Through Alejandro Jodorowsky’s autobiographical lens, Endless Poetry narrates the years of the Chilean artist’s youth during which he liberated himself from all of his former limitations, from his family, and was introduced into the foremost bohemian artistic circle of 1940s Chile where he met Enrique Lihn, Stella Díaz Varín, Nicanor Parra… at the time promising young but unknown artists who would later become the titans of twentieth-century Hispanic literature. He grew inspired by the beauty of existence alongside these beings, exploring life together, authentically and freely. A tribute to Chile’s artistic heritage, Endless Poetry is also an ode to the quest for beauty and inner truth, as a universal force capable of changing one’s life forever, written by a man who has dedicated his life and career to creating spiritual and artistic awareness across the globe.
dom 29 marzo “Un po’ di OSSIGENO, per una serata di FOLLIA” Doppia proiezione e incontro-dibattito
IndieCinema Detour Via Urbana 107 Roma
Domenica 29 marzo ore 18.30
Ingresso con quota di partecipazione unica 5€ (+ 3€ tessera annuale)
Un po’ di OSSIGENO, per una serata di FOLLIA
Doppia proiezione:
LO STATO DELLA FOLLIA di Francesco Cordio
OSSIGENO di Piero Cannizzaro
Nel corso della serata incontro dibattito con gli autori e con
Maria Immacolata Macioti (Sociologa), Fabio Castriota (Psicanalista),
Riccardo Noury (Amnesty International), Carlo Infante (Changemaker)
—
ore 18.30
LO STATO DELLA FOLLIA
Le verità nascoste sugli Ospedali Psichiatrici
di Francesco Cordio. Con Luigi Rigoni (Italia 2014, 72’)
In Italia esistono 6 OPG, comunemente chiamati manicomi criminali, all’interno vi sono rinchiuse circa 1000 persone.
Il racconto in prima persona di un attore, ex-internato in uno di questi ospedali, si intreccia con le riprese effettuate, senza preavviso, in questi luoghi “dimenticati” anche dallo Stato. Queste istituzioni sono rimaste sostanzialmente estranee e impermeabili alla cultura psichiatrica riformata, e il meccanismo di internamento non è stato interessato dalla legge del 1978 che prevedeva la chiusura degli ospedali psichiatrici.
Molti giuristi, psichiatri, politici, opinionisti e cittadini attivi nelle associazioni umanitarie riconoscono che la persistenza dell’OPG e delle stesse procedure per accedervi sono incostituzionali. Una commissione parlamentare d’inchiesta ha fatto luce sullo stato di abbandono, degrado e non cura degli internati e ha fatto approvare una legge che ne prevede la chiusura.
Il film intende accompagnare, e far vivere lo spettatore, in questi luoghi dove le persone, fin dagli inizi del ‘900, sono relegate e disumanizzate dal trattamento farmacologico, dall’abbrutimento delle celle di isolamento e dei letti di contenzione.
Il documentario porta alla luce lo stato di abbandono delle strutture psichiatriche e la privazione dei più elementari diritti costituzionali alla salute, la cura, la vita di tanti malati mentali.
ore 20.30
OSSIGENO
di Piero Cannizzaro (Italia 2012, 60’)
“OSSIGENO” è la storia di un cambiamento. E’ una storia di furti, carcere,evasioni, poesia, riscatto, rinascita. Di una vita estrema, feroce, drammatica sfociata nella poesia, nella scrittura, nella pittura. E’ la storia di Agrippino Costa. Figlio di un finanziere. Orfano all’età di quattro anni, suo padre si risposa. Con la famiglia emigra nella Torino operaia negli anni ’50. E’ artefice di mille mestieri, dal fornaio, all’operaio, alla catena di montaggio.
Dall’età di 13 anni coltiva la passione della poesia. Parte per la Francia. Nel ’68 vive a Marsiglia dove per sopravvivere fa il buttafuori in un bordello. Diventa ladro d’opere d’arte, tra le quali la Venere di Botticelli, ma anche rapinatore di banche. Viene rinchiuso nelle prigioni francesi, svizzere e italiane.
In carcere diventa militante dei NAP e poi delle Brigate Rosse senza però mai smettere di scrivere poesie e dipingere quadri. Per le sue follie legate ai continui tentativi di fuga ha scontato vent’anni di prigione fra cui dodici trascorsi nelle carceri speciali. Non ha mai ucciso, ne ferito nessuno. Per cercare di sopravvivere alla follia del carcere, ha tentato l’evasione una dozzina di volte nei modi più disparati.
Il film pone vari interrogativi etici sull’uso della violenza in carcere e di molte contraddizioni scaturite dalla lotta armata, ma soprattutto su come attraverso un lavoro interiore di consapevolezza di sé, si possa rinascere a nuova vita.