CINEMA DETOUR - SETTEMBRE OTTOBRE 2009
Cinema Detour Via Urbana
107 (NUOVA SEDE!) 00184 Roma
www.cinedetour.it cinedetour@tiscali.it
Ingresso con tessera annuale 5€ + sottoscrizione
GIOVEdì 24
SETTEMBRE
ore 19.30 aperitivo inaugurale
stagione cineclub DETOUR 2009-2010
dalle ore 21.00
ASPETTANDO EVA E ADAMO
IL MYSELF CINEMA DI VITTORIO MORONI
alla presenza del regista
in collaborazione con la rivista Schermaglie
(www.schermaglie.it)
- “Eccesso di zelo” di Vittorio
Moroni, prod. Bradipo, 1997 – 23 minuti – 35 mm
- Lettura racconto “Mia madre e Nanni Moretti- ovvero come
mi sono deciso a fare il cinema”
-“Disperanze, Lettera dall’ India” di Vittorio
Moroni, 14 min. Super8
“EVA E ADAMO” – TRAILER
+ i PRIMI 10 MINUTI Nuovo film doc di Vittorio Moroni, 77 min.,
35mm, 2009, in uscita al Cinema Quattro Fontane da venerdì 25
settembre. Pausa Presentazione e promozione.
- Lettura racconto “Alle 22.15 circa”.
- a chiudere “Sulle tracce del
gatto” di Vittorio Moroni e Andrea Caccia 2003 – 45
min. Betacam – Prod. Mikado Nel nordest brasiliano le
fazendas cercano lavoratori per disboscare ettari di foresta
amazzonica. Si servono di un caporale che chiamano gatto. Chi
segue il gatto non troverà il denaro promesso, ma un
debito inestinguibile e la forma contemporanea di schiavitù.
Il documentario è un racconto e un viaggio tra chi sfrutta
(imprese brasiliane e multinazionali), chi è sfruttato
e chi lotta.
Mercoledì 6
21.00
THIS IS ENGLAND di Shane Meadows (Gran Bretagna 2006, 100 min.
v.o. sott. Italiano) L'11enne Shaun vive in una cittadina dell'Inghilterra
del nord. Cresciuto solo con la madre e senza una figura maschile
di riferimento, Shaun è colmo di rabbia e dolore. Il
suo passaggio dall'infanzia all'adolescenza avviene nell'estate
del 1983 ed è
segnato dall'incontro con un gruppo di Skinheads che lo accoglie
tra le sue fila. Ma presto il gruppo si divide tra boneheads
nazionalisti sostenitori del National Front e gli altri, rimasti
fedeli allo spirito originale antirazzista e proletario del movimento.
GIOVEDì 7
INCIPIT CARMELO BENE
Carmelo Bene (Campi
Salentina 1937 – Roma 2002)
Con
la partecipazione straordinaria di Luisa Viglietti.
A cura
di Luca Buoncristiano, Federico Febbo, Francesca Rachele
Oppedisano
Conosciuto come attore scrittore
regista teatrale cinematografico
e televisivo meno come poeta acclamato
e detestato a un tempo dalla critica
che amava definire “giornalaglia” a cominciare
dagli albori del suo teatro di ricerca scambiato più volte come avanguardistico
adorato in principio dalle élites di intellettuali che frequentavano
le prime sperimentazioni teatrali degli anni ’60 - Arbasino, Flaiano,
Morante, Pasolini, Moravia, Schifano - per diventare in seguito tra la fine
di quegli stessi anni e per tutta l’epoca dei suoi spettacoli a venire
motivo di interesse autentico per grandi artisti-pensatori come Villa, Bodini,
Klossowski, Deleuze, Manganaro, Grande, Carmelo Bene ha conosciuto straordinarie
alleanze poetiche artistiche filosofiche che hanno permesso alla sua arte di
collocarsi sempre in un altrove pur affondando le proprie radici nella frequentazione
assidua di certa cultura europea spaziando e rimettendo in circolo nelle sue
opere con passione e rigore le minorità poetiche d’autori fuori
classe come Laforgue, Lautréamont
e Tarchetti, le alture del pensiero
filosofico di Schopenhauer, Stirner,
Nietzsche e Heidegger, le forme artistiche
di Bacon, Bernini e Borromini, Burri,
le lezioni letterarie di Hugo, Joyce,
James, Poe, ripensate linguisticamente
con il conforto imprescindibile delle
letture di Freud, Lacan, Deleuze,
Foucault, Derrida…
Malgrado molto
sia stato detto, scritto, citato,
spesso a sproposito, resta ancora
molto da rivelare, a cominciare dal
riascolto della sua Voce, per risalire
con sempre maggior consapevolezza
alle vette altissime del suo pensiero
d’artista.
F.R.O.
21.15 INTRO
21:30 FRASI CHINCAGLIERIE RICORDI IN GRUMI
Regia di Giorgio De
Finis, montaggio Maria Valerio. Durata 6’ 21’’ à – estate
2002
’esigenza
di realizzare questo brevissimo filmato nasce dalla mia volontà di
lasciare una traccia, un ricordo, una testimonianza di quella
che era stata la casa romana di Carmelo Bene. Come previsto dal
testamento, la casa doveva essere spogliata dei suoi averi (dati
in dotazione alla Fondazione “L’Immemoriale di Carmelo
Bene”) e divisa tra gli eredi. Contrario a rendere pubblico
il “suo” privato, aveva provveduto a cancellare ogni
traccia organica del suo passaggio, sarebbero dovute rimanere
solo le sue opere a parlarci di lui. A tal scopo aveva istituito
una Fondazione, che si sarebbe dovuta occupare della diffusione
e della tutela di tutte le sue opere e un Centro Studi, aperto,
rigorosamente, ai soli “studiosi idonei”, con sede
nella sua casa di Otranto.
Prima che tutto questo avvenisse,
dopo qualche mese dalla morte di Carmelo, decisi di far realizzare
un servizio fotografico e alcuni video. Su mio invito Giorgio
De Finis realizzò questo brevissimo filmato, né più né meno
che un giro tra i ricordi.
La casa, realizzata in questo modo
all’inizio degli anni ottanta, rispecchiava fedelmente
lo spirito di chi l’aveva abitata, due appartamenti al
piano terra resi comunicanti da una veranda in stile liberty
affacciata su un grande giardino, abitato da alberi d’alto
fusto e assediato d’edera. Quasi tutte le finestre erano
coperte o dai mobili o dai giganteschi quadri di Pierre Klossowski,
le pareti e i pavimenti dalle tappezzerie e dai tappeti.
Evitare
la luce del giorno e attutire i rumori, erano le regole principali.
La camera da letto tutta nei toni del rosa, la camera degli ospiti
nera con qualche sfumatura viola, la vasca da bagno in marmo
nero, lo studiolo personale con tappezzerie gialline settecentesche,
lo studio-ufficio con le pareti di velluto di seta rosso intenso,
il soffitto di seta rosso e nero. Più di settemila libri
a riempire gli scaffali, gingilli e soprammobili accumulati in
una vita. Aveva scelto e sistemato ogni cosa personalmente.
Le
luci soffuse e un clima costante d’estate e d’ inverno
la rendevano un non-luogo.
Varcata la soglia non avevi la sensazione
di entrare in una casa, ma in un corpo vivo, pulsante.
frasi chincaglierie
ricordi in grumi ahimè
come s’è dimagrita
che ne sarà di me
Luisa Viglietti
21: 45 LA POESIA DIMENTICATA - Liriche
di Dino Campana dette da Carmelo Bene
Chitarra classica Flavio
Cucchi
Regia, Raoul Bozzi
Milano, Palazzo dello
Sport, 13 maggio 1982, video, durata 1.00 h
"Poesia e’ distacco, lontananza, assenza, separatezza,
malattia, delirio, suono, e, soprattutto, urgenza, vita, sofferenza
(non necessariamente cristiana). E’ flusso dell’insofferenza
d’esserci… E’ risuonar del dire oltre il concetto.
E’ intervallo musicale d’altezza, lirico… E’ l’abisso
che scinde orale e scritto."
Carmelo Bene
1982. Nel Cinquantenario
dalla morte di Dino Campana, Carmelo Bene si cimenta nei versi
dell’autore dei Canti Orfici. Questa dizione s’inserisce
nel ciclo degli “spettacoli concerto”, inaugurati
nel 1979 dal Manfred di Bayron/Schumann, che consacrano il legame
profondo di Carmelo Bene con la musica e con la musica della
poesia, con i suoi interpreti e con i suoi compositori. E’ con
l’approdo ai grandi teatri lirici e nei grandi spazi aperti,
riservati di solito ai concerti rock o agli eventi agonistici,
ai grandi raduni di massa, che Carmelo Bene sperimenta, negli
anni Ottanta, la potenza della “strumentazione fonica amplificata”.
Potenza tanto più efficace quando trasposta negli spazi
chiusi dei grandi Teatri classici, trasformati così in
enormi cavità orali dove la Voce, lungi dall’esser “portata”,
smette di essere alla portata del pubblico uditorio, violentato
fino al limite dell’udibile dalla polifonia di una Voce
in grado di situarsi su più piani d’ascolto grazie
all’uso del playback e della strumentazione elettronica.
E’ nel luogo stesso della rappresentazione classica che
CB mina il Teatro. “I microfoni (i mixer, gli equalizzatori,
il Bx, l’aphex, l’harmonizer ecc.) i computer, le
parole e le musiche sintetiche” sono il corpo della macchina
attoriale Carmelo Bene. Macchina intesa anche come automatico,
come purezza assoluta, come aspirazione ultima di un’arte
privata finalmente di qualsiasi autorialità. La strumentazione
fonica amplificata e’ questa dissociazione della voce dal
corpo, dall’origine supposta causa di ogni dire. Ma il
dire precede da sempre il soggetto dell’enunciato e una
volta appresa la lezione, l’attore non può che porsi
in puro ascolto e lasciarsi dire senza intenzione. L’idea
dell’ascolto come visione e’ più di una estenuata
ricorrenza critica, e’ la chance straordinaria di tornare
non solo all’origine dell’atto di creazione linguistica
ma anche all’origine del suono. Tra l’estinguersi
del senso a fior di labbra e lo schiudersi d’una immagine
che si arresta, l’autore diventa insituabile: manca il
soggetto dell’enunciazione per farsi puro ascolto, manca
la volontà di rappresentazione per farsi puro sguardo.
Tra queste due ineluttabili modalità del visibile e dell’enunciabile
opera la phoné. Una pratica eroica che nel mantenimento
d’un corpo e d’una voce aspira all’automatico
al di là dell’umano. Ecco dunque in soccorso colui
a cui CB era stato destinato a somigliare tanto, Jacques Lacan: “La
contraddizione nascosta, la goccia da mandar giù, e’ che
l’uomo aspira a distruggersi nel momento stesso in cui
si eternizza.”
F.R.O.
VENERDì 8
21.00 FUNERAL PARADE
OF ROSES di Matsumoto Toshio (Giappone 1969, 107 min
v.o. sott. Italiano)
Uno dei film preferiti da Stanley Kubrick (a cui si è dichiaratamente
ispirato in Clockwork Orange) e probabilmente anche uno dei migliori
film mai fatti. Realizzato nel 1969 il film è tanto fresco
e straordinario oggigiorno quanto assolutamente innovativo per
quei tempi. Ambientato in un ambiente "gay" questo è un
film su delle persone, su quello che fanno e che sentono, il
fatto che siano dei travestiti appare irrilevante. Sono persone
vere in un mondo vero che sembrano agire oggi anzichè nel
tempo in cui il film venne fatto. (asian world)
Sabato 9
22.00 PSYCO ELECTRONIC
ORCHESTRA
(Performance
AUDIO/VIDEO)
by CTRL+d & willysaw
www.4elle.it/psycho
L'installazione Psycho Electronic Orchestra,
prevede una proiezione dell'ormai nota pellicola cinematografica "Psycho",
creata dal genio del brivido Alfred Hitchcock, ma ciò non
basterà per tenervi incollati alle poltrone!
Durante la serate il locale accoglierà la performance
video accompagnata dall'esecuzione LIVE dell'intera colonna sonora
eseguita da un orchestra del tutto inusuale.
In una chiave completamente "moderna" il LIVE-SET del
riadattamento elettronico delle musiche di Bernard Hermann che
hanno sempre enfatizzato le immagini di Hitchcock, trasformeranno
il locale nel "perfetto luogo del delitto", il Bates
Motel.
Durante la proiezione lo spettatore si troverà difronte
ad interventi digitali applicati alla pellicola legati ai momenti
live del riadattamento musicale, aumentado il coinvolgimento
e la suspance del pubblico.
Come un testimone oculare ogni spettatore si troverà immerso
nella scena del crimine travolto da un emozionante brivido!
Domenica 10
21.00
THE FALL di Tarsem Singh (India, UK, USA 2006, 117 min v.o.
sott. Italiano)
La storia
si svolge all'inizio del 1900, in un ospedale di Los Angeles.
Una bambina col braccio gessato incontra un giovane stuntman
fermo a letto, il quale le inizierà a raccontare una
storia fantastica che, poco per volta, rispecchierà sempre
più
la sua tragedia.
La pellicola è stata
girata in 26 diversi paesi, tra cui Brasile, Cina, Egitto,
Sudafrica, Romania e Italia, per una durata di 4 anni di riprese.
Il film è un viaggio onirico interpretato da attori
non professionisti, ispirato ad una pellicola bulgara del 1981
conosciuta come Yo Ho Ho. Nel cast spiccano le presenze
di Lee Pace, Catinca Untaru, Justine Waddell e Julian Bleach,
mentre i bellissimi costumi sono opera della giapponese Eiko
Ishioka.
http://www.youtube.com/watch?v=iO0LYcCoeJY
Martedì 12
CHIUSO
Mercoledì 13
21.00 DEAD MAN’S SHOES di Shane Meadows (Gran Bretagna 2004, 86min
v.o. sott. Italiano) Due fratelli, Richard ed Anthony, ritornano
nella loro città
natale che avevano lasciata anni prima. Richard è forte
ed intraprendente, Anthony a causa di un leggero ritardo mentale
vive completamente all'ombra del fratello che cerca di imitare
mentre l'altro è molto protettivo nei suoi confronti.I
due vanno a stabilirsi sulle colline sovrastanti la città,
ma non sono tornati per rivivere il passato. Richard è tornato
per vendicarsi. Conosce bene il luogo e i suoi abitanti, sa che
la città ora come otto anni prima è
nelle mani di una banda di delinquenti e spacciatori. Il ritorno
dei due fratelli scatena sospetti e paranoie. Perché Richard è ritornato?
Cosa vuole fare? Intanto Richard va alla ricerca di ogni criminale,
Uno per uno, li cerca, li scova e riesce a metterli l'uno contro
l'altro.
Giovedì 14
21.00
Young Thugs: Nostalgia di Miike Takashi (Giappone 1998, 93 min v.o. sott. Italiano)
Tra il 1969
ed il 1970 Riichi, un ragazzino di Kishiwada (Osaka), vive
la sua infanzia in una situazione familiare molto particolare,
un padre che spesso alza le mani ed una madre bistrattata che
come unica soluzione alle maniere del marito e alle sue avventure
amorose con prostiutte si allontana dalla famiglia sparendo
per periodi più o meno lunghi. Riichi ha però tutta
la sua innocenza che gli permette di vivere la situazione con
un distacco che è proprio solo dei bambini. Insieme
ai suoi amici infatti prosegue la sua vita tra piccole scorribande
e avventure che però lo porteranno inevitabilmente all'adolescenza.
proprio su questo si basa il film, il passaggio di Riichi dall'infanzia
all'adolescenza. Ecco che ad accompagnare Riichi in questo
cammino ci sono i suoi amici Yuji e Tetsuo, c'è la sua
insegnante (Ito), molto comprensiva ed aperta, e ci sono altri
ragazzini che nonostante si comportino con la cattiveria tipica
della loro età, sono privi di malizia. Tutti insieme
vivono sullo sfondo questo simbolico passaggio generazionale.
La maestria del regista assimila alla storia anche l'avventura
dell'apollo 11, prima navetta sulla luna, portando all'attenzione
dello spettatore questa situazione come un cambiameno abissale
per la storia stessa dell'uomo... ma come sappiamo così non
è perchè per le persone normali la vita non cambia ma rimane
la stessa di sempre. (Asian World)
Venerdì 15
21.00 THE
FALL di Tarsem Singh (India, UK, USA 2006, 117 min v.o. sott.
Italiano)
La storia
si svolge all'inizio del 1900, in un ospedale di Los Angeles.
Una bambina col braccio gessato incontra un giovane stuntman
fermo a letto, il quale le inizierà a raccontare una
storia fantastica che, poco per volta, rispecchierà sempre
più
la sua tragedia.
La pellicola è stata
girata in 26 diversi paesi, tra cui Brasile, Cina, Egitto,
Sudafrica, Romania e Italia, per una durata di 4 anni di riprese.
Il film è un viaggio onirico interpretato da attori
non professionisti, ispirato ad una pellicola bulgara del 1981
conosciuta come Yo Ho Ho. Nel cast spiccano le presenze
di Lee Pace, Catinca Untaru, Justine Waddell e Julian Bleach,
mentre i bellissimi costumi sono opera della giapponese Eiko
Ishioka.
http://www.youtube.com/watch?v=iO0LYcCoeJY
Sabato 16
BERLIN SUPER80
Frammenti
della subcultura berlinese degli anni ’80 descritta da
artisti della scena art underground che riscoprirono un formato,
quello del super8, considerato ormai obsoleto.
Una selezione
di opere realizzate attraverso la collaborazione spontanea
di pittori, filmmaker, fotografi e musicisti, tra i titoli "So
war das S.O. 36", documentario di Manfred Jelinski sul
locale storico dove passarono band del periodo quali gli Einsturzende
e i Malaria.
17 corti sperimentali che raccontano una Berlino
cupa e delirante.
A partire dalle 21.00:
- E
Dopo? Di Brand &
Maschmann (1981)
- 3302- Taxi Film di Christoph Doering (1979)
- Hupfen 82 di Markgraf &
Wolkenstein (1982)
- Sax di Yana Yo (1983)
- Ohne Liebe gibt es keinen Tod di Maye & Rendschmid
(1980)
- Formel Super
VIII di Stiletto Studios (1983)
- Hammer und Sichel di Walter
Gramming (1978)
- Morgengesange di Georg
Marioth (1984)
- Geld (Malaria Clip) di Hormel/Buhler
(1982)
- Fragment Video di Notorische
Reflexe (1983)
- Mein Papi di Jorg
Buttgereit (1981)
- Berliner Kuchenmusik di Die
Todliche Doris (1982)
- Spanish Fly di Butzmann &
Kiesel (1979)
- So war das SO 36 di Manfred
Jelinski (1984)
- Die Glatze di Klaus
Beyer (1983)
- Craex Apart di Markgraf &
Wolkenstein (1983)
- Gelbfieber di Andrea
Hillen (1982)
Domenica 17
21.00
FUNERAL PARADE OF ROSES di Matsumoto Toshio (Giappone 1969, 107 min
v.o. sott. Italiano) Uno dei film preferiti da Stanley Kubrick
(a cui si è dichiaratamente ispirato in Clockwork Orange)
e probabilmente anche uno dei migliori film mai fatti. Realizzato
nel 1969 il film è tanto fresco e straordinario oggigiorno
quanto assolutamente innovativo per quei tempi. Ambientato
in un ambiente "gay" questo è
un film su delle persone, su quello che fanno e che sentono,
il fatto che siano dei travestiti appare irrilevante. Sono persone
vere in un mondo vero che sembrano agire oggi anzichè nel
tempo in cui il film venne fatto. (asian world).
Martedì 19
VISIONI presenta:
21.00 Via Selmi 72 -
Cinemastation (Italia 2008,
52′) di Anthony Ettorre, Giuseppe Cacace, Mauro Diciocia
Cinemastation non era una videoteca come le altre. Unica alternativa
alla vita di strada, era diventata con gli anni, il luogo dove
i ragazzi di Ponte Mammolo, quartiere della periferia nord-est
di Roma, passavano la maggior parte del loro tempo. Era un luogo
che meritava di essere vissuto, un centro di aggregazione spontaneo
in cui tutte le differenze sociali, politiche e culturali, si
annullavano. Angelo, il proprietario burbero ma buono, era riuscito
a stimolare l’interesse per il cinema e per molto altro… Nel
2006 Cinemastation ha chiuso. A distanza di 2 anni Angelo è tornato
in Via Selmi… www.rueto.it
Mercoledì 20
21.00
WONDERFUL DAYS di Moon-saeng
Kim (South
Korea 2003, 86 min. v.o sott. Italiano)In
un futuro non molto prossimo due diverse fazioni
convivono in una piccola isola, Gibraltar. Il primo
gruppo, chiamato ECOBAN, vive nell’agiatezza
ed ha dalla sua parte la tecnologia e l’energia
creata sfruttando l’inquinamento presente
nell’atmosfera. Proprio questa peculiarità fa
sì che
i cieli dell’isola siano sempre grigi e l’aria
non respirabile. La seconda fazione, i Marrians,
vivono in una città decadente
e sono in pratica la classe manovale di Ecoban. Tuttavia
sono superiori di numero e visto come vengono trattati
non tarderanno molto a ribellarsi.Le vicende ruotano
intorno a tre personaggi, amici nell’infanzia
ma poi separati a seguito di un tragico evento. Un
giorno Jay durante un pattugliamento incontra Shua
che credeva morto. Nel pedinarlo scopre che vive
a Marrians e che continua a seguire il suo sogno… quello
di poter rivedere l’azzurro cielo che vide
nella sua infanzia proprio insieme a Jay (animeclick.it)
Venerdì 22
Matebolic machine: HILARY HARRIS/ Takahiko Limura
HILARY
HARRIS
Hilary Harris è stato un regista sperimentale,
pioniere assoluto del time-lapse, che ha celebrato la sua città,
New York, fin dall'inizio della sua carriera negli anni '50.
Nel 1975 esce Organism: un vero e proprio inno alla modernità.
La città viene vista come un gigantesco organismo lacui
vita è filmata da una macchina da presa, con funzione
di microscopio, nel suo incessantepulsare.La metafora organica
sottende tutte le scene in cui si assiste al brulichio deicantieri,
alla "nascita" di palazzi come cellule in replicazione
continua che sostituiscono i tessutiinvecchiati. Straordinaria,
anche per il valore documentario, l'erezione delle Twin Towers:
uncanto sublime al progresso e alla tecnologia degli uomini.Senza
dubbio Harris è stato uno dei più originali e competenti
filmmaker indipendenti americani.
Inizio ore 21.00
Organism [USA 1975 di Hilary Harris]
9 Variations [USA 1966 di Hilary Harris]
Highway [USA 1958 di Hilary Harris]
Longhorn [USA 1951 di Hilary Harris]
TAKAHIKO LIMURA
Takahiko Limura è uno dei piu’ celebri
filmmakers sperimentali dei nostri tempi e molto apprezzato dai
altri registi della scena underground mondiale.Negli anni sessanta
durante l’esplosione del cinema underground negli Stati
Uniti, Limura è stato uno dei pochi, se non l’unico,
filmmaker underground in Giappone per tanti anni.Il suo lavoro
esplora vari soggetti ed è stato ispirato da tante fonti
quali il surrealismo ed il dadaismo. I suoi lavori sono caratterizzati
da un costante gioco dell’assurdo. Negli anni ’60
Limura continua il suo lavoro a New York dove diventata un punto
di riferimento per la prima generazione de i filmmakers underground.
Le sue origini giapponesi hanno contribuito a sviluppare uno
stile cinematografico minimalista e concettuale all’ interno
della avanguardia New Yorkese .
Inizio ore 22.00
Kuzu
(Junkes) (Giappone 1962)
Ai (Love) (Giappone
1962)
On eye rape (Giappone 1962)
A dance party in the kingdom of lilliput (Giappone 1964)
Sabato
23
21.00 AMERICAN ASTRONAUT di
Cory McAbee ( USA 2001, 94 min. V.o. sott. Italiano)
Nel futuro, pochi spericolati avventurieri in cerca di fortuna
battono la rotta tra Giove e Venere - l'uno abitato soltanto
da uomini, l'altro soltanto da donne - vendendo i loro servigi
a chi meglio sa ricompensarli. Il pilota Samuel Curtis, dietro
consiglio dell'amico Blueberry, scambia una ragazza perfetta
creata da un congegno clona-persone con un giovanotto di Giove
che gode fama di essere l'unico esemplare maschile ad aver conosciuto
una donna e conduce, poi, quest'ultimo su Venere dove le donne
sono in trepidante attesa di studiare un vero uomo. Ma il viaggio
si rivela più rischioso del previsto, poiché Curtis,
intercettato dal suo acerrimo nemico professor Heiss, è costretto
a rifugiarsi su una vecchia stazione mineraria spaziale abbandonata
dove, contro ogni logica, alcuni decrepiti minatori sono sopravvissuti
sorretti dalla speranza di essere un giorno liberati.
DOMENICA 24
21.00
Je t'aime moi non plus di
Serge Gainsbourg(Francia 1976, 90 min.)
Krassky e Patrice sono due camionisti
che trasportano rifiuti nelle discariche. I due sono legati
da un forte rapporto, affettivo e sessuale. Si fermano in uno
sperduto locale. Qui Boris,un flaccido e manesco padrone che
organizza squallidi spogliarelli per i camionisti di passaggio,
ha alle sue dipendenze Johnny, una ragazza chiamata così perché sembra
un ragazzo. Krassky, pur non essendo interessato alle donne,
come del resto Patrice, rimane colpito dalla bellezza androgina
di Johnny ed inizia a frequentarla. Ma quando fa l'amore
con lei non riesce ad eccitarsi, finché Johnny non
lo invita a possederla come un ragazzo.Patrice fa una violenta
scenata di gelosia, chiedendo all'amante di non frequentare
più la ragazza; ma Krassky e Johnny sono al contrario
sempre più affiatati.
Mercoledì
27
21.00 LORD OF FLIES di
Peter Brook (Gran Breagna 1963, 92 min v.o. sott. Italiano)Nel
1984, un aereo carico di scolaretti inglesi, diretti in Australia
per scampare a una guerra atomica, precipita su un'isola deserta
del Pacifico. Sopravvivono soltanto una ventina di bambini
i quali, tentando di organizzare la loro vita ispirandosi al
mondo degli adulti, indicono un'assemblea; eleggono un capo,
Ralph; si dividono i compiti, affidando a Jack, già capo
dei coristi del suo college, quello di cacciare la selvaggina.
Per qualche tempo tutto va bene; poi, però, Jack si
ribella all'autorità di Ralph, trascina dalla sua parte
quasi tutti i bambini, li organizza in tribù, ne risveglia
gli istinti ferini, fa di un presunto mostro che si aggirerebbe
sull'isola un idolo cui tributare cibo e adorazione. Uno dei
due soli amici che restano a Ralph, Simon, scopre che il mostro
altro non è che il cadavere di un pilota, ma non ha
il tempo di rivelarlo. Gli scatenati amici di Jack, infatti,
lo uccidono. Anche Ralph verrebbe trucidato se dal mare non
giungesse per tutti, finalmente, la salvezza.
GIOVEDì
28
21.00 AMERICAN ASTRONAUT di
Cory McAbee ( USA 2001, 94 min. V.o.
sott. Italiano)
Nel futuro, pochi spericolati avventurieri in cerca di fortuna
battono la rotta tra Giove e Venere - l'uno abitato soltanto da
uomini, l'altro soltanto da donne - vendendo i loro servigi a chi
meglio sa ricompensarli. Il pilota Samuel Curtis, dietro consiglio
dell'amico Blueberry, scambia una ragazza perfetta creata da un
congegno clona-persone con un giovanotto di Giove che gode fama
di essere l'unico esemplare maschile ad aver conosciuto una donna
e conduce, poi, quest'ultimo su Venere dove le donne sono in trepidante
attesa di studiare un vero uomo. Ma il viaggio si rivela più rischioso del previsto, poiché Curtis,
intercettato dal suo acerrimo nemico professor Heiss, è costretto a rifugiarsi
su una vecchia stazione mineraria spaziale abbandonata dove, contro ogni logica,
alcuni decrepiti minatori sono sopravvissuti sorretti dalla speranza di essere
un giorno liberati.
DOMENICA
31
21.00 FUNERAL PARADE OF
ROSES di Matsumoto Toshio (Giappone
1969, 107 min v.o. sott. Italiano)Uno dei film preferiti da
Stanley Kubrick (a cui si è
dichiaratamente ispirato in Clockwork Orange) e probabilmente
anche uno dei migliori film mai fatti. Realizzato nel 1969 il
film è tanto fresco e straordinario oggigiorno quanto
assolutamente innovativo per quei tempi. Ambientato in un ambiente "gay" questo è un
film su delle persone, su quello che fanno e che sentono, il
fatto che siano dei travestiti appare irrilevante. Sono persone
vere in un mondo vero che sembrano agire oggi anzichè nel
tempo in cui il film venne fatto. (asian world).
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