid of modern conveniences. The eldest daughter, Sara, perhaps anxious about her increasingly discussed arranged marriage, strikes up a friendship with Colby, a rowdy amateur bull rider. His makeshift bucking machine becomes a neighbourhood attraction, bringing him and Sara together in a chaste but anxious exchange of teenage need. The impossibility of their union reduces her to tears and her mother’s heartbreaking words of comfort form the film’s title — and suggest the true purpose of prayer for this most extraordinary family. While some of the Carlsons’ beliefs may seem more than a bit outré — the role of women in their community will displease many — Minervini’s non-judgmental approach reveals there is also a basic sense of human kindness and decency at work, as well as a surprisingly robust commitment to more sensible values like organic farming, signaling that our stereotypes may be challenged. Stop the Pounding Heart, Italian-born director Roberto Minervini’s third in a series of films set in the American South, immerses the viewer in a steamy, overcast, and shockingly verdant East Texas town. His actors are real people — that is to say, they live in the places he films and lead a life similar to the one he documents. He has worked with them closely to form this half-documentary, half-fiction hybrid, in ways that surprise with gentle touches and complex social analysis. (Noah Cowan, from tiff web catalogue)  

 


VENERDì 7 – SABATO 8 ore 21.00

in anteprima italiana assoluta al Detour, due serate di grandi corti d’animazione d’autore!

O!PLA ACROSS THE BORDER

selezione dei premiati al Ogolnopolski Festival Polskiej Animacji – Festival polacco del cinema d’animazione

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ore 21.00  Assaggi e stuzzichini dalla Polonia 

ore 21.30 Inizio proiezioni >Programma completo

L’animazione polacca è una tradizione preziosa della cultura europea e non solo. Grazie a una nuova generazione di autori di talento, accanto al lavoro dei maestri più affermati, il cinema d’animazione rappresenta tuttora in Polonia una specificità artistica nazionale in continuo rinnovamento e apprezzata a livello mondiale.

O!PLA ACROSS THE BORDERS è un eccezionale programma di cortometraggi d’animazione d’autore che include le opere premiate al Festival di animazione O!PLA, la cui prima edizione si è tenuta in 21 città della Polonia, dal 5 aprile al 9 giugno 2013.

O!PLA ACROSS THE BORDERS raccoglie il meglio dell’animazione d’autore degli ultimi anni, senza distinzioni tra lavori realizzati in studi professionali, prodotti totalmente indipendenti, video musicali d’animazione e gli esiti maturi dei corsi di animazione delle più prestigiose scuole di animazione. Un sezione speciale è dedicata a Monika Kuczyniecka, artista indipendente specializzata nella tecnica dell’animazione stop-motion in plastilina.

O!PLA ACROSS THE BORDERS è un progetto di animazione itinerante che ha già toccato Gran Bretagna, Russia, Slovacchia, Romania, Serbia, Argentina, Canada e Brasile. Queste due serate al Detour rappresentano un’anteprima italiana assoluta.

www.animationacrossborders.com / www.polskaanimacja.pl

 


DOMENICA 9 ore 13.00 – 17.00

S T A L K E R

Linee, cerchi e reti

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Il primo di tre appuntamenti al Detour con il collettivo STALKER, in collaborazione con Aude Fourel e Cristina Nisticò. Con la mostra “Stalker Attraverso i Territori Attuali 5, 8 ottobre 1995” si inaugura ZAD! (Zona Arte Detour) che ospiterà esposizioni d’arte attuale a carattere di sperimentazione e di ricerca.

“La pratica Stalker di ricerca, azione e trasformazione nel territorio e con i suoi abitanti si è sviluppata e articolata nel tempo attraverso un processo di sperimentazione e verifica delle ormai tante esperienze realizzate sul campo dal 1995 a oggi. Al Detour ne presentiamo alcuni passaggi, attraverso una selezione di videodocumentazioni, in tre giornate che abbiamo chiamato Linee, Cerchi e Reti, sintetizzando così tre aspetti conseguenti e compresenti nel lavoro di Stalker. 

(Linee) camminare attraverso i Territori Attuali Pratica fondante di Stalker è il camminare, o meglio, il camminare attraverso. La costruzione di linee di esperienza collettiva, percorsi di continuità spazio temporale attraverso i vuoti, i margini e i confini che separano le isole, gli arcipelaghi, i continenti dell’urbanizzazzione diffusa, alla deriva. Stalker costruisce così una visione del divenire urbano partendo dal suo negativo, da quello sfondo dove la memoria è ormai inconscio e il progetto, divenuto traccia, è sostegno al riappropriarsi spontaneo e clandestino dei luoghi da parte della natura e degli uomini. Spontaneità che dà al futuro il passo del divenire altro, dell’emergere accidentato e inaudito da territori senza progetto né controllo, che rendono il presente una dimensione inconscia, estranea all’autorappresentazione enfatica e mediatizzata del presente contemporaneo. Fin dal primo giro, a piedi attraverso gli spazi abbandonati di Roma, nel 1995, abbiamo chiamato questi luoghi Territori Attuali. (…) Camminare attraverso è assieme pratica estetica, di libertà e di conoscenza. Una pratica tesa più a cambiare chi la agisce che non le cose stesse. Un cambio di percezione che induce a trasformare i comportamenti e la loro coazione a trasformare i luoghi. Camminare attraverso permette di cogliere il cambiamento, la sua fisiologia, di adeguarvisi e di indurlo, di diventarne parte. Insegna a non fare previsioni, a non pianificare ma a sperimentare, a misurarsi con errori ed imprevisti, a pensare il progetto come processo, spontaneo, che emerge, creativo, dal basso.” (Per Stalker, Lorenzo Romito)

link: osservatorio nomade / link: manifesto Stalker

Programma della giornata: ore 13.00 proiezioni: Odissea del Golfo 2012 riprese di Matteo Fraterno montaggio Danilo Donzelli 18′ | Interface Zone Belfast 2007 riprese e montaggio Aldo Innocenzi 28′ | Sui letti del fiume (2007) 23’ riprese e montaggio Aldo Innocenzi | Corviale Walk 2005 16′ riprese e montaggio Laurent Malone

ore 14.00 pausa: a pranzo con Stalker ore 15.00 proiezioni: La morra cinese 20′ testi e voce Lorenzo Romito riprese e montaggio Aldo Innocenzi | Bradisisma Pozzuoli (1996) 7’  riprese e montaggio Aldo Innocenzi | Stalker Rundown  (1996) 15’ riprese e montaggio Aldo Innocenzi | Stalker attraverso i territori attuali (1995) 20’ riprese e montaggio Aldo Innocenzi

ZAD! (Zona Arte Detour): esposizione Stalker Attraverso i Territori Attuali 5, 8 ottobre 1995, Foto  in b/n | Mappa,  poliestere e colori acrilici

 


VENERDì 14

ore 18:30 L’amour Fou: Les chansons d’amour

di Christophe Honoré (Fra 2007, 100′, version francaise, sott. ita)

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Ismael è un giovane parigino amato da Julie la quale è disposta a condividerlo con l’amica Alice. Ismael sta troppo bene in questa condizione per decidersi a fare le scelte che Julie vorrebbe, finché non sarà il destino a decidere per tutti. Christophe Honoré ha messo insieme un cast d’eccezione (tra gli altri Louis Garrel e Ludivine Sagnier) per questo ‘musical’ moderno e atipico, con una colonna sonora che richiama le migliori selezioni de Les Inrockuptibles. Nel corso del film gli attori cantano con le loro voci autentiche ben tredici canzoni. Il modello sembra essere Les parapluies de Cherbourg, ma con scelte musicali che risentono del passaggio sul pianeta di band come i Noir Desir. Un film quindi molto francese, anzi molto parigino, anzi molto 10* arrondisment, nelle cui strade si è scelto di girare, senza bloccare il traffico e il passaggio delle persone, con un effetto di nouvelle-vague che rinfresca l’insieme.

__________

ore 20.30 PALESTINA PER PRINCIPIANTI
SECONDA STAGIONE

Ciclo di incontri e proiezioni in collaborazione con Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese.
Un ringraziamento a Valeria Belli e Livia Parisi.

“Sappiamo bene come la nostra libertà sia incompleta senza la libertà dei palestinesi.” Nelson Mandela, 1997 

ore 20.30 aperitivo per la Palestina e proiezioni nel foyer

ore 21.00 Budrus 

di Julia Bacha (Usa, Palestina, Israele 2010, 72′, arabic/english/hebrew version, sott in italiano) 

Introduzione a cura di Luisa Morgantini, Assopace Palestina

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Il film segue un leader palestinese nel tentativo di unire Fatah, Hamas e alcuni attivisti israeliani in un movimento non-violento per protestare contro la costruzione della cosiddetta “barriera di sepazione israeliana” nella West Bank e salvare Budrus, il proprio villaggio, dalla distruzione. Il progetto è sul punto di fallire, fino al momento in cui la figlia quindicenne decide di prendere anche lei parte all’impresa… Premi e menzioni speciali al Tribeca e al Jerusalem Film Festival, tra gli altri.  Follows a Palestinian leader who unites Fatah, Hamas and Israelis in an unarmed movement to save his village from destruction. Success eludes them until his 15-year-old daughter jumps into the fray.      


SABATO 15 dalle ore 19.00

MINESTRONE alla ROMANA

con BANDAJORONA

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Il 15 febbraio celebriamo / la Roma di accattoni e vagabondi  / di pranzi immaginari e di abbuffate / del centro storico e delle borgate.
Si parte con un film / che mette insieme Davoli e Benigni / C’è pure Franco Citti e Giorgio Gaber / mi raccomando: non prendere impegni. 
La sera poi ci sta BandaJorona / con voce, fisarmonica e chitarra / canzoni della mala e folk d’autore / farà ballare tutta la Suburra.
Non mancheranno certo le sorprese / stornelli, stornellari e amici attori / e sarà sempre aperta la Fraschetta / al banco Sora Cristina e Sora Lucia!
ore 19.00 Il Minestrone (ita 1981, vers. italiana, english sub.) di S. Citti – Prima parte
con Franco Citti, Ninetto Davoli, Roberto Benigni, Olimpia Carlisi, Giorgio Gaber
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Due pellegrini affamati partono da Roma verso il Nord, attraverso la campagna; lungo la strada altri si aggiungono a loro, ciascuno diverso dall’altro, ma accomunati dal bisogno di cibo. Scritta con Vincenzo Cerami, è una fiaba comico-poetica, dominata dallo sguardo dal basso del suo autore: distaccato, affettuoso, semplice eppur misteriosamente trasfiguratore. È lo sguardo di un anarchico epicureo che guarda il mondo come se per istinto (o antica saggezza?) sapesse già tutto.

ore 20.00 MINESTRONE HOUR (un piatto di zuppa non si nega a nessuno)

+ READINGS ( special guest:Pino Calabrese)

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Pino Calabrese in oltre 35 anni di carriera ha lavorato in teatro con De Filippo, Proietti, Piera Degli Esposti, Montesano, partecipato a numerose serie televisive ed è stato diretto al cinema da Tornatore, Avati, Faenza, Martone, Corsicato, Bertolucci, Martinelli, Vicari. E’ stato anche interprete di commedie radiofoniche e docente di dizione, fonologia e public speaching per scuole private. Tra i film cui ha partecipato L’uomo delle stelle e La sconosciuta di Tornatore, Noi credevamo di Martone,Diaz di Vicari, I Vicerè di Faenza, Uno su due di Cappuccio, La seconda notte di nozze e Il figlio unico di Avati.

ore 21.00 II Minestrone di S.Citti (seconda parte, english sub)
ore 22.00 BANDAJORONA in concerto
BandaJorona

BandaJorona Chi nasce a Roma resta inevitabilmente permeato dallo spirito della sua città. Uno spirito che nel tempo si è espresso con mille modalità e con scenografie differenti: dalle mura dipinte delle osterie alle celle delle carceri cittadine, dai luoghi del turismo più becero ai palazzi di borgata, dai teatri risorti ai tinelli piccolo-borghesi. Epoche diverse, contesti e contenuti differenti, un popolo in continua trasformazione, che sa inglobare il diverso e mantenersi sè stesso: questo è il magma da cui BandaJorona fa emergere canti, melodie, “fattacci” narrati come gesta epiche, prese in giro del potere, canzoni romantiche e piene di nostalgia per qualcosa che, irrimediabilmente, va fuggendo.Un viaggio nella musica e nelle storie d’amore, carcere e coltello, espresso con la vena sanguigna e romantica della città di Roma, ma anche richiamando alla memoria, per la musica laziale, la straordinaria testimonianza di Graziella Di Prospero. La musica della BaandaJorona è ricordo, atto rinnovato di espressione politica e sociale, ma anche ricerca musicologica accurata, una scelta di arrangiamenti raffinati e al tempo stesso di grande impatto emotivo.
Bianca Giovannini (la Jorona) – voce | Piergiorgio Faraglia – chitarra, cori | Désirée Infascelli – mandolino, fisarmonica

ore 23.30 Il Minestrone di S. Citti (terza e ultima parte, english sub)


DOMENICA 16 ore 16.00 

Detour presenta

CINEBIMBI

cinebimbi

Cinebimbi è la fabbrica dei sogni per i più piccoli. Al cinebimbi i  bambini posso condividere con i propri amici e coetanei la magia della visione cinematografica. Detour selezionerà per loro i migliori titoli dell’animazione contemporanea e non. E per i papà e le mamme cinebar e caffetteria in funzione durante le proiezioni. L’ingresso e’ riservato ai soci ARCI: i genitori devono sottoscrivere la tessera. Per ogni tessera si ha diritto a un ingresso omaggio.

Ingresso alla proiezione 5 euro Per info e prenotazioni: cinebimbi@gmail.com


LUNEDì 17 

I LUNEDì 2X1 AL DETOUR
(due spettacoli al prezzo di uno!) 

INEDITI D’AUTORE: ALAN CLARKE & SHANE MEADOWS

ore 19.00 Scum

di Alan Clarke (Gb 1979, 98′, english vers. sott. ita)

scum

 Carlin viene trasferito in un nuovo, duro riformatorio per aver aggredito una guardia. All’inizio mantiene un profilo basso, ma presto diventa il boss dei giovani che devono scontare la pena nell’istituto.Alan Clarke raffigura la brutalità della vita all’interno di un riformatorio britannico alla fine degli anni Settanta. E lo fa con grande forza. Un pugno nello stomaco ben assestato, un atto d’accuso diretto ed efficace nei confronti di un sistema in cui non si scorge nessun tentativo di riabilitazione, che anzi produce il più delle volte effetti contrari facendo diventare veri criminali giovani colpevoli di piccoli reati. Violenza, strupro, suicidio, sopraffazione, umiliazione, razzismo.


ore 21.00 Somers Town

 di Shane Meadows (Gb 2008, 70′, english vers. sott. ita) 

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Shane Meadows e Thomas Turgoose, ripettivamente regista e protagonista di un film manifesto della controcultura british skinhead, This is England, si lasciano dietro le atmosfere più cupe e dimostrano in questo caso il loro talento per la commedia, in un film indipendente che riesce a coniugare il realismo dei personaggi e del contesto ambientale alla poesia dei sentimenti, alla leggerezza del tocco e a una scioltezza di linguaggio che sa quasi di nouvelle vague. Due ragazzi teenager, un senzatetto originario di Nottingham, assalito e rapinato al suo arrivo a Londra, e il figlio solitario di un immigrato polacco, si incontrano per caso in un caffè e da allora le loro vite prendono una piega inaspettata. Il distretto londinese di Somers Town, girato in uno sfavillante bianco e nero, sembra finalmente un luogo dove la working class inglese può intercettare delle opportunità, se non di studio o di lavoro, almeno di amicizia, libertà e persino d’amore, quando i due ragazzi si imbattono nella bella cameriera francese Maria.


MARTEDì 18 ore 20.45
MERCOLEDì 19 ore 16.30 / 20.45
GIOVEDì 20 ore 16.00 / 20.45
VENERDì 21 ore 16.00 / 18.30
SABATO 22 ore 20.30 (Director’s Cut, versione integrale)

IN COLLABORAZIONE CON I WONDER PICTURES

The Act of Killing (Jagal)

di Joshua Oppenheimer  (Gb/Dan/Nor 2013, 120’, original vers. sott. ita)

Il film più potente, surreale e terrificante degli ultimi dieci anni” – Werner Herzog

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Indonesia: gli assassini raccontano. Nel 1965 i paramilitari del movimento Pancasila danno vita a un colpo di Stato che sfocia in un genocidio. Oltre un milione di persone finiscono trucidate nella “più grande caccia ai comunisti di tutti i tempi”. I killer di allora oggi sono anziani signori benestanti che, in questo film impressionante, fanno cinema. Ricreano e mettono in scena i loro atti criminali. Spesso, in una tragica inversione, impersonano le vittime. Il sorprendente regista Joshua Oppenheimer, al suo esordio, segue il loro percorso dal compiacimento di protagonisti di una violenta giustizia politica alla riflessione sulle implicazioni, non solo morali, dell’omicidio di Stato. Tra i moltissimi riconoscimenti raccolti in giro per il mondo, segnaliamo il Premio come miglior documentario all’European Film Award 2013, il Premio della giuria ecumenica al Festival di Berlino 2013, nella sezione Panorama Dokumente, e quello per la miglior produzione internazionale al Biografilm Festival dello stesso anno. Tra i produttori esecutivi figurano Werner Herzog e Errol Morris. Il film è candidato all’Oscar come migliore documentario 2014.

A documentary that challenges former Indonesian death squad leaders to reenact their real-life mass-killings in whichever cinematic genres they wish, including classic Hollywood crime scenarios and lavish musical numbers. Nominated for the Academy Award for Best Documentary Feature 2014.

“The act of killing è un documentario sui massacri avvenuti in Indonesia tra il 1965 e il 1966, quando un tentato golpe andato male segnò l’inizio della fine per il presidente riformatore Sukarno, scatenando un’ondata di violenza contro i comunisti, i presunti tali e (già che c’erano) la locale comunità cinese, anche se la maggior parte dei cinesi in Indonesia erano dei piccoli imprenditori fuggiti dalla Cina comunista. Oppenheimer si e’ finto un regista di fiction che vuole fare un film d’azione sugli eventi di quegli anni. E ha chiesto a due piccoli gangster di strada, vicini alle forze paramilitari responsabili di molti massacri, di interpretare se stessi. Da cui il titolo del documentario: in inglese, the act of killing significa sia “l’atto di uccidere” sia “la recita del massacro”. Uno dei protagonisti, Anwar Congo, è un uomo vispo di carattere apparentemente bonario. Ma non ha problemi nel far vedere al regista (in sequenze che immagino siano state presentate agli attori come il making of del finto film d’azione) come ha strangolato le sue vittime con il fil di ferro perché con altri metodi “c’era troppo sangue da ripulire”. Un altro assassino, veterano di quegli anni, ricorda scherzosamente, come se raccontasse una barzelletta, che un giorno si era messo in testa di uccidere tuti i cinesi che incontrava per strada. Il fatto che uno di loro fosse il patrigno della sua ragazza di allora non l’ha fermato. Ma la grandezza del film di Oppenheimer sta anche nel fatto che non è una semplice presa di coscienza imposta dal dio-analista-regista. A un certo punto parte per una tangente inaspettata: il regista comincia a dare forma scenica agli incubi di Congo, arrivando a regalarci delle scene surreali (un pesce gigante di cartapesta, ragazze danzanti, un collega-assassino di Congo che si traveste da donna…) che sembrano uscite da un musical diretto da un Dalì indonesiano.” (Lee Marshall,  da Internazionale)

 


MERCOLEDì 19 dalle ore 19.00 alle 20.00

presentazione a ingresso libero dei corsi di:

FOTOGRAFIA 16 lezioni + mostra di fine corso
la fotografia come mezzo di espressione-comunicazione-socializzazione

Ultimi posti disponibili ai corsi Primavera 2014
Inizio corsi di I, II, III livello: Marzo 2014

Docente: Patrizia Copponi – Informazioni: cell.3384634278 – email patriziacopponi@libero.it 


GIOVEDì 20 ore 20.00 – 22.00

SHOT&SHORT

Vieni a proiettare il tuo corto e un un drink te lo offriamo noi!

il cortometraggio non dovra’ superare la durata massima di 25 minuti e verra’ proiettato nello storico cineclub romano.  Porta i tuoi amici e se il tuo corto sara’ il piu’ votato dai presenti vincerai una bottiglia di vino o un’abbondante caraffa di sangria da condividere con loro! Le proiezioni inizieranno alle 20:00. La partecipazione e’ riservata ai soci ARCI.Info e prenotazioni: shotandshort@gmail.com

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VENERDì 21 ore 21.00

White Shadows in the South Seas

di W.S. Van Dyke e Robert Flaherty (Usa 1928, 89′, Silent with English Intertitles, muto con didascalie in inglese) 

with Live Soundtrack by / con colonna sonora eseguita dal vivo a cura di

Mike Cooper

WHITESHADOWS

Disgustato dallo sfruttamento dei pescatori di perle in Polinesia e dal degrado ambientale, un medico bianco alcolista approda su un’altra isola, ancora incontaminata dove, grazie all’amore di un’indigena, trova una nuova ragione di vita e di riscatto. Ispirato all’omonimo libro di viaggio del 1919 di Frederick O’Brien, che trascorse un anno nel sud pacifico con i nativi isolani, Il progetto iniziale del film prevedeva una collaborazione tra il grande documentarista etnografico Robert Flaherty e la MGM. Più tardi,a causa di attriti produttivi causati dal ritmo di lavorazione giudicato troppo lento dalla MGM, Flaherty passò il testimone della regia a Van Dyke. Flaherty riuscì comunque a girare alcune scene prima di lasciare la produzione, che sono state poi inserite nel montato finale (es. la scena della laguna nella giungla). Il film è noto per essere stato il primo della MGM ad avere una colonna sonora pre-registrata. 

Mike Cooper (Reading, Uk) è musicista, compositore, cantante, autore, improvvisatore, chitarrista slide, “collagiste” del suono, artista radiofonico, architetto del suono e performer per film muti. Ha inciso numerosi dischi e colleziona camicie hawaiiane.

Dr. Matthew Lloyd, an alcoholic doctor is disgusted by the exploitation by white people of the natives on a Polynesian island. The natives dive for pearls. However, numerous accidents occur and one diver dies. In anger, Dr. Lloyd punches Sebastian, the employer. As revenge and to prevent further interruption of his activities, he tricks Dr. Lloyd onto a ship with a deceased crew (thinking they are ill) and his men rough him up and send the ship off into a storm. Dr. Lloyd survives and is washed ashore on an island where none of the natives have ever seen a white man. The film is based on the 1919 novel of the same name by Frederick O’Brien, who spent a year in the South Pacific with native islanders. The film began production in 1927 as a co-venture between documentary filmmaker Robert Flaherty and MGM. It is known for being the first MGM picture to be released with a pre-recorded soundtrack.

For the past 40 years Mike Cooper has been an international musical explorer, performing and recording, solo and in a number of inspired groupings and a variety of genres. Initially a folk-blues guitarist and singer songwriter his work has diversified to include improvised and electronic music, live music for silent films, radio art and sound installations. He is also a music journalist, writing features for magazines, particularly on Pacific music and musicians, a visual artist, film and video maker, collector of Hawaiian shirts and appears on more than 60 records to date.


 

LUNEDI 24 ore 18.30

DUE SPETTACOLI AL PREZZO DI UNO!

Japan Cartoon Live-Action i film tratti dai cartoni che hanno cresciuto una generazione

Arriva Bem, nemico del mal, che in bocca tien mille pugnal. Chi è nato negli anni 70’ non può non ricordare questo ritornello, così come difficilmente avrà dimenticato le avventure di Sampei, il giovane pescatore e di suo nonno Ippei. Questo mese vi proponiamo i Live Action (ovvero film con attori) di due tra i più celebri beneamini dei cartoni animati giapponesi.

 ore 18.30  Bem – Il mostro umano (Yokai Ningen Bem)

 (Yôkai ningen Bem​ – jap 2012 104‘, japan vers., sott. ita) di ​Shunsuke Kariyama​.

Bem il mostro umano, è un anime giapponese creato nel 1968 da Saburo Sakai e Nobuhide Morikawa e trasmesso in 26 episodi della durata di 25 minuti ciascuno dalla televisione giapponese tra l’ottobre del 1968 e l’aprile del 1969. Molto cupo, è stato il primo vero anime horror, non lesinando nemmeno dettagli truculenti al limite dello splatter. Questa è la versione live del 2012.

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 ore 20.30 Sampei – Il grande pescatore

(Tsurikichi Sanpei jap, 2008 118’ japan vers., sott. ita) di Yojiro Takita.

Mihira, un ragazzino vitale e ingegnoso, vive con il nonno Ippei, valente artigiano produttore di canne da pesca di bambù, in un paesino rurale della regione Tohoku. Il passatempo favorito di Sanpei è la pesca, una passione che coltivava anche suo padre, scomparso in mare sei anni prima.

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MARTEDì 25 ore 20.45

INCONTRI DI CINEMA

serata con proiezione e dibattito a cura di ViSiOnI

“E’ buffo come i colori del mondo divengano veri soltanto quando uno li vede sullo schermo” (Alex in Arancia Meccanica, S. Kubrick, 1971)

Per il programma dettagliato e informazioni: http://forumcinema.blog.tiscali.it/ Per partecipare agli incontri è preferibile prenotarsi scrivendo a visioni@gmelies.it

 


MERCOLEDì 26 ore 20.00

IN COLLABORAZIONE CON ARTDIGILAND E FILM FLAMME – POLYGONE ETOILEE (Marsiglia)

CINEMA MILITANTE: ESILIO, MEMORIA, UTOPIA


 
ore 20.00
presentazione del volume
Marc Scialom. Impasse du cinema. Esilio, memoria, utopia / Exil, mémoire, utopie 

(a cura di Mila Lazic, Silvia Tarquini, Artidigiland, Dublino, 2012)

ore 21.00 Lettre à la prison

di Marc Scialom (Francia, 1969, 70′, version francaise, sott. ita)

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Lettre à la prison, realizzato nel ’69 senza un produttore e quasi clandestinamente dall’ebreo-italo-tunisino Marc Scialom, è un’opera poetica sulla perdita di identità culturale e personale di un esule arabo in Francia, che mette indirettamente il dito nelle piaghe di colonialismo e razzismo. È girato tra Tunisi, Marsiglia e Parigi, sull’asse dell’esilio dell’autore. Finito il film, Scialom lo mostra ai suoi amici cineasti – tra cui Chris Marker – che accusano l’opera di non essere abbastanza politica. Deluso, Scialom cerca di dimenticare Lettre à la prison in un cassetto e torna alle sue origini, allo studio della lingua e della letteratura italiane. Traduce la Divina Commedia (Le Livre de Poche, 1996).
Dopo il ritrovamento di Lettre à la prison, il restauro e la presentazione nel 2008 al Festival International du Documentaire di Marsiglia, dove ottiene la Mention spéciale du Groupement National des Cinémas de Recherche, Scialom riesce a tornare al cinema con un nuovo, appassionato film, Nuit sur la mer (2012), ancora sui temi del dialogo tra diverse culture e dell’utopia di un mondo senza frontiere.

 


GIOVEDì 27 GRASSO! ore 20.30

JAPPO-DEMENTIALIA

Dead Sushi

di Noboru Iguchi ​(​Giappone 2012​, ​112​’ ​Japan vers., sott. ita)

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​I​l film, interpretato dalla ventunenne Rina Takeda (prodigio delle arti marziali), racconta la storia di Keiko. Figlia di un leggendario chef di sushi, Keiko scappa di casa quando il suo regime di kung-fu diventa troppo pesante. Trova lavoro in una locanda termale in campagna, dove viene ridicolizzata dal personale eccentrico e dagli ospiti, compresi i dipendenti di una ditta farmaceutica che si trovano in una vacanza di lavoro. Ma non sanno di un ex ricercatore insoddisfatto giunto anche lui alla locanda con un piano per vendicarsi: utilizzando un siero in grado di risvegliare gli istinti omicidi del sushi, trasforma tutti in mostri assetati di sangue! Keiko deve utilizzare sia la sua formazione sul sushi sia le sue abilità nelle arti marziali per salvare gli altri e sconfiggere gli assassini volanti.

 


VENERDì 28 ore 19.30

Friends in Rome & Detour present

CINE FRIENDS

The best Italian movies, not only pizza, spaghetti and mandolino…
All movies are shown in Italian with English subtitles / Serata di proiezione di cinema italiano sottotitolato in inglese.

h7.30 p.m. Meeting time and welcome drink A chance to socialize and network while mingling with an international crowd.

h9.00 p.m. Screening / proiezione Per il programma dettagliato, info e prenotazioni/ For further information and reservation please contact: cinedetour@tiscali.it

 


e ancora…

CINEMAMME FEBBRAIO

DETOUR in collaborazione con CITTA’ DELLE MAMME

CineMammeSilhouette 350

MERCOLEDì 5 FEBBRAIO ore 10.30 SUGAR MAN di Malik Bendjelloul (Svezia 2012, 86’, english vers. sott. ita)

MERCOLEDì 12 FEBBRAIO ore 10.30 STOP THE POUNDING HEART di R. Minervini (USA 2013, 100′, english vers. sott. ita)

MERCOLEDì 19 FEBBRAIO ore 10.30 SOMERS TOWN di Shane Meadows (Gb 2008, 70′, english vers. sott. ita) 

MERCOLEDì 26 FEBBRAIO ore 10.30 PALABRAS di Corso Salani (Italia 2003, 90′)

_______ 

LOGOTONDO_ombra

Cinema | Corsi e laboratori | Esposizioni | attività per bambini | Cinebar | Musica | Video d’arte | Teatro | Editoria indipendente

Associazione Culturale Detour – Via Urbana 107 Roma www.cinedetour.itcinedetour@tiscali.it
Tutti i film sono proiettati in lingua originale con eventuali sottotitoli in italiano e/o in inglese

Art-house cinema in Downtown Rome since 1997. All movies are screened in their original languages with italian or english subtitles

Ingresso riservato ai soci ARCI Primo ingresso con tessera associativa annuale: 8€ Ingresso alle proiezioni successive e alle attività: sottoscrizione minima 5€ Cineclub Detour è affiliato all’ARCI-UCCA e alla FICC (Federazione Italiana Circoli Cinema) Per il tesseramento è preferibile arrivare con almeno 15 minuti di anticipo prima dell’inizio dello spettacolo

For ARCI members only. Annual membership including first admission: 8€ Following admissions to screenings: 5€ Cineclub Detour is affiliated to ARCI-UCCA and to FICC Please kindly arrive 15-20 minutes before the film starts to allow time needed for membership

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